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Manlio Pastore Stocchi (ed. trad. comm.) Giovanni del Virgilio Egloga inviata ad Albertino Mussato Roma, Edizioni di storia e letteratura 2019 pp. XXIV-83 (Note e discussioni erudite. N.S. 22)
Abstract
Testo corredato da introduzione, traduzione e commento dell'ecloga che Giovanni del Virgilio comincò a scrivere nel 1324 per Albertino Mussato ma che inviò al destinatario solo nel 1327; di questa lunga gestazione e del mutato contesto politico, secondo l'A., i versi recano il segno. La ricostruzione del testo segue, nelle linee sostanziali, quella proposta da S. Lorenzini (
La corrispondenza bucolica tra Giovanni Boccaccio e Checco di Meletto Rossi. L'egloga di Giovanni del Virgilio ad Albertino Mussato Firenze 2011; cfr. MEL XL 5183), con pochi luoghi in cui ci si distacca dall'edizione precedente (pp. XI-XII); lo stemma mostra una tradizione bipartita con un capostipite omega (perduto) da cui discendono tre codici: da un lato lo Zibaldone Laurenziano Plut. 29.8 (autografo di Boccaccio), dall'altro i due codici Firenze, Laurenziana, Plut. 39.26 e Kynzvart, Zámecká Knihovna, 2 D 4, sempre legati all'officina boccaccesca. Chiudono il volume due appendici; la prima contiene la trascrizione delle glosse laurenziane, la seconda è dedicata a un commento che approfondisce il legame tra i vv. 211-216 dell'ecloga e un frammento mussatiano conservato nello zibaldone di Boccaccio Plut. 33.31: secondo l'A. il testo di Del Virgilio allude a una materia più vasta rispetto a quella trattata nei versi trascritti da Boccaccio, per cui sostiene l'ipotesi - non inedita - che il frammento superstite fosse parte di un testo più ampio scritto da Mussato sulla materia di Bretagna (in particolare un episodio del
Roman de Tristan ).
(Elisabetta Bartoli)
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Scheda N: 41 - 2597
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