Descrizione |
Studio, apparso per la prima volta in Le terziarie francescane della beata Angelina: origine e spiritualità Spoleto 1996 pp. 353-60 (cfr. MEL XVIII 6335), sulla vicenda di Angelina (1377-1435), che risente della lacerazione nel periodo del Grande Scisma d'Occidente: termine della «cristianità», intesa come sistema di valori condivisi da tutti in riferimento alla fede in Gesù Cristo. Si differenzia a questo proposito una devozione analfabeta, più attenta alla preghiera, al miracolo, alla testimonianza di vita, da un credo colto, ma spesso incline all'intellettualismo e al conformismo più che alla critica, come nel caso dei ristretti circoli umanistici, soprattutto verso le più alte gerarchie ecclesiastiche. A questo proposito, più in generale, l'obbedienza, che coincide con la riduzione a rigide strutture monastiche di tutte le esperienze spirituali, contrasta con la vocazione a superare la distinzione, ormai stereotipa, tra vita contemplativa e activa, per rimanere a oltranza nella condizione del laicato. L'attrito in particolare tra l'Osservanza e le terziarie francescane si consuma sul terreno di quale sia lo specifico della perfezione, ravvisata rispettivamente nell'inquadramento (la regola, la clausura, il confessore) e nell'incontro con la persona del Figlio, che è possibile sperimentare in un rapporto di amore. È, questa, una precisa scelta di estendere la mistica a tutti, non a una sola categoria sociale, cioè i monaci; in questo senso è spiegabile il riferimento anche iconografico da parte delle donne riunite intorno alla mistica di Monte Giove, non a monache o suore, ma a sante laiche, e soprattutto a Francesco d'Assisi. A lui infatti fa capo il tema della croce, nel ricordo delle stimmate ricevute alla Verna: piaghe dolorose, ma gloriose, segno della Resurrezione. |