Il testo latino della
Chronica Slavorum, offerto dal volume con traduzione italiana a fronte, è tratto dall'edizione curata da B. Schmeidler («MGH SRG in usum scholarum separatim editi» Hannover 1937), riveduta, ma con pochi interventi, da H. Stoob nelle successive ristampe. I testimoni principali del testo sono: København, KB, Addit. 50 2°; Det Arnamagnaeanske Institut, AM 2° 30 e Wiener Neustadt, Zistersienserstift Neukloster, D.21. Alle pp. 1-63, nell'introduzione, l'A. chiarisce da subito lo scopo della
Chronica Slavorum di Elmondo di Bosau, quella cioè di «narrare l'avanzamento dell'evangelizzazione tra i pagani, le varie fasi della loro conversione, la diffusione del verbo divino sempre più a Oriente, nonché la gloria dei missionari e della chiesa di Oldenburg-Lubecca» (p. 4), per poi soffermarsi più da vicino sulla vita e sull'opera di Elmoldo. Nato intorno al 1120, Elmondo studiò presso la scuola conventuale dei canonici agostiniani di Segeberg; a lui poi, il vescovo della diocesi di Oldenburg, Gheroldo, affidò la parrocchia di Bosau, che rappresentava il centro più strategico per la missione in territorio slavo nel contesto specialmente dei conflitti giurisdizionali tra le diocesi di Oldenburg-Lubecca e quella rivale di Amburgo-Brema. Arnoldo completò il primo libro della
Chronica Slavorum, che va dalla conversione dei Sassoni da parte di Carlomagno alla morte del vescovo Gheroldo (1163), dal 1163 al 1167-1168; intorno al 1172, scrisse poi il II libro che riguardava le imprese a Est promosse dal vescovo di Lubecca Corrado, dal duca di Sassonia, Enrico il Leone e dal conte Adolfo II tra il 1164 e il 1171. Oltre al ricorso a memorie orali, l'A. segnala che Elmondo impiegò numerose fonti storiografiche tra cui si ricordano i
Gesta Hammaburgensis ecclesiae pontificum di Adamo di Brema, gli
Annales Sancti Disibodi, la
Vita Willehadi, la
Vita Anskari, il
Chronicon universale di Eccheardo di Aura, gli
Annales Rosenveldenses. Inoltre, l'A. specifica puntualmente gli autori che ebbero a disposizione e impiegarono la
Chronica Slavorum di Elmondo tra cui si annoverano naturalmente Arnoldo di Lubecca (che ne fu il continuatore), l'autore del
Chronicon Sancti Michaelis Luneburgensis e Alberto di Stade per gli
Annales. La cronaca di Elmondo fu poi il testo di riferimento per quasi tutti gli storici della Bassa Germania durante il periodo anseatico; su di essa Ernesto di Kirchberg (m.
post 1379) rielaborò la sua
Mecklenburgische Reimchronik in medio alto tedesco. Chiudono il volume la bibliografia e un indice dei nomi alle pp. 483-92. (Maddalena Betti)
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