Descrizione |
Già pubblicato in «Renovatio» 13 (1978) 198-219 e col titolo L'esperienza di Dio in Giovanni Cassiano e Salviano di Marsiglia in Medioevo latino. La cultura dell'Europa cristiana Firenze 2004 pp. 25-47 (cfr. MEL XXVI 7683). Secondo una particolare tradizione interna alla chiesa la primitiva comunità apostolica avrebbe costituito il prototipo del monachesimo che pertanto precederebbe l'età dei martiri. In ogni modo è dal IV secolo, dopo l'editto di Costantino, che il fenomeno fiorisce, anche se, in Occidente si verifica una precoce decadenza, dovuta alla mancanza di una precisa regola di vita. Agostino aveva dato un'interpretazione del ruolo monastico in congiunzione alla carica di vescovo, allo scopo di convertire ed evangelizzare: una proposta che avrebbe trovato applicazione solo molto tempo più tardi; sul momento ebbe maggior successo la proposta di Giovanni Cassiano che, nelle Institutiones e Collationes incentra la norma di vita nel cenobio (più che nell'eremo) in una sinergia umano-divina, che attinge ad alcuni elementi ripresi da Pelagio, ma anche da Origene. Al semipelagianesimo fa capo il concetto che il monaco sia soggetto attivo nel percorso del proprio perfezionamento interiore: fanno parte di questo ambito l'ascesi, il lavoro, tutti gli aspetti afferenti alla vita activa, con il sostegno del semplice adiutorium divino. Il semiorigenismo interviene nella considerazione, privata da ogni tratto gnostico, della contemplatio, la partecipazione alla vita di Dio, che solo da Lui proviene per grazia. Il lavoro nell'ultima parte si occupa di Salviano di Marsiglia, De gubernatione Dei, che si pone lo stesso problema cassianeo della conversione non vissuta nel profondo del cuore. Si tratta di un messaggio di natura profetica, che rimprovera e giudica i cristiani contemporanei come inferiori ai Germani, pur ancora eretici, ma capaci, con lo sconvolgimento, non indolore, da loro arrecato, di portare una religiosità più autentica. |