Descrizione |
Lo studio è apparso per la prima volta nella miscellanea Forme e vicende. Per Giovanni Pozzi Padova 1989 pp. 119-22. Caterina Vegri, clarissa bolognese che aveva seguito la predicazione di Bernardino da Siena, non è solo per questo interprete di Francesco d'Assisi. Piuttosto il retaggio del santo consiste, anche per lei, nell'adesione al laicato, nella lunga esperienza religiosa presso la comunità di Lucia Mascheroni, come una specifica condizione più interiore che esteriore, consistente nella rinuncia a ogni mediazione ecclesiastica per attingere direttamente all'esperienza di Dio. Tra XIII e XIV secolo le laceranti dispute interne all'Ordine avevano reso assai complessa la questione della povertà, come corrispettivo dell'annullamento divino nel farsi uomo, soprattutto nella sofferenza e la morte di croce; a questo proposito, nel Quattrocento un nuovo ambito per l'annichilimento verte intorno al concetto di obbedienza, nella misura in cui, per la contemplativa di Bologna, era il diavolo a spingerla verso l'ossequio alla volontà della madre superiora. L'aporia descritta nel testo in volgare delle Sette armi spirituali, costituisce anche l'espressione di nuove esigenze religiose: l'insoddisfazione anzitutto nei confronti della obsoleta ascesi monastica, per aderire a una forma di profonda e totale (francescana) mistica del nulla; la vocazione inoltre a valori più cospicui in confronto alla virtù dell'ubbidire, con l'approdo alla libertà della coscienza individuale, motivo di martirio per Giovanna d'Arco e, più avanti nel tempo, per il Savonarola e Tommaso Moro, in contrasto, rispettivamente, con l'autorità pontificia e regia. Questi profeti, con il loro sacrificio, suscitarono nella prima età moderna il ripiegamento intimistico, soprattutto femminile, di ogni esperienza spirituale. |