Descrizione |
Nell'ininterrotta storia del martirio, avvenuto talvolta tra i cristiani, dopo il caso di Thomas Becket, vittima del potere, (e prima del Savonarola, martire della profezia) si situa Margherita Porete, sottoposta a un lungo processo per eresia da parte di un tribunale ecclesiastico che la mise sul rogo il 1° giugno 1310, a Parigi. I motivi della condanna risalgono alle esperienze e considerazioni espresse nel suo scritto Lo specchio delle anime semplici, che nell'edizione a cura di R. Guarnieri (Milano 1994; cfr. MEL XVII 2485) fornisce l'occasione per la prima pubblicazione di questo studio in forma di recensione in «Testimonianze» 38, 10 (1995) 81-4 (cfr. MEL XVIII 2496). Il testo è la drammatizzazione di un dialogo tra Anima e Amore, personificazioni rispettivamente dell'uomo e di Dio, insieme a Ragione, che però ha un ruolo piuttosto limitato. Il tema preminente è il nulla: l'annichilimento che costituisce la condizione umana, come preliminare riconoscimento, necessario e in contrasto al raggiungimento della perfezione divina, cioè il tutto. Si tratta di una mistica intesa non come un fatto esclusivo, ma piuttosto, in conformità con le caratteristiche dell'autrice, legata al laicato e alle beghine nord-europee, di un invito rivolto a tutti, per la comune vocazione alla santità, alla reciproca compenetrazione umano-divina. L'A. sostiene che sono, questi, i primi tentativi, ancora incerti di affermare che il cristiano o è mistico oppure non è tale, come con maggior chiarezza avrebbe detto, nel XX sec., A. Stolz. |