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MIRABILE

Archivio digitale della cultura medievale
Digital Archives for Medieval Culture

Descrizione diretta

Firenze, Biblioteca della Società Dantesca Italiana 3

sec. XV terzo quarto data stimata
membr.
ff. I, 184, I'; i ff. I e I' sono cartacei moderni; fascicoli 1 (2), 2-6 (10), 7 (4), 8-19 (10), 20 (8): richiami verticali
dimensioni: 253 x 138; specchio di scrittura: 24 / 6 [155] 6 / 62 x 17 / 6 [76] 6 / 33; rr. 30/ll. 29, rigatura a secco

scritture e mani littera antiqua;


Lingua copisti volgare italiano

decorato: l'apparato decorativo è stato attribuito a Francesco Rosselli (cfr. in bibl. Dillon Bussi, p. XXVI)
Iniziali semplici; Iniziali decorate; pagine decorate: a f. 3r pagina decorata in oro; a f. 3r iniziale figurata in oro; iniziali decorate in oro; iniziali semplici rosse e azzurre
rubricato


Legatura moderna in cartoni ricoperta di velluto
Stato di conservazione
La legatura è leggermente allentata

Stemma
Nomi Tommaso Baldinotti (a. n. 1451 - m. 1511), copista (sec. XV terzo quarto); Francesco Rosselli (n. ca. 1445, m. post 1513), miniatore (sec. XV terzo quarto); Alfonso II d' Aragona re (n. 4-11-1448, m. 18-12-1495), destinatario e possessore (sec. XV.2); Aragona famiglia, stemma di; Mellini Domenico di Guido (ca. 1531-1620), possessore (sec. XVI.2); Melzi Gaetano conte (a. 1783-1851), possessore (sec. XIX.1); Martini Giuseppe (a. 1870-1944), possessore (sec. XX, ante 1935); Ginori Conti Piero principe (a. 1865-1939), possessore (sec. XX.1)
Storia del manoscritto
Al f. 3r, entro il fregio, lo stemma della famiglia d'Aragona (al centro del margine superiore) e altre imprese ed emblemi aragonesi: la sedia ardente (al centro del margine esterno); il vaso di gigli (al centro del margine interno); il balconcino arabo accompagnato dal motto Amor m'inzende et mi struze (al centro del margine inferiore; ormai quasi illeggibile). Questa impresa è propria del duca Alfonso d'Aragona, che risulta dunque essere il destinatario del codice (cfr. in bibl. Bessi, pp. XV-XVI). Al centro del margine inferiore di f. 3r, di mano del sec. XVI.2: Di Domenico di Guido Mellini. Appartenne poi al conte Gaetano Melzi (sec. XIX). Fece quindi parte della collezione del bibliofilo Giuseppe Martini e con questa venduto all'asta di Hoepli a Zurigo nel maggio del 1935. Al centro della controguardia anteriore, ex libris della Biblioteca del principe Piero Ginori Conti. In seguito alla dispersione della biblioteca di quest'ultimo è giunto nel 1967 alla Società Dantesca Italiana.
La copia del ms. è da tempo attribuita a Tommaso Baldinotti cui si deve parimenti l'organizzazione di questa silloge poetica, copiata una prima volta nel ms. Firenze BML, Pl. 41.34 e una seconda in questo testimone più solenne di alta committenza.

Vita nova, Dante Alighieri n. 1265 - m. 1321, ff. 3r-33v
Io son venuto al punto della rota, Dante Alighieri n. 1265 - m. 1321, ff. 44v-46r
E' m'incresce di me sì duramente, Dante Alighieri n. 1265 - m. 1321, ff. 46r-47v
Poscia ch'Amor del tutto m'ha lasciato, Dante Alighieri n. 1265 - m. 1321, ff. 47v-50r
La dispietata mente che pur mira, Dante Alighieri n. 1265 - m. 1321, ff. 50r-51r
Tre donne intorno al cor mi son venute, Dante Alighieri n. 1265 - m. 1321, ff. 51r-52v
Doglia mi reca nello core ardire, Dante Alighieri n. 1265 - m. 1321, ff. 53r-55v
Amor, da che convien pur ch'io mi doglia, Dante Alighieri n. 1265 - m. 1321, ff. 55v-56v
Convivio, Dante Alighieri n. 1265 - m. 1321, ff. 57r-176r
Non mai più bella luce o più bel sole, Buonaccorso da Montemagno il Giovane, f. 177r
Qual beato licor qual teste apliche, Buonaccorso da Montemagno il Giovane, f. 177r
Così nel mio parlar vogli'esser aspro, Dante Alighieri n. 1265 - m. 1321, ff. 33v-35r
Io piango e 'l pianger m'è sì dolce e caro, Buonaccorso da Montemagno il Giovane, f. 177v
Non bisogna più filo o più lavoro, Buonaccorso da Montemagno il Giovane, f. 177v
Quando el pianeta occidental da sera, Buonaccorso da Montemagno il Giovane, f. 178r
Tornato è l'aspettato e sacro giorno, Buonaccorso da Montemagno il Giovane, f. 178r
Non perché spesso allontanar mi sogli, Buonaccorso da Montemagno il Giovane, f. 178v
Un pianger lieto un lagrimar soave, Buonaccorso da Montemagno il Giovane, f. 178v
Signor nelle cui mani ha posto Amore, Buonaccorso da Montemagno il Giovane, f. 179r
Quando l'esca del nostro inclito core, Buonaccorso da Montemagno il Giovane, f. 179r
Poi ch' a questi occhi el gentil lume piacque, Buonaccorso da Montemagno il Giovane, f. 179v
Freschi fior dolci e violette dove, Buonaccorso da Montemagno il Giovane, f. 179v
Voi che 'ntendendo il terzo ciel movete (2), Dante Alighieri n. 1265 - m. 1321, ff. 35r-36r
Fronde selvagge alcun vento trasporta, Buonaccorso da Montemagno il Giovane, f. 180r
Signor poi che da voi stetti lontano, Buonaccorso da Montemagno il Giovane, f. 180r
Ahi gentil triunfante e sacro alloro, Buonaccorso da Montemagno il Giovane, f. 180v
O sacri lauri o verdeggianti mirti, Buonaccorso da Montemagno il Giovane, f. 180v
Pioggia di rose dal bel viso piove, Buonaccorso da Montemagno il Giovane, f. 181r
Erano e mia pensier ristretti al core, Buonaccorso da Montemagno il Vecchio, f. 181r
Quando salir fuor d'oriente suole, Buonaccorso da Montemagno il Giovane, f. 181v
Quel che più di madonna umìl desiro, Buonaccorso da Montemagno il Giovane, f. 181v
Se quella verde pianta e le sue foglie, Buonaccorso da Montemagno il Giovane, f. 182r
Virtù dal ciel sopra' vostri occhi piova, Buonaccorso da Montemagno il Giovane, f. 182r
Amor che nella mente mi ragiona (2), Dante Alighieri n. 1265 - m. 1321, ff. 36r-37v
Spirto gentil che nostra cieca etate, Buonaccorso da Montemagno il Giovane, f. 182v
Se mentre quelle luce oneste e sante, Buonaccorso da Montemagno il Giovane, f. 182v
Poi ch'alle liete vostre amate rive, Buonaccorso da Montemagno il Giovane, f. 183r
Forma gentile in cui dolci anni serba, Buonaccorso da Montemagno il Giovane, f. 183r
Laurea dolce e gloriosa fronde, Buonaccorso da Montemagno il Giovane, f. 183v
Epistola a Guido Novello da Polenta, Dante Alighieri pseudo, f. 184r-v
Le dolci rime d'amor ch'io solea (2), Dante Alighieri n. 1265 - m. 1321, ff. 37v-40r
Amor che movi tua vertù dal cielo, Dante Alighieri n. 1265 - m. 1321, ff. 40r-41r
Io sento sì d'Amor la gran possanza, Dante Alighieri n. 1265 - m. 1321, ff. 41v-43r
Al poco giorno ed al gran cerchio d'ombra, Dante Alighieri n. 1265 - m. 1321, f. 43r-v
Amor, tu vedi ben che questa donna, Dante Alighieri n. 1265 - m. 1321, ff. 43v-44v

Bibliografia Barbi Nuovo manoscritto (1937) p. 125; De Marinis Biblioteca (1947) vol. II pp. 63-65; Migliorini Fissi Lettera (1969) pp. 168-169 nr. 16 (ms. siglato K); De la Mare New Research (1985) p. 540; All'ombra del lauro (1992) p. 19 nr. 1.3 (scheda a cur. di Domenico De Robertis); Brambilla Ageno: Dante Convivio (1995) vol. I/1 pp. 20-21 (ms. siglato Sd); De Robertis Forma (1997) pp. IX-XIII; Bessi Del destinatario (1997) pp. XV-XVII; De Robertis Copista (1997) pp. XIX-XXII; Dillon Bussi Decorazione (1997) pp. XXV-XXVI; Migliorini Fissi Lettera II (1997) pp. XXVII-XXVIII; Ms. 3 (1997); De Robertis, Dante. Rime (2002) vol. I/1 pp. 426-427 (ms. siglato D1); Zaccarello Reperta (2008) pp. 320-321; Zaccarello Baldinotti (2013) pp. 14, 17

Note scheda originaria a c. di Sandro Bertelli; revisione 2019

Risorse esterne collegate
Firenze, Biblioteca della Società Dantesca Italiana 3, f. 3r
Firenze, Biblioteca della Società Dantesca Italiana 3, f. 57r
Firenze, Biblioteca della Società Dantesca Italiana 3, f. 184r
Firenze, Biblioteca della Società Dantesca Italiana 3, f. 184v

Responsabile scheda: CODEX

Scheda derivata da: LIO

Altri progetti collegati:
CODEX

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