Descrizione |
L'A., in una breve introduzione, prende in esame le varie tipologie di ritmi, da quelli che ordinano l'inserimento degli uomini nella natura (alternanza di luce del giorno e della notte, delle stagioni, dei movimenti delle stelle e dei pianeti) o animano il corpo umano (il polso, la voce, gesti); le forme istituzionali di ritmi che inquadrano le società medievali, dalle forme ritmiche di simbolizzazione (versificazione latina e volgare, canti, musica, motivi ornamentali) ai calendari liturgici (cicli solari e lunari, feste fisse e mobili), fino agli schemi di rappresentazione del tempo storico (le sette età della storia universale, gli schemi individuali di autobiografia). I ritmi si modificano attraverso la storia, in relazione allo sviluppo di nuove «agenzie ritmiche» come le città, gli scambi monetari, le corti giudiziarie o le istituzioni fiscali. Studiare le modifiche dei ritmi sociali permette di comprendere in profondità le trasformazioni strutturali della società. Il saggio si concentra quindi sui ritmi (integrazione fra musica, immagine, colori) del messale di Stammheim (Los Angeles, CA, Paul Getty Museum, 64 [97.MG.21]); sul ritmo «d'une modulation non mesurée, entrainant dans un même mouvement le corps des hommes et le chant des anges» (pp. 193-4) illustrato dall'A. attraverso l'opera di Ildegarde di Bingen (Causae et curae e Liber Scivias); sul «Salterio di Santa Elisabetta» (Cividale del Friuli, Museo Archeologico Nazionale, Bibl. Capitolare CXXXVII), testimonianza anch'esso del mondo di Ildegarde, integrato in un'universale modulatio. |