Descrizione |
Studio apparso per la prima volta in Patronage and Public in the Trecento. Proceedings of the St. Lambrecht Symposium (Abtei St. Lambrecht, Styria, 16-19 July 1984) Firenze 1987 pp. 37-58 (cfr. MEL XI 3601; quindi, con il titolo Committenze e autocommittenze agiografiche nel Trecento in C. Leonardi Medioevo latino. La cultura dell'Europa cristiana Firenze 2004 pp. 641-61; cfr. MEL XXVI 6087). Il papato, in età avignonese, accolse poche cause di canonizzazione, che arrivarono a compimento solo per metà dei processi avviati. Lo studio di tutti questi casi, innalzati o meno all'onore degli altari entro il XIV secolo, indica che si tratta per lo più di personaggi legati alla politica o all'alta cultura universitaria: figure eminenti spinte verso la santificazione dalla committenza del potere secolare, quasi sempre la corona o le grandi casate nobiliari francesi, quando i postulanti non erano i vertici degli ordini mendicanti. In alternativa alla santità curiale avignonese, emerge un differente tipo, definibile mistico piuttosto che «popolare», : interprete cioè del più autentico messaggio francescano, fuori dalla clericalizzazione e dalle controversie interne all'ordine minorita. Sono infatti soprattutto due donne, Angela da Foligno e Chiara da Montefalco, rimaste a lungo nell'ambito del laicato, a costituire le più dirette eredi dell'Assisiate, per il loro interesse comune alla povertà, intesa (senza le implicazioni sociali del rifiuto alla sopraffazione dell'uomo sui propri simili) come il preminente connotato dell'umanità colta in Dio, nella persona di Cristo. L'esperienza cristocentrica corrisponde, nelle due figure femminili, rispettivamente all'annichilimento della divinità che si fa carne e, in misura ancora più estrema, nella morte in croce dell'uomo-Dio. In entrambi i casi, più che negli altri numerosi esempi coevi, promossi con maggiore o minore successo da piccoli gruppi locali, è lecito parlare, per l'incidenza delle protagoniste sulle loro rappresentazioni biografiche, di autocommittenza: una peculiarità che ricorre più spesso per un'altra figura agiografica, cioè il profeta, o meglio la profetessa, perché le personalità di maggior rilievo sono Brigida di Svezia e Caterina da Siena, figure che, in virtù di un preciso carisma, hanno una decisa valenza pubblica, dato il ruolo di guida per la coscienza singola e collettiva nella storia e soprattutto nella contingenza (dunque non in una futura prospettiva escatologica, apocalittica, utopica). Delle due istituzioni universalistiche, è il papato in particolare il bersaglio di appelli, critiche e inviti a ripristinare, con la sede pontificia da Avignone a Roma, il suo compito storico di incarnare in pieno il corpo della società cristiana, per la pacificazione e (nel messaggio cateriniano) la conversione dei musulmani. Questo filone accresce nel Trecento la sua valenza profetica, fino a porsi come anti-agiografia con Raimondo Lullo, Arnaldo da Villanova e Dante Alighieri, tre figure non religiose (tranne il primo entrato, avanti negli anni, tra i terziari) in antagonismo contro i papi avignonesi, per i loro rispettivi messaggi: l'interesse alla cultura araba; l'apertura alla sapienza ebraica, soprattutto in ambito medico; la costruzione poetica che, nel contesto della feroce invettiva antipontificia, addita Francesco d'Assisi come luminare del cristianesimo. |
Argomenti |
Agiografia Arnaldus de Villanova n. 1240 ca., m. 1311 ca. Birgitta Suecica n. 1303 ca., m. 23-7-1373 Catharina Senensis OP n. 25-3-1347, m. 29-4-1380, Vitae, miracula, passiones, translationes et alia hagiographica Clara de Cruce apud Montem Falconem abbatissa n. 1268, m. 17-8-1308 Franciscus Assisiensis n. 1182, m. 4-10-1226 Liber [Memoriale - Instructiones] Minori Raymundus Lullus n. 1232/1233, m. 1315/1316 Storia del papato |