Descrizione |
Studio, edito per la prima volta in «Per corporalia ad incorporalia». Spiritualità, Agiografia, Iconografia e Architettura nel medioevo agostiniano Tolentino (Macerata) 2000 pp. 109-12 (cfr. MEL XXII 4275) sull'esperienza di Dio per Agostino nelle Confessioni e nella Vita del discepolo Possidio: rispettivamente l'inizio e l'organico quadro complessivo della sua conversio. Ad animare il primo testo è il contrasto tra Dio e il mondo: dicotomia, presente anche nell'iniziale (e deludente) adesione al manicheismo da parte dell'autore. La relazione, dichiarata non più sul piano personale, ma collettivo e storico, pervade anche il De civitate Dei, per la contrapposizione fra le due città escatologiche, già prefigurate dalle realtà terrene prima della fine del mondo. La risoluzione consiste nell'aver colto la presenza divina nell'uomo, tramite Cristo come mediatore, e viceversa la divinizzazione dell'uomo grazie allo Spirito Santo. Questo principio torna nella biografia possidiana, che rivela due grosse differenze rispetto all'idea di perfezione riscontrabile in Occidente, nel monachesimo del contemporaneo Giovanni Cassiano: l'abbandono anche della più piccola traccia residua, nella posizione cassianea, di pelagianesimo; l'accresciuta importanza dedicata alla dimensione della storia, dunque della carità orizzontale nei confronti del prossimo, da evangelizzare e istruire. Anche dopo la fondazione della piccola istituzione monastica, prima della nomina a vescovo di Ippona, un ruolo di rilievo spetta alla predicazione: l'attività che più di tutte rivela nel concreto la sollecitudine missionaria del messaggio agostiniano. |