Descrizione |
All'epoca della prima pubblicazione del saggio, in Santa Barbara nella letteratura e nel folklore. Atti della giornata di studio del 14 maggio 1988 Rieti 1989 pp. 1-18 (cfr. MEL XI 3603), l'A. spiegava la fioritura dell'interesse per l'agiografia come un effetto della crisi post-moderna della ragione, soprattutto in seguito al secondo conflitto mondiale (ma anche ai disastri tecnologici di metà anni Ottanta). Si tratterebbe soprattutto di una rinnovata attenzione, oltre le ideologie e il razionalismo, al primato della persona. I santi infatti appaiono come donne e uomini perfetti per la vita secondo e in comunione con Cristo, in modo tale da esercitare una doppia funzione: protezione e invito all'imitazione del loro esempio virtuoso. La letteratura a loro dedicata, più spesso narrativa che documentaria, ha sempre usato, insieme ai fatti accertabili, anche stereotipi di genere, anche quando i personaggi rappresentati appartenevano a epoche recenti e, come tali ricche di testimonianze. In ambito agiografico infatti l'espressione si avvale per lo più di figure o «modelli», che lo studio esamina, a partire dall'alto medioevo, quando si consolida l'immagine, derivante dal monachesimo orientale, dell'asceta dedito alla contemplatio: fruizione di Dio, nella separazione dalla materialità. Intorno al Mille, si verifica in parallelo la crisi dell'impero e del monachesimo, fenomeno storico speculare: in particolare alla conquista da parte della chiesa di un ruolo non più esterno, ma interno alla storia, come principio di una realtà che termina nell'escatologia, consegue anche un ripensamento agiografico. Nonostante infatti la ripresa dell'eremitismo o di un cenobitismo riformato, la novità consiste prima nell'annuncio messianico di Gioacchino da Fiore e poi, soprattutto in Francesco d'Assisi: in lui, laico spogliato di tutti i beni per la con-crocifissione a Cristo, si compie la commutazione del concetto chiave della perfezione in imitatio. Il basso medioevo accoglie il messaggio francescano di perentorio invito all'uscita dal chiostro, anzitutto nella mistica, ma anche nella profezia. Questa comunque è l'epoca della cattività avignonese e del Grande Scisma: un lungo periodo di irrigidimento istituzionale, che impone anche alla spiritualità di clericalizzarsi e ai profeti di tacere, pena la morte, come nei casi del Savonarola o di Tommaso Moro, testimoni entrambi del valore da salvaguardare per la coscienza cristiana contro il potere secolare e spirituale istituzionalizzato. Con la prima età moderna, in particolar modo, nel periodo successivo al concilio tridentino, interessato alle opere e alle missioni, i modelli agiografici accrebbero la connotazione intimista, spiritualista, interna alle strutture ecclesiastiche, ma sempre fuori dalla storia, con il recupero del linguaggio monastico. Nella conclusione lo studio torna sulle sue premesse, con l'osservazione che solo la crisi dell'attuale epoca post moderna ha rotto un secolare equilibrio, con l'invito a ripercorrere in una diversa prospettiva di interpretazione il ricchissimo, ultramillenario patrimonio letterario dedicato ai santi. |