From the 19th of September 2018, Mirabile will work with a new more efficient open source search engine. This new search engine will allow to implement new features in the future.
The search engine has been tested by the staff of the AIM (Integrated Archives for the Middle Ages).
However, if you encounter problems, expecially with complex queries, please contact the AIM staff at redazione@mirabileweb.it. Thank you for your collaboration

MIRABILE

Archivio digitale della cultura medievale
Digital Archives for Medieval Culture

Descrizione da mf. / desunta

Bologna, Biblioteca Universitaria 1289

Bo1 [LIO]
Composito

sec. XVI seconda metà data stimata
Note datazione Barbi accoglie la tesi (Violi) secondo cui sarebbe stato Antonio Giganti (1535-1598), segretario di Ludovico Beccadelli, il letterato che ha messo insieme il codice

Luogo di copia Firenze (?)
cart.
ff. II, 214. Il manoscritto deriva dall'unione di codici diversi e da fascicoli cui sono stati aggiunti singoli fogli; De Robertis così descrive la composizione: ff. 48 + 48 + 52 + 11 (1 duerno + 1 foglio + 1 trierno privo dell'ultima carta) + 16 (1 duerno + 3 fogli diversi + 1 quaderno all'interno del quale fu inserito 1 foglio diverso e di cui furono ritagliati gli ultimi 4 fogli) + 39 (di cui il secondo foglio aggiunto dopo; aggiunti 1 foglio bianco tagliato in principio e uno scritto tra il quarto e il quinto). La suddivisione in sezioni risulta assai problematica; Barbi lo ebbe a definire uno dei codici più arruffati e nella sua descrizione analitica, pur rifacendosi alle otto sezioni tradizionalmente indicate, rilevò i limiti di tale partizione e ne propose contestualmente il superamento. Tenendo conto di tali indicazioni consideriamo il manoscritto come composto di cinque parti così suddivise: I. ff. 1-48; II. ff. 49-96; III. ff. 97-148; IV. ff. 149-174; V. 176-214; numerazione originale nel primo e nel secondo codice, parziale nel terzo, rispettivamente 1-48 nei primi due, 1-39 nel terzo. La numerazione del primo codice è proseguita in tutto il manoscritto, in alto sul margine destro in inchiostro rosso di mano del sec. XVI, da 49 a 213 con ripetizione del n. 130 (130 bis); i fogli 149-150 sono stati invertiti dal rilegatore. Originariamente il codice era completato dai seguenti manoscritti della Biblioteca Universitaria di Bologna: 1773, ff. 24 numerati in inchiostro rosso da 214 a 237; 107211, ff. 12 numerati in rosso da 238 a 249; 4011, ff. 10 numerati in rosso da 250 a 259
dimensioni: Formati vari, mm. 215 x 155 circa
disposizione del testo: versi in colonna

scritture e mani acancelleresca italica;
bcancelleresca italica;
ccancelleresca italica;
dcancelleresca italica;
ecancelleresca italica;
fcancelleresca italica;
gcancelleresca italica;
hcancelleresca italica;
icancelleresca italica;
note generali sulla scrittura: mano a: ff. 1-48 in vari tempi e continue variazioni, ff. 148-151; mano b: ff. 49-93, ff. 97-140; mano c di Antonio Giganti: aggiunge alcuni versi a f. 63v , copia i ff. 94-96 e 158r; mano d: ff. 152-153; mano e: ff. 154-157, 159r-162r, 163r-164r, 165r-166r e forse 167r-168r; mano f: ff. 170-172; mano g: f. 173v; mano h: 175r-212r; mano i: f. 176r aggiunto in seguito.


Presenza di note / correzioni
Postille e varianti sono di mano di Ludovico Beccadelli

rubricato: rubriche dello stesso inchiostro del testo


Nomi Giovanni Giacomo Amadei (m. 1768), possessore
Storia del manoscritto
Il manoscritto faceva parte di un codice ora smembrato ricostruibile in base alla numerazione comune presente nei diversi spezzoni. Il canzoniere è ricordato dal Quadrio come codice Amadei, dal nome del suo possessore Giovanni Giacomo Amadei, canonico di S. Maria Maggiore in Bologna. Si deve al Lamma l'identificazione nei manoscritti Bolognesi Universitari 1773 e 4011 di altri spezzoni del codice originario, Ludovico Frati riconobbe la parte mancante nel Bolognese Universitario 107211. Giulio Bertoni dimostrò l'appartenenza a Giovanni Maria Barbieri di alcune delle sezioni che andarono a comporre il codice; di mano dello stesso Barbieri secondo Carlo Frati sarebbe la parte che attualmente costituisce il ms. 1773. L'identificazione del copista dei ff. 94r-96r in Antonio Giganti a seguito dello studio di Cesarina Violi sul ms. 2448 della Biblioteca Universitaria di Bologna, ha consentito di collegare la composizione del codice a Lodovico Beccadelli di cui il Giganti era segretario.

Guelfo Taviani 1294-1347
Guido Cavalcanti sec. XIII, seconda metà
Guittone d' Arezzo n. 1230-1240 - m. 21.8.1294
Inghilfredi da Lucca sec. XIII seconda metà

Bibliografia Lamma Codice rime antiche (tavola con qualche omissione); Massèra Bartoliniana pp. 20-24 (tavola parziale, ff. 1-48; 49-96); Frati I codici danteschi pp. 39-49, descrive i quattro manoscritti della Biblioteca Univ. di Bologna che formavano il codice Amadei originario; Bertoni Il codice Amadei IV (tavola parziale (ff. 97-134)); Quadrio Della storia (1749) pp. 174-76; Bertoni I codici di rime (1905) pp. 35-45; Violi Antonio Giganti (1911); De Geronimo Codici e stampe (1912) pp. 171, 189, 413-36; IMBI (1914) vol. XXI pp. 41-2; Barbi Studi sul Canzoniere (1915) pp. 154-72; 176-79; 207-14; 288-301; 391-400; 419-30 (tavola parziale, ff. 97-139; 193-202); Panvini Studio sui manoscritti (1953) pp. 95-100; Avalle Tradizione Guinizzelli (1953) pp. 140; 154-60; Panvini Studio sui manoscritti (1953) pp. 10, 67-68, 71, 85, 88, 95-100, 114-18, 138, 140-41, 154-55, 157-58; Avalle Nota Favati (1958) pp. 335-37; De Robertis Censimento I (1960) pp. 162-3 (n. 11) (con bibliografia precedente); De Robertis, Dante. Rime (2002) vol. I, 1 pp. 48-53; Leporatti, Boccaccio. Rime (2013) pp. XX-XXII (con tavola parziale); Manzi Rime spurie di Dante. Tesi (2014) pp. 47-8; Rea, Lapo Gianni. Rime (2019) p. 143; Limongelli, Poesie volgari (2019) p. 29; Camboni Son. di G. Muzzarelli (2019) pp. 238-41, 247-8, 253-4 e passim (con tavola parziale)

Altri codici correlati Bologna Biblioteca Universitaria 1072; Bologna Biblioteca Universitaria 1072; Bologna Biblioteca Universitaria 1072; Bologna Biblioteca Universitaria 177 (III) (258); Bologna Biblioteca Universitaria 177 III (258); Bologna Biblioteca Universitaria 177 III (258); Bologna Biblioteca Universitaria 401; Bologna Biblioteca Universitaria 401

U.C. I
ff. 1r-48r; numerazione originale in inchiostro nero in alto sul margine destro

scritture e mani acancelleresca italica;
note generali sulla scrittura: la mano è unica ma in tempi diversi e con continue variazioni



A·ssuon di trombe anzi che di corno, Guido Orlandi n. aq 1265 - m. 1333-1338, f. 25v
Amando lungiamente, Giacomo da Lentini ...1233-1240..., ff. 45r-46v
Amor, la doglia mia non ha conforto, Cino da Pistoia 1265/70? - 1336/37, f. 36r
Amor mi fa sovente, Enzo (Re) n. 1220 ca. - m. 14.3.1272, ff. 44v-45r
Amor, sì come credo, à segnoria, Rinuccino (maestro) da Firenze n. 1230 ca. - m. aq 20.2.1299, f. 34r
Angel di Deo simiglia in ciascun atto, Cino da Pistoia 1265/70? - 1336/37, f. 10r
Audite forte cosa che m'avene, Inghilfredi da Lucca sec. XIII seconda metà, ff. 46v-47v
Bella e gentile amica di pietate, Cino da Pistoia 1265/70? - 1336/37, f. 19v
Bene è forte cosa il dolce sguardo, Cino da Pistoia 1265/70? - 1336/37, f. 14r
Biltà di donna e di saccente core, Guido Cavalcanti sec. XIII seconda metà, f. 23v
Ch'eo cor avesse, mi potea laudare, Guido Guinizelli n. 1230 ca. - m. aq 14.11.1276, f. 15r
Chi è questa che vèn, ch'ogn'om la mira, Guido Cavalcanti sec. XIII seconda metà, f. 26v
Chi guarderà giammai sanza paura, Dante Alighieri n. 1265 - m. 1321, f. 33v
Chi vedesse a Lucia un var capuzzo, Guido Guinizelli n. 1230 ca. - m. aq 14.11.1276, f. 14v
Ciò ch'i' veggio di qua m'è mortal duolo, Cino da Pistoia 1265/70? - 1336/37, 20v
Così fostù acconcia di donarmi, Lippo Pasci de' Bardi n. seconda metà sec. XIII - m. aq 1332, ff. 7v-8r
Credo savete ben, messer Onesto, Guittone d' Arezzo n. 1230-1240 - m. 21.8.1294, f. 30r
Dante, i' non odo in quale albergo soni, Cino da Pistoia 1265/70? - 1336/37, f. 22r
Dante, un sospiro messagger del core, Guido Cavalcanti sec. XIII seconda metà, f. 28r
Degli occhi della mia donna si move, Dante Alighieri n. 1265 - m. 1321, f. 40v
Deh! com' sarebbe dolce compagnia, Cino da Pistoia 1265/70? - 1336/37, f. 13v
Deh ragioniamo insieme un poco, Amore, Dante Alighieri n. 1265 - m. 1321, f. 1v
Dolente, lasso, già non m'asecuro, Guido Guinizelli n. 1230 ca. - m. aq 14.11.1276, f. 33r
Donna, del vostro fin pregio e valore, ff. 4v-5r
Donna, io vi miro e non è chi vi guidi, Cino da Pistoia 1265/70? - 1336/37, f. 17r
Donna po' che mirai, f. 6v
Fresca rosa novella, Guido Cavalcanti sec. XIII seconda metà, ff. 47v-48v
Giudice Ubertin, in catun fatto, Guittone d' Arezzo n. 1230-1240 - m. 21.8.1294, f. 31v
Guido, i' vorrei che tu e Lippo ed io, Dante Alighieri n. 1265 - m. 1321, f. 39v
Io era tutto fuor di stato amaro, Cino da Pistoia 1265/70? - 1336/37, f. 11r
Io sento pianger l'anima nel core, Dante Alighieri n. 1265 - m. 1321, f. 10v
Io sì vorrei k'un segno avelenato, Lippo Pasci de' Bardi n. seconda metà sec. XIII - m. aq 1332, f. 32v
Io vidi li occhi dove Amor si mise, Guido Cavalcanti sec. XIII seconda metà, f. 27r
Io voglio del ver la mia donna laudare, Guido Guinizelli n. 1230 ca. - m. aq 14.11.1276, f. 1r
L'anima mia vilment' è sbigotita, Guido Cavalcanti sec. XIII seconda metà, f. 24r
La bella donna che 'n vertù d'Amore, Cino da Pistoia 1265/70? - 1336/37, f. 17v
La bella donna dove Amor si mostra, Guido Cavalcanti sec. XIII seconda metà, f. 25r
La vostra disdegnosa gentilezza, Cino da Pistoia 1265/70? - 1336/37, f. 16v
Li mie' foll' occhi, che prima guardaro, Guido Cavalcanti sec. XIII seconda metà, f. 28r
Lo fin piacer di quell'adorno viso, Cino da Pistoia 1265/70? - 1336/37, f. 12r
Lo intelletto d'amor ch'io solo porto, Cino da Pistoia 1265/70? - 1336/37, f. 35r
Messer Brunetto, - questa pulzelletta, Dante Alighieri n. 1265 - m. 1321, f. 32r
Molti volendo dir che fosse amore, Dante Alighieri ?, f. 37v
Ne le man vostre, gentil donna mia, Dante Alighieri n. 1265 - m. 1321, f. 9r
Nel vostro viso angelico amoroso, Lapo Gianni ...1298-1328..., ff. 3v-4r
Non credo che 'n madonna sia venuto, Cino da Pistoia 1265/70? - 1336/37, f. 21r
Non vi si monta per iscala d' oro, Dino Compagni n. 1246/47 - m. 1324, f. 29v
Novelle non di veritate ignude, Cino da Pistoia 1265/70? - 1336/37, f. 11v
O donna mia, non vedestù colui, Guido Cavalcanti sec. XIII seconda metà, f. 29r
O monti alpestri o cespugliosi mai (1), Francesco Petrarca, f. 38r
O voi che siete voce nel diserto, Cino da Pistoia 1265/70? - 1336/37, 20r
O voi che siete voce nel diserto, Cino da Pistoia 1265/70? - 1336/37, f. 20r
Ogne deletto e bene, Guido Novello da Polenta n.1275 - m. 1333, f. 37r
Oimè, ch'io veggio per entr'un pensero, Cino da Pistoia 1265/70? - 1336/37, f. 18r
Omo ch'è saggio non corre leggero, Guido Guinizelli n. 1230 ca. - m. aq 14.11.1276, f. 16r
Omo smarruto che pensoso vai, Cino da Pistoia 1265/70? - 1336/37, f. 12v
Per liti e selve per campagne e colli, Francesco Petrarca, f. 39r
Per troppa sottiglianza il fil si rompe, Guido Orlandi n. aq 1265 - m. 1333-1338, f. 24v
Perch'io non truovo chi meco ragioni, Dante Alighieri n. 1265 - m. 1321, f. 21v
Più volte il dì mi fo vermiglio e fosco, Francesco Petrarca, f. 48v
Poi ch'a voi piace, Amore, Federico II n. 26.12.1194 - m. 13.12.1250, ff. 43v-44v
Poi che saziar non posso gli occhi miei, Cino da Pistoia 1265/70? - 1336/37, f. 35v
Poscia ch'io vidi gli occhi di costei, Cino da Pistoia 1265/70? - 1336/37, f. 34f
Quando Amor sua mercede e mia ventura, Francesco Petrarca
Questa donna ch'andar mi fa pensoso, Dante Alighieri n. 1265 - m. 1321, f. 36v
Ragionando d'amore, Guido Orlandi n. aq 1265 - m. 1333-1338, f. 7r-v
S'avessi detto, amico, di Maria, Guido Orlandi n. aq 1265 - m. 1333-1338, f. 3r
S'eo trovasse Pietanza, Enzo (Re) n. 1220 ca. - m. 14.3.1272, f. 43r-v
S'io fosse quelli che d'Amor fu' degno, Guido Cavalcanti sec. XIII seconda metà, f. 40r
S' io potessi cantar dolce e soave, Francesco Petrarca, f. 23r
S'io prego questa donna che Pietate, Guido Cavalcanti sec. XIII seconda metà, f. 27v
Sarà pietà in Silla Mario e Nerone, Francesco Malecarni, f. 38v
Se 'l nome deve seguitar lo fatto, Ubertino (messer) di Giovanni del Bianco d'Arezzo m. 1269, f. 31r
Se 'l viso mio a la terra si china, Dante Alighieri n. 1265 - m. 1321, f. 3v
Se non si muor, non troverà mai posa, Cino da Pistoia 1265/70? - 1336/37, f. 19r
Sì come i Magi a guida de la stella, Lapo Gianni ...1298-1328..., f. 4r
Signori, i' son colui che vidi Amore, Cino da Pistoia 1265/70? - 1336/37, f. 13r
Sonar bracchetti e cacciatori aizzare, Dante Alighieri n. 1265 - m. 1321, f. 2r
Tegno de folle 'mpres', a lo ver dire, Guido Guinizelli n. 1230 ca. - m. aq 14.11.1276, f. 41r-v
Tu che sei voce che lo cor conforte, Cino da Pistoia 1265/70? - 1336/37, f. 18v
Tu m'hai sì piena di dolor la mente, Guido Cavalcanti sec. XIII seconda metà, f. 26r
Tuct'è piacer pacente, f. 5r-v
Una figura della Donna mia, Guido Cavalcanti sec. XIII seconda metà, f. 2v
Vedeste, al mio parere, ogni valore, Guido Cavalcanti sec. XIII seconda metà, f. 6r
Vedete s'è pietoso, Noffo Bonaguide sec. XIII seconda metà, ff. 6v-7r
Vergine pura e sol unica luce, Francesco Petrarca, ff. 41v-43r
Vinta e lassa era l'anima mia, Cino da Pistoia 1265/70? - 1336/37, f. 9v
Voi, ch'avete mutata la mainera, Bonagiunta Orbicciani ...1242-1257..., f. 15v
Voi che per li occhi mi passaste 'l core, Guido Cavalcanti sec. XIII seconda metà, f. 22v
Voi che per nova vista di ferezza, Cino da Pistoia 1265/70? - 1336/37, f. 8r
Vostro saggio parlar, ch' è manifesto, Onesto da Bologna n. 1240 ca. - m. pq 1301 aq 1303, f. 30v

Bonagiunta Orbicciani ...1242-1257...
Dino Compagni n. 1246/47 - m. 1324
Enzo (Re) n. 1220 ca. - m. 14.3.1272
Federico II n. 26.12.1194 - m. 13.12.1250
Giacomo da Lentini sec. XIII
Guido Guinizelli n. 1230 ca. - m. aq 14.11.1276
Guido Novello da Polenta n.1275 - m. 1333
Guido Orlandi n. aq 1265 - m. 1333-1338
Lapo Gianni ... 1298-1328 ...
Lippo Pasci de' Bardi n. seconda metà sec. XIII - m. aq 1332
Onesto da Bologna n. 1240 ca. - m. pq 1301 aq 1303
Ubertino (messer) di Giovanni del Bianco d'Arezzo m. 1269

Bibliografia Massèra Bartoliniana (1902) pp. 20-22, tavola

U.C. II
ff. 49r-96r; numerazione originale da 1 a 48 in inchiostro nero in alto sul margine destro; seconda numerazione, in alto sul margine destro, in inchiostro rosso che prosegue in tutto il codice a partire da 49. Nella tradizionale distinzione delle sezioni il secondo codice è stato suddiviso da f. 49r a f. 93v (B2) e da f. 94r a f. 96r (B3) in base alle mani che nelle due parti hanno operato

scritture e mani bcancelleresca italica;
ccancelleresca italica;
note generali sulla scrittura: la mano b trascrive i ff. 49r-93v, salvo l'intervento della mano c, identificata con quella di Antonio Giganti a f. 63v; della mano c i ff. 94r-96r. La mano b era stata giudicata da Lamma e da Massèra come del sec. XVII, Barbi la considera coeva alle altre mani, cioè del sec. XVI



Ahi lingua ahi penna mia che in tante carte, Francesco Petrarca, f. 9r (57r)
Allor che sotto il Cancro cangiato hanno, Francesco Petrarca, f. 11r (59r)
Alzi lo 'ngegno ogn'uom con quello amicto, Lancillotto Anguissola m. 1359/1364, f. 47r (95r)
Anima sconsolata a cui ti lasso, Francesco Petrarca, f. 30v (78v)
Antonio, cosa ha fatto la tua terra, Francesco Petrarca, f. 2v (50v)
Benche 'l cammin sia faticoso e stretto, Francesco Petrarca, f. 22r (70r)
Colui che per viltà sul grado estremo, Francesco Petrarca, f. 31r (79r)
Conte Ricciardo quanto più ripenso, Francesco Petrarca, f. 38r (86r)
Credeami star in parte omai dov' io, Francesco Petrarca, f. 43r (91r)
Di rider ho gran voglia, Francesco Petrarca, f. 13r-15v (61r-63v)
Donna mi vene spesso nella mente, Francesco Petrarca, f. 16v (64v)
Fra' verdi boschi ove l'erbetta bagna, Francesco Petrarca, f. 22v (70v)
Gli antichi e bei pensier convien ch' io lassi, Francesco Petrarca, f. 12r (60r)
Il cielo e 'l firmamento suo sta dritto, Antonio Beccari (da Ferrara) 1315 - 1371/1374, f. 47v (95v)
Il core ch' a ciascun di vita è fonte, Francesco Petrarca, f. 23r (71r)
Il lampeggiar degli occhi alteri e gravi, Matteo degli Albizzi sec. XIV sm, f. 6r (54r)
In ira al cielo al mondo et a la gente, Francesco Petrarca, f. 31v (79v)
Ingegno usato alle question profonde, Francesco Petrarca, f. 44v (92v)
Io ho molti anni gia piangendo aggiunte, Francesco Petrarca, f. 6v (54v)
Io non posso ben dire Italia mia, Francesco Petrarca, f. 7v (55v)
Io son sì vago della bella Aurora, Francesco Petrarca, f. 4r (52r)
Io venni a rimirar gli ardenti rai, Francesco Petrarca, f. 7r (55r)
L' alpestri selve di candide spoglie, Francesco Petrarca, f. 10v (58v)
L'antico padre, il cui primo delicto, Giovanni Boccaccio giugno/luglio 1313 - 21 dicembre 1375, f. 46v (94v)
L'aspre montagne e·lle valli profonde, Giovanni Boccaccio giugno/luglio 1313 - 21 dicembre 1375, f. 43v (91v)
La vaga luce che conforta il viso, Francesco Petrarca, f. 44r (92r)
Lasso com'io fui mal approveduto, Francesco Petrarca, f. 45r (93r)
Lasso! s'i' mi lamento io n'ho ben donde, Giovanni Boccaccio ?, f. 37r (85r)
Nè per quante giammai lagrime sparsi, Francesco Petrarca, f. 38v (86v)
Non creda essere alcuno in alto stato, Francesco Petrarca, f. 21v (69v)
Non e piaggia diserta o selva in terra, Francesco Petrarca, f. 41v (89v)
Non e sublime il cielo ov' e il suo centro, Francesco Petrarca, f. 5v (53v)
Non fossi attraversati o monti alteri, Francesco Petrarca, f. 12v (60v)
Nova bellezza in abito gentile, Francesco Petrarca, f. 39v (87v)
O chiara luce mia dove se' gita, Francesco Petrarca, f. 11v (59v)
O monti alpestri o cespugliosi mai (1), Francesco Petrarca, f. 9v (57v)
O vana speme ch' indarno t' affanni, Francesco Petrarca, f. 35v (83v)
Per cogliere Mercurio il gran pianeto, Francesco Petrarca, f. 8v (56v)
Per liti e selve per campagne e colli, Francesco Petrarca, f. 32r (80r)
Per util per diletto o per onore, Francesco Petrarca, f. 39r (87r)
Perch' io di me non ho chi a me si doglia, Niccolò Soldanieri, f. 23v (71v)
Perché l'ecterno moto sopradicto, Francesco Petrarca, f. 3v (51v)
Perché l'ecterno moto sopradicto, Francesco Petrarca, f. 46v (94v)
Perché non caggi ne l'oscure cave, Francesco Petrarca, f. 37v (85v)
Perduto ho l' amo omai la rete e l' esca, Francesco Petrarca, f. 36r (84r)
Piangomi, lasso, ove rider solea, Niccolò Beccari 1330 - 1382, f. 27v (75v)
Più volte il dì mi fo vermiglio e fosco, Francesco Petrarca, f. 40r (88r)
Poi ch' al Fattor de l' universo piacque, Francesco Petrarca, f. 28r (76r)
Prestommi Amore il benedetto strale, Francesco Petrarca, f. 28v (76v)
Prima ritornerebbe il Pado al seno 1, Francesco Petrarca, f. 16r (64r)
Quando Amor sua mercede e mia ventura, Francesco Petrarca, f. 1r (49r)
Quando redire al nido fu disdicto, Cecco di Meletto de' Rossi ...1320-1363..., f. 48r (96r)
Quando talor da giusta ira commosso, Francesco Petrarca, f. 40v (88v)
Quant'era amata d'Aconzio Cidipe, Francesco Petrarca, f. 4v (52v)
Quel c'ha nostra natura in sè più degno, Francesco Petrarca, ff. 17r-21r (65r-69r)
Quella ghirlanda che la bella fronte, Francesco Petrarca, f. 1v (49v)
Questa e l' ultima pugna o illustre Conte, Francesco Petrarca, f. 10r (58r)
S'alla divota fede e a i pensier cari, Francesco Petrarca, f. 3r (51r)
S' avessi al petto mio fermati schermi, Francesco Petrarca, f. 41r (89r)
S' io potessi cantar dolce e soave, Francesco Petrarca, f. 35r (83r)
Sacra Colonna che sostieni ancora, Francesco Petrarca, f. 42r (90r)
Sarà pietà in Silla Mario e Nerone, Francesco Malecarni, f. 34v (82v)
Savio ortolan s' al tuo verde giardino, Francesco Petrarca, f. 29v (77v)
Se l' aureo mondo in che gia militaro, Francesco Petrarca, f. 8r (56r)
Se l' usitate rime unde più volte, Simone Serdini, f. 29r (77r)
Se sotto legge Amor vivesse quella, Francesco Petrarca, f. 45v (93v)
Sì come il padre del folle Fetonte, Francesco Petrarca, f. 36v (84v)
Solo soletto ma non di pensieri, Francesco Petrarca ?, f. 27r (75r)
Sostenne con le spalle Ercole il cielo, Francesco Petrarca, f. 2r (50r)
Stato foss' io quando la vidi prima, Francesco Petrarca, f. 5r (53r)
Tu giugni afflizione al tristo afflitto, Francesco Petrarca, f. 30r (78r)
Vergine pura e sol unica luce, Francesco Petrarca, f. 32v-34r (80v-82r)
Voglia il ciel, voglia pur seguir l'edicto, Cecco di Meletto de' Rossi ...1320-1363..., f. 46r (94r)

Antonio Beccari (da Ferrara) 1315 - 1371/1374
Lancillotto Anguissola m. 1359-1364
Marchionne di Matteo Arrighi sec. XIV sm
Matteo degli Albizzi sec. XIV sm

Bibliografia Massèra Bartoliniana (1902) pp. 22-24, tavola

U.C. III
ff. 97r-147v, ripetuto il f. 130, ff. 140-147 bianchi; i ff. 97-134 hanno la numerazione originale in inchiostro nero da 1-39 in alto sul margine destro, questa manca nei fogli che seguono. Numerazione in inchiostro rosso, in alto sul margine destro, in continuità con le sezioni che precedono. Ripetuta la numerazione di f. 130 come 130bis. Nella suddivisione tradizionale viene segnata come B4 quella costituita dai ff. 97r-134r e come B5 i ff. 135r-139v; Barbi analizza le due parti come costituenti un'unica sezione

scritture e mani bcancelleresca italica;


Presenza di note / correzioni
postille di Ludovico Beccadelli ai ff. 94-134


A la battaglia, ove madonna abbatte, Cino da Pistoia 1265/70? - 1336/37, f. 22v (118v)
Al meo parer, non è chi in Pisa porti, Cino da Pistoia 1265/70? - 1336/37, f. 21v (117v)
Amato Gherarduccio, quand'i' scrivo, Cino da Pistoia 1265/70? - 1336/37, f. 19v (115v)
Amor che vien per le più dolci porte, Cino da Pistoia 1265/70? - 1336/37, f. 3r (99r)
Amor, che viene armato a doppio dardo, Cino da Pistoia 1265/70? - 1336/37, f. 11v (107v)
Amor non lesse mai l'avemaria, Immanuel Romano n. 1270 ca. - m. pq 1328 aq 1337, f. 30r (126r)
Anzi ch'Amore ne la mente guidi, Cino da Pistoia 1265/70? - 1336/37, f. 24r (120r)
Biltà di donna e di saccente core, Guido Cavalcanti sec. XIII seconda metà, f. [40r] (135r)
Caro mio Gherarduccio, io non ho 'nveggia, Cino da Pistoia 1265/70? - 1336/37, f. 17v (113v)
Cecco, i' ti prego, per virtù di quella, Cino da Pistoia 1265/70? - 1336/37, f. 5v (101v)
Cercando di trovar minera in oro, Cino da Pistoia 1265/70? - 1336/37, f. 18v (114v)
Come li saggi di Neron crudele, Cino da Pistoia 1265/70? - 1336/37, f. 20v (116v)
Con sua saetta d' or percosse Amore, Gherardo da Reggio secc. XIII-XIV, f. 11r (107r)
Contien sua Comedìa parole sante, Giovanni (ser) di Meo Vitali secc. XIII-XIV, f. 7v (103v)
Da poi che la Natura ha fine posto, Cino da Pistoia 1265/70? - 1336/37, ff. 15r-17r (111r-113r)
Dante Alleghier, s'i' so' buon begolardo, Cecco Angiolieri n. 1260 ca. - m. aq 25.2.1313, f. 31r (127r)
Dante Alleghier, Cecco, tu' servo amico, Cecco Angiolieri n. 1260 ca. - m. aq 25.2.1313, f. 30v (126v)
Dante, i' non odo in quale albergo soni, Cino da Pistoia 1265/70? - 1336/37, f. 2v (98v)
Degno fa voi trovare ogni tesoro, Dante Alighieri n. 1265 - m. 1321, f. 19r (115r)
Degno son io ch'io mora, Cino da Pistoia 1265/70? - 1336/37, ff. 32r-33r (128r-129r)
Deh, quando rivedrò 'l dolce paese, Cino da Pistoia 1265/70? - 1336/37, f. 13v-14v (109v-110v)
Di ciascheduna mi mostra la guida, Cecco d' Ascoli 1269 o 1280/90 -1327, f. 6r (102r)
Dolce d'amore amico, eo ve riscrivo, Gherarduccio Garisendi XIII seconda metà - sec. XIV prima metà, f. 20r (116r)
Fior di virtù sí è gentil coraggio, Folgóre da San Gimignano ?, f. 34r (130r)
Guelphi el gran prence nobil de Sterriccho, Cangrande della Scala ? n. 1291 - m. 1329, f. 31v (127v)
I' prego voi che di dolor parlate, Guido Cavalcanti sec. XIII seconda metà, f. [41r-v] (136r-v)
In verità questo libel di Dante, Cino da Pistoia 1265/70? - 1336/37, f. 7r (103r)
Infra gli altri diffetti del libello, Cino da Pistoia 1265/70? - 1336/37, f. 8r (104r)
Io fu' 'n su l'alto e 'n sul beato monte, Cino da Pistoia 1265/70? - 1336/37, f. 4r (100r)
Io guardo per li prati ogni fior bianco, Cino da Pistoia 1265/70? - 1336/37, f. 34r (130bis r)
Io mi credea del tutto esser partito, Dante Alighieri n. 1265 - m. 1321, f. 1r (97r)
Io son sì vago de la bella luce, Cino da Pistoia 1265/70? - 1336/37, f. 33v (129v)
L'anima mia vilment' è sbigotita, Guido Cavalcanti sec. XIII seconda metà, f. [42r] (137r)
La bella donna dove Amor si mostra, Guido Cavalcanti sec. XIII seconda metà, f. [42v] (137v)
Lasso! ch'amando la mia vita more, Cino da Pistoia 1265/70? - 1336/37, ff. 34v-36r (130v-131r)
Lasso, pensando a la distrutta valle, Cino da Pistoia 1265/70? - 1336/37, f. 3v (99v)
Lo sottil ladro che negli occhi porti, Dante Alighieri ?, f. 27r (123r)
Manoel che mettete 'n quell' avello, Bosone da Gubbio ?, f. 9r (105r)
«Mente» ed «umìle» e più di mille sporte, Onesto da Bologna n. 1240 ca. - m. pq 1301 aq 1303, f. 6v (102v)
Messer Boson, lo vostro Manoello, Cino da Pistoia 1265/70? - 1336/37, f. 8v (104v)
Mille volte richiamo 'l dì mercede, Cino da Pistoia 1265/70? - 1336/37, ff. 25v-26v (121v-122v)
Molto li tuoi pensier mi paion torti, Guelfo Taviani ... 1294-1347 ..., f. 22r (118r)
Morto è colui, ch'era arca de la legge, Zampa Ricciardi sec. XIV prima metà, f. 29v (125v)
Naturalmente ogni animale ha vita, Cino da Pistoia ?, f. 12v-13r (108v-109r)
Noi siàn le triste penne isbigotite, Guido Cavalcanti sec. XIII seconda metà, f. [43r] (138r)
Non che 'n presenza de la vista umana, Cino da Pistoia 1265/70? - 1336/37, ff. 28r-29r (124r-125r)
Non pò gioir d'amor chi non pareggia, Gherarduccio Garisendi XIII seconda metà - sec. XIV prima metà, f. 18r (114r)
Novelle non di veritate ignude, Cino da Pistoia 1265/70? - 1336/37, f. 36v (131v)
O donna mia, non vedestù colui, Guido Cavalcanti sec. XIII seconda metà, f. [40v] (135v)
Oimè, ch'io veggio per entr'un pensero, Cino da Pistoia 1265/70? - 1336/37, f. 37r (132r)
Omo saccente e da maestro saggio, Mula de' Muli n. 1265 - m. pq 1339, f. 5r (101r)
Pensando come tuoi sermoni adatte, Guelfo Taviani ... 1294-1347 ..., f. 23r (119r)
Perch'io non truovo chi meco ragioni, Dante Alighieri n. 1265 - m. 1321, f. 2r (98r)
Perché voi state forse ancor pensivo, Cino da Pistoia 1265/70? - 1336/37, f. 10v (106v)
Poi ch'aggio udito dir dell'om salvaggio, Guido Orlandi n. aq 1265 - m. 1333-1338, f. [43v] (138v)
Poi ch'i' fu', Dante, dal mio natal sito, Cino da Pistoia 1265/70? - 1336/37, f. 1v (97v)
Poi ch'il pianeto ve dà fé certana, Gherarduccio Garisendi XIII seconda metà - sec. XIV prima metà, f. 21r (117r)
Quando ben penso al piccolino spazio, Niccolò Soldanieri, f. 12r (108r)
Quando potrò io dir: Dolce mio dio, Cino da Pistoia 1265/70? - 1336/37, ff. 37v-38r (132v-133r)
Quella che in cor l' amorosa radice, Onesto da Bologna n. 1240 ca. - m. pq 1301 aq 1303, f. 23v (119v)
Quella ghirlanda che la bella fronte, Francesco Petrarca, f. 38v (133v)
S'io fosse quelli che d'Amor fu' degno, Guido Cavalcanti sec. XIII seconda metà, f. [44r] (139r)
Se mai leggesti versi de l'Ovidi, Cino da Pistoia 1265/70? - 1336/37, f. 24v (120v)
Ser Mula, tu ti credi senno avere, Cino da Pistoia 1265/70? - 1336/37, f. 4v (100v)
Sostenne con le spalle Ercole il cielo, Francesco Petrarca, f. 39r (134r)
Tutto ciò ch'altrui agrada a me disgrada, Cino da Pistoia 1265/70? - 1336/37, f. 9v (105v)
Una ricca rocca e forte manto, Cino da Pistoia 1265/70? - 1336/37, f. 10r (106r)
Veder poteste, quando v'inscontrai, Guido Cavalcanti sec. XIII seconda metà, f. [44v] (139v)

Bosone da Gubbio ...1315-1349...
Cangrande della Scala ? n. 1291 - m. 1329
Cecco Angiolieri (n. ca 1260 - m. ante 25.02.1313)
Cecco d' Ascoli 1269 o 1280/90 -1327
Gherardo da Reggio sec. XIII sm-XIV pm
Giovanni (ser) di Meo Vitali secc. XIII-XIV
Immanuel Romano n. 1270 ca. - m. pq 1328 aq 1337
Mula de' Muli n. 1265 - m. pq 1339
Onesto da Bologna n. 1240 ca. - m. pq 1301 aq 1303
Zampa Ricciardi sec. XIV pm

Bibliografia Bertoni Il codice Amadei IV (1906) (Tavola dei ff. 97-134 con omissione, già nella tavola complessiva di Lamma, della ballata di Cino, Lasso che amando che si trova a f. 130bis); Barbi Studi sul Canzoniere (1915) pp. 419-21, tavola dei ff. 97r-127v

U.C. IV
ff. 148r-174v; Numerazione in inchiostro rosso continua in tutto il codice. Raccogliendo in un'unica sezione la parte più frammentata del codice si accoglie il suggerimento di Barbi che, a proposito di B6 e B7 tradizionalmente distinti, afferma che «sarebbe stato meglio far di queste carte una sola sezione»; fascicoli 11 ff. (1 duerno + 1 foglio + 1 triernio privo dell'ultimo foglio) + 16 ff. (1 duerno + 3 ff. singoli + un quaderno nel quale è inserito un foglio e tagliati gli ultimi quattro): la descrizione di questa sezione molto frammentaria è di De Robertis, Censimento I

scritture e mani acancelleresca italica;
ccancelleresca italica;
dcancelleresca italica;
ecancelleresca italica;
fcancelleresca italica;
gcancelleresca italica;
note generali sulla scrittura: Le mani intervengono rispettivamente: mano a ff. 148r-150v; mano d ff. 152r-153v; mano e ff. 154r-157v, 159r-168r; mano c f. 158r; mano f ff. 170r-172v; mano g ff. 173v



Amor tu fieri e sani com' ti piace, f. 173v
Amor, tu·ssai ch' i' son col capo cano, Sennuccio del Bene 1270/1275 - 1349, ff. 154r-155v
Amor, tu·ssai ch' i' son col capo cano, Sennuccio del Bene 1270/1275 - 1349, ff. 156r-157v
Dal loco dov'è sol guerra e tormento, Francesco Petrarca, f. 152v
Gli occhi di quella gentil foresetta, Guido Cavalcanti sec. XIII seconda metà, ff. 167v-168r
I' prego voi che di dolor parlate, Guido Cavalcanti sec. XIII seconda metà, ff.167r-v
Il cor sospira et la voce mi trema, ff. 170r- 172v
Io guardo per li prati ogni fior bianco, Cino da Pistoia 1265/70? - 1336/37, f. 149v
L' alma mia Giulia il fior de l' altre belle, f. 153v
La bella stella che 'l tempo misura, ff. 159r-161r
La forte e nova mia disaventura, Guido Cavalcanti sec. XIII seconda metà, f. 165r-v
Lasso! ch'amando la mia vita more, Cino da Pistoia 1265/70? - 1336/37, ff. 161v-162r
Madonna, la beltà vostra infollìo, Cino da Pistoia 1265/70? - 1336/37, f. 161r-v
Me freddo il petto e di nodi aspri e gravi, Francesco Petrarca, f. 153r
Poi che di doglia cor conven ch'i' porti, Guido Cavalcanti sec. XIII seconda metà, f. 163r
Punsemi il fianco Amor con nuovi sproni, Sennuccio del Bene 1270/1275 - 1349, f. 158r
Quando Amor sua mercede e mia ventura, Francesco Petrarca, f. 152r
Quando di morte mi conven trar vita, Guido Cavalcanti sec. XIII seconda metà, f. 163r-164r
Quando potrò io dir: Dolce mio dio, Cino da Pistoia 1265/70? - 1336/37, f. 150r
Quando potrò io dir: Dolce mio dio, Cino da Pistoia 1265/70? - 1336/37, f. 148v
S'alla divota fede e a i pensier cari, Francesco Petrarca, f. 148r
Se m'ha del tutto oblïato Merzede, Guido Cavalcanti sec. XIII seconda metà, f. 165r
Veduto han gli occhi miei sì bella cosa, Cino da Pistoia 1265/70? - 1336/37, f. 161r
Veggio negli occhi de la donna mia, Guido Cavalcanti sec. XIII seconda metà, f. 166r

Sennuccio del Bene 1270/1275 - 1349

U.C. V
ff. 175r-213v; numerazione in inchiostro rosso comune a tutte le sezioni

scritture e mani hcancelleresca italica;
icancelleresca italica;
note generali sulla scrittura: la mano h ai ff. 175r-212v è la stessa che copia il codice 2448 della Biblioteca Universitaria di Bologna (Barbi), la mano i copia il f. 176 inserito successivamente



Storia del manoscritto
La sezione corrisponde a quella tradizionalmente indicata come B8

A faticosa via stanco corriero, Francesco Petrarca, f. 209v
A quella amorosetta foresella, Bernardo da Bologna sec. XIII, f. 194r
A·ssuon di trombe anzi che di corno, Guido Orlandi n. aq 1265 - m. 1333-1338, f. 196v
Amore, in cui disio ed ò speranza, Pier della Vigna n. 1190-1200 ca. - m. 1249, ff. 197r-198r
Avete 'n vo' li fior' e la verdura, Guido Cavalcanti sec. XIII seconda metà, f. 193v
Biltà di donna e di saccente core, Guido Cavalcanti sec. XIII seconda metà, f. 195r
Certo non è de lo 'ntelletto acolto, Guido Cavalcanti sec. XIII seconda metà, f. 193r
Cesare, poi che recevé 'l presente, Antonio Beccari (da Ferrara) 1315 - 1371/1374, f. 192r
Cesare, poi che recevé 'l presente, Antonio Beccari (da Ferrara) 1315 - 1371/1374
Ciascuna fresca e dolce fontanella, Guido Cavalcanti sec. XIII seconda metà, f. 194v
Colui che per viltà sul grado estremo, Francesco Petrarca, f. 205r
Correr suole agli altar colui che teme, Francesco Petrarca, f. 210r
Deh, dite 'l fonte donde nasce amore, Antonio Beccari (da Ferrara) 1315 - 1371/1374, f. 205v
Del mondo ho cercato - per lungo e per lato, Immanuel Romano n. 1270 ca. - m. pq 1328 aq 1337, ff. 180r-186r
Dolente, lasso, già non m'asecuro, Guido Guinizelli n. 1230 ca. - m. aq 14.11.1276, f. 200r
Donna, l'amor mi sforza, Guido Guinizelli n. 1230 ca. - m. aq 14.11.1276, ff. 202r--203v
Donne, io non so di che mi preghi Amore, Dante Alighieri ?, f. 178v
Fra' verdi boschi ove l'erbetta bagna, Francesco Petrarca, f. 211v
I' ho già letto el pianto d' i Troiani, Antonio Beccari (da Ferrara) 1315 - 1371/1374, f. 188r-191v
Il ficto ben ci prende di leggiero, Muzio Stramazzo da Perugia Sec. XIV, f. 208r
Io canterei d' amor sì novamente (1), Francesco Petrarca, f. 192v
Io guardo per li prati ogni fior bianco, Cino da Pistoia 1265/70? - 1336/37, f. 178r
Io son si traviato dal sentiero, Francesco Petrarca, f. 207v
Io son sì vago della bella Aurora, Francesco Petrarca, f. 177v
Io voglio del ver la mia donna laudare, Guido Guinizelli n. 1230 ca. - m. aq 14.11.1276, f. 199v
La bella donna dove Amor si mostra, Guido Cavalcanti sec. XIII seconda metà, f. 196r
La Madre Vergin dolorosa piange, Sennuccio del Bene 1270/1275 - 1349, f. 176r
La sancta fama della qual son prive, Andrea da Perugia, f. 206v
Lamentomi di mia disaventura, Guido Guinizelli n. 1230 ca. - m. aq 14.11.1276, f. 175r
Lo vostro bel saluto e 'l gentil sguardo, Guido Guinizelli n. 1230 ca. - m. aq 14.11.1276, f. 198v
Madonna, il fino amor ched eo vo porto, Guido Guinizelli n. 1230 ca. - m. aq 14.11.1276, ff. 200v--201v
Messer Francesco con Amor sovente (2), Jacopo (notaio), f. 192v
Nel tempo lasso de la notte quando, Francesco Petrarca, f. 210v
Novelle ti so dire, odi, Nerone, Guido Cavalcanti sec. XIII seconda metà, f. 195v
O di saver sovran tesauriero, Muzio Stramazzo da Perugia Sec. XIV, f. 209r
O novella Tarpea, in cui s'asconde, Antonio Beccari (da Ferrara) 1315 - 1371/1374, f. 177r
Per util per diletto o per onore, Francesco Petrarca, f. 206r
Pero che 'l dolce canto di quel Piero, Muzio Stramazzo da Perugia Sec. XIV, f. 207r
Pero che 'l dolce canto di quel Piero, Muzio Stramazzo da Perugia Sec. XIV
Pianga el giusto voler del buon Catone, Niccolò Beccari ? 1330 - 1382, f. 211
Piegar le cime a durissimi colli, Francesco Petrarca, f. 212r
Poi che a la nave mia l' empio nocchiero, Francesco Petrarca, f. 208v
Vedut' ho la lucente stella diana, Guido Guinizelli n. 1230 ca. - m. aq 14.11.1276, f. 199r
Voi, ch'avete mutata la mainera, Bonagiunta Orbicciani ...1242-1257..., f. 175v

Antonio Beccari (da Ferrara) 1315 - 1371/1374
Bernardo da Bologna sec. XIII
Guido Orlandi n. aq 1265 - m. 1333-1338
Muzio Stramazzo da Perugia sec. XIV
Pier della Vigna n. 1190-1200 ca. - m. 1249
Sennuccio del Bene 1270/1275 - 1349

Bibliografia Barbi Studi sul Canzoniere (1915) p. 291, tavola parziale (ff. 193r-202r)

U.C. VIII
cart.


Guido Orlandi n. aq 1265 - m. 1333-1338

Note Fonte dei dati: mf. + bibliografia [2017]

Regesto U.C. I, ff. 1r-48v: rime di Guido Guinizelli, Dante Alighieri, Guido Cavalcanti, Guido Orlandi, Lapo Gianni, Noffo Bonaguide, Lippo Pasci de' Bardi, Cino da Pistoia, Bonagiunta Orbicciani, Francesco Petrarca, Dino Compagni, Guittone d'Arezzo, Onesto da Bologna, messer Ubertino di Giovanni del Bianco d'Arezzo, maestro Rinuccino da Firenze, Guido Novello da Polenta, Dante Alighieri dubbio, Francesco Malecarni, Re Enzo, Federico II, Giacomo da Lentini, Inghilfredi da Lucca e adespote - U.C. II, ff. 1r (49r)-48v (96v): rime di Petrarca, Matteo degli Albizzi, Niccolò Soldanieri, Niccolò Beccari, Simone Serdini, Francesco Malecarni, Giovanni Boccaccio (anche una dubbia), Cecco di Meletto de' Rossi, Lancillotto Anguissola, Antonio Beccari (da Ferrara) - U.C. III, ff. 1r (97r)-[52]v (147v): rime di Dante (anche una dubbia), Cino da Pistoia (anche una dubbia), Mula de' Muli, Cecco d'Ascoli, Onesto da Bologna, ser  Giovanni di Meo Vitali, Bosone da Gubbio (dubbio), Gherardo da Reggio, Niccolò Soldanieri, Gherarduccio Garisendi, Guelfo Taviani, Zampa Ricciardi, Immanuel Romano, Cecco Angiolieri, Cangrande della Scala dubbio, Folgóre da San Gimignano dubbio, Francesco Petrarca, Guido Cavalcanti - U.C. IV, ff. 148r- 174v: rime di Petrarca, Cino da Pistoia, Sennuccio del Bene, Guido Cavalcanti e adespote - U.C. V, 175r-213v: rime di Guido Guinizelli, Bonagiunta Orbicciani, Sennuccio, Antonio Beccari, Petrarca, Cino da Pistoia, una dubbia di Dante, Immanuel Romano, notaio Jacopo, Cavalcanti, Bernardo da Bologna, Guido Orlandi, Andrea da Perugia, Muzio Stramazzo da Perugia, una dubbia di Niccolò Beccari e alcune rime inedite.

Responsabile scheda: Anna Maria Bettarini Bruni

Altri progetti collegati:

MEM
RDP

Permalink: http://www.mirabileweb.it/manuscript/bologna-biblioteca-universitaria-1289-manoscript/110213

MIRABILE



Impostazioni Privacy



Questo sito Web utilizza i cookie per consentirci di offrire la migliore esperienza utente possibile. Le informazioni sui cookie sono memorizzate nel tuo browser ed eseguono funzioni di riconoscimento quando ritorni sul nostro sito web e aiuta il nostro team a capire quali sezioni del sito web trovi più interessanti e utili. E' possibile regolare tutte le impostazioni dei cookie navigando le schede sul lato sinistro. Per maggiori informazioni consulta la nostra Pagina Privacy visualizzare i nuovi termini.

Cookie strettamente necessari



I Cookie strettamente necessari devono essere abilitati in ogni momento in modo che possiamo salvare le tue preferenze per le impostazioni dei cookie.

Disabilitato

I cookie tecnici devono essere sempre abilitati per poter usufruire dei servizi di base sel sito web.

Cookie policy



Maggiori informazioni sulla nostra Cookie Policy