Descrizione da mf. / desunta
Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, Acquisti e doni 759
AD4
parzialmente autografo sec. XV seconda metà data stimataNote datazione Di mano del copista principale, a f. 310r: «Anno d(omi)ni Mcccclxviiij p(rim)o decembris»; della stessa mano a f. 476r: «S(onet)to facto p(er) ph(ilipp)o e mandato q(uest)o di 5 di giugno 1481».Luogo di copia Firenze cart. la guardia finale è membranacea ff. X, 464, I'; numerazione antica originale, di mano a, sul margine superiore esterno 31-498. Il f. I' è stato numerato modernamente a lapis 499; Sulla prima guardia anteriore si legge di mano moderna: «Indice delle Poesie di | questo Codice» e più in basso di mano recenziore la consistenza del codice con l'indicazione della caduta dei primi trenta fogli, sul verso la data dell'acquisto da parte del Ministero; ai ff. II-X i capoversi del manoscritto con indicazioni di varia natura sui singoli testi; fascicoli I-XLII (10), XLIII (10-4), XLIV-XVLI (10), XLVII (10-2): sono caduti 30 fogli all'inizio del codice, i ff. 456-459 e altri due dopo f. 498 (del f. 498 resta solo il lembo superiore). Richiami orizzontali fino a f. 330 (salvo rare omissioni), senza richiami il seguito. Bianchi i fogli 183v-186v, 190, 203v-204v, 222, 403, 477v-479v e il verso dell'indice finale da f. 480 dimensioni: mm. 217 × 145; specchio di scrittura: assai variabile, di norma su una colonna, ma due a ff. 44v-45r, 65v-70r, 439r-v, 441v-449v, 452v-454r disposizione del testo: versi in colonnascritture e mani amercantesca; bmercantesca; cmercantesca; dmercantesca; emercantesca; fmercantesca; gmercantesca; hmercantesca; imercantesca; lmercantesca; mmercantesca; note generali sulla scrittura: una mano principale, a (Filippo Scarlatti), mercantesca della seconda metà del XV sec., trascrisse i ff. 49v-176r, 177r-216r, 219v-347v, 364v-366r, 367r, 370r-372r, 374r-398v, 400v-460v, 469v-472v, 475r-477r, 480r-498r, 499r, con notevoli variazioni di penna e d'inchiostro; in continuazione e integrazione di a è la mano b (Giovanni Scarlatti), mercantesca coeva, che copiò i ff. 31r-38r, 39v-49r, 176v-177r, 303r, 304r, 348r-364r e forse 366v-367r. Altrove, a integrazione di a e b, compaiono altre mani, tutte coeve e di tipo mercantesco: c, ff. 38r-39r; d, ff. 216v-219r; e, ff. 366r-v, 367r-370r, 372r-374r; f, f. 366v; g, ff. 399r-400v, 467r-469v; h, f. 415r; i, ff. 460v-467r; l, ff. 472v-474v (Giovanni Bonafedi); m, f. 499r. Annotazioni di due mani recenziori a ff. 167v (sec.?) e 175v (XVIII sec.). Ai ff. I-X è un indice topografico dei testi di mano settecentesca (di Rosso Antonio Martini)Lingua copisti italianoArea dialettale a Fiorentino; b Fiorentino; c Fiorentino; d Fiorentino; e Fiorentino; f Fiorentino; g Fiorentino; h Fiorentino; i Fiorentino; l Fiorentino Iniziali semplici rubricato: rubriche in inchiostro rossoLegatura antica, forse del sec. XV, ma con costola rifatta in età successiva, in assi rivestite di pelle con borchie
Sottoscritto
Di mano del copista principale, a f. 310r: «Anno d(omi)ni Mcccclxviiij p(rim)o decembris»; della stessa mano a f. 476r: «S(onet)to facto p(er) ph(ilipp)o e mandato q(uest)o di 5 di giugno 1481»Nomi Filippo Scarlatti , possessore; Filippo Scarlatti , copista; Giovanni Bonafedi (ca. 1410), copista; Giovanni Scarlatti , copista; Rosso Antonio Martini (m. 1762), copista della tavolaPrecedenti segnature Venturi Ginori Lisci 3 (sec. XVIII)Storia del manoscritto Il codice venne acquistato dal Ministero dei Beni culturali e Ambiente il 23 agosto 1980 (cfr. nota a f. Iv)Aï faus ris, pour quoi traï aves , Dante Alighieri n. 1265 - m. 1321 , ff. 440v-441rAl nome de Dio è bon com(m)ençare , ff. 35r-39vAve, dïana lucida e serena , Antonio Beccari (da Ferrara) 1315 - 1371/1374 , f. 121r-vChi 'n questo mondo vuole avere onore , f. 131vChiunche per giuoco si dinuda e spoglia , f. 131vCiò ch'uom vorrebbe aver o fatto o ditto , f. 131r-vDante, quando per caso s'abandona , Cino da Pistoia 1265/70? - 1336/37 , f. 148vDegli occhi della mia donna si move , Dante Alighieri n. 1265 - m. 1321 , f. 358rDove son l'alte e valorose imprese , Antonio Beccari (da Ferrara) 1315 - 1371/1374 , ff. 149v-150rE io invidia, quando alcuno sguardo , Fazio degli Uberti 1301 ca. - post 1367 , f. 340r-vEd io accidia son tanto da nulla , Fazio degli Uberti 1301 ca. - post 1367 , f. 341rErcol, Timbrëo, Vesta e la Minerva , Pietro dei Faitinelli n. 1280-1290 ca. - m. novembre 1349 , f. 358vForse lo spron ti move [Favolello], Brunetto Latini n. 1220 ca. - m. aq 26.12.1293 , ff. 148v-149vGiuochi ciascun sed e' sa ben giucare , Filippo Scarlatti , ff. 131r-132rI' ò provato l' amico e 'l parente , f. 45vI' son la gola che consumo tutto , Fazio degli Uberti 1301 ca. - post 1367 , f. 340vI' son la magra lupa d'avarizia , Fazio degli Uberti 1301 ca. - post 1367 , f. 340vI' son la mala pianta di superba , Fazio degli Uberti 1301 ca. - post 1367 , f. 340rI' son la scellerata di lussuria , Fazio degli Uberti 1301 ca. - post 1367 , f. 341r-vI' son sì magro che quasi traluco (1) , Cecco Angiolieri n. 1260 ca. - m. aq 25.2.1313 , f. 243vIl lion di Firenze è migliorato , f. 245vIo sent' o sentirò ma' quel d'Amore , Cecco Angiolieri n. 1260 ca. - m. aq 25.2.1313 , f. 241r-vIra son io, sanza ragione o regola , Fazio degli Uberti 1301 ca. - post 1367 , f. 341rMorte, nimica del guelfo verace , f. 245r-vPer quello Iddio che crocifisso fu (1) , Castruccio Antelminelli n. 29.3.1281 - m. 3.9.1328 , f. 148r-vS'io avessi la moneta mia quassù , Luporo da Lucca sec. XIV prima metà , f. 148rSan Marco e santa Zita e San Friàno , ff. 245v-246rSettantatre mille trecen correndo , Antonio Pucci , ff. 31r-35rSignore Iddio che·ssè Signor del tutto , Bindo Bonichi n. 1260-m.1338 , f. 471vVechieza vem a l'hom(o) quando la vene , Antonio Beccari (da Ferrara) 1315 - 1371/1374 , f. 70vViva il pugliese e 'l còrso e 'l romagnuolo , f. 245rAntonio Beccari (da Ferrara) 1315 - 1371/1374 Bindo Bonichi n. ca. 1265-m.1336 Castruccio Antelminelli n. 29.3.1281 - m. 3.9.1328 Fazio degli Uberti 1301 ca. - post 1367 Jacopo Alighieri ante 1300 - 1348? Luporo da Lucca sec. XIV prima metà Paolo dell' Abbaco n. sec. XIII fine - m. 1373/1374 Pietro dei Faitinelli n. 1280-1290 ca. - m. novembre 1349 Bibliografia Ferrara Codice Venturi Ginori (1950) pp. 41-102 (indice alfabetico dei testi a pp. 48-100); De Robertis Censimento IV (1963) pp. 448-51 (n. 269) (con bibliografia precedente); Pasquini Codice Scarlatti (1964) pp. 363-580 (tavola alle pp. 385-455); De Robertis, Dante. Rime (2002) vol. I* pp. 136-8; MDI XII (2004) p. 90 (mss. scartati); Lorenzi, Fazio. Rime (2013) p. 51; Aldinucci, Faitinelli. Rime (2016) p. 32
Altri codici correlati
Milano Biblioteca Ambrosiana C 35 sup.
Note Fonte dei dati: descrizione De Robertis + Pasquini Codice Scarlatti + mf. [23.07.2019]
Regesto
Miscellanea di cantari, poemetti e rime per lo più tre-quattrocentesche - f. Ir-Xv: indice del contenuto (sec. XVIII) - ff. 31-35r: Antonio Pucci, «Settantatre mille trecen correndo» - ff. 35r-39v: «Li amaistramenti di Sallamon» - ff. 39v-45r: rispetti, ottave; una frottola di Bernardo Cambini - ff. 45v-70v: sonetti (di cui molti caudati), capitoli ternari, testi in ottava rima, morali, quartine rimate, una frottola; molti testi sono traditi in forma adespota, altri sono attribuiti indebitamente a Filippo Scarlatti, altri ancora a Niccolò Salimbeni e Niccolò Cieco - ff. 70v: capitolo di Antonio Beccari (da Ferrara) - ff. 71v-183r: rime adespote e di Filippo Scarlatti, Niccolò Cieco, Francesco Petrarca, Burchiello, Antonio Pucci, Bernardo Cambini, Caterina, Simone Serdini, Antonio di Matteo di Meglio, Antonio Beccari, Giovanni Frescobaldi, Coluccio Salutati, Luporo da Lucca, Castruccio Antelminelli, Cino da Pistoia, Brunetto Latini, Antonio di Matteo di Meglio, Antonio Manetti, Andrea Orcagna, Giovanni Martini, Simone Serdini, Leonardo Giustinian, Stefano Finiguerri; un volgarizzamento in prosa a f. 95r - ff. 183v-186v: bianchi - ff. 187r-189v: sonetti di Giovanni di Piero Francesco e Filippo Scarlatti - f. 190r-v: bianco - ff. 191r-203r: poemetto in terzine - ff. 203v-204v: bianchi - f. 205r-241r: capitoli ternari, ricette varie, ballate, ottave, sonetti adespoti o attribuibili a Antonio di Matteo di Meglio, Giovanni Tartaglia de' Mantelli, Simone Serdini, Filippo Scarlatti, Bernardo da Cingoli, Alessandro Ciachi, Niccolaio di Pagolo linaiolo?, Comparino; f. 222r-v bianco - ff. 241v-245r: sonetti per lo più adespoti o attribuiti a Scarlatti e Burchiello, tra cui però due di Cecco Angiolieri e il gruppo anonimo sull'acquisto di Arezzo da parte dei fiorentini nel marzo 1337 («Il lion di Firenze è migliorato»; «Morte, nimica del guelfo verace»; «Viva il pugliese e 'l còrso e 'l romagnuolo», « San Marco e santa Zita e San Friàno») - ff. 246r-270v: sonetti adespoti o attribuibili a Scarlatti, Burchiello, Giovanni Antonio Romanelli (altri due attribuiti dallo Scarlatti a Francesco Petrarca); il «Lamento di Costantinopoli» di Michele della Vedova da Pola, cantari in ottave, un capitolo ternario attribuito a Simone Serdini - ff. 271r-291v: sonetti attribuiti a Burchiello e corrispondenti (Rosello Roselli, Anselmo Calderoni, Leon Battista Alberti, Messer Domenico da Urbino) - ff. 291v-340r: componimenti adespoti, tra cui il «Lamento di Pisa» (f. 311r) e un «Pater noster» disposto (f. 325r), o attribuibili a Francesco Petrarca, Burchiello, Carlo Scala, Filippo Scarlatti, Bene d'Agostino del Bianco, Antonio Bonciani, Buonaccorso da Montemagno il Vecchio, Francesco da Canni, Giovanni del Raggio, Nicolò Spinepallanti, Poggio da Terranova, Giovanni Manzi, Alessandro Ciachi, Francesco Scambrilla, Mariotto Davanzati, Bernardo Pulci, Antonio di Matteo di Meglio, Filippo Lapaccini, Filippo Arnolfi, Francesco Medici, Bernardo Cambini - ff. 340r-341v: rime di Fazio degli Uberti - ff. 341v-357v: componimenti adespoti o attribuibili a Bartolomea Matugliani, Francesco Petrarca, Mariotto Davanzati, Agnolo da Urbino, Leonardo Bruni, Coluccio Salutati, Antonio Loschi, Niccolò Tinucci, Giovanni Gherardi da Prato (anche dubbio), Giovanni Pigli, Niccolò Malpigli - ff. 358r: Dante Alighieri, «Degli occhi della mia donna si move» - f. 358r-v: prosegue la serie dei sonetti attribuiti nel codice a Niccolò Tinucci, inaugurata a f. 354v, tra cui testi in realtà di Cino Rinuccini e Giovanni Gherardi da Prato - f. 358v: Pietro dei Faitinelli, «Ercol, Timbrëo, Vesta e la Minerva» - ff. 358v-377r: prosegue la serie dei sonetti attribuiti nel codice a Niccolò Tinucci (inaugurata a f. 354v e conclusa a f. 359r); seguono componimenti attribuibili a Jacopo Alighieri, Paolo dell'Abbaco, Antonio di Matteo di Meglio, Simone Serdini, Filippo Scarlatti, Antonio Pucci ?, Francesco Petrarca, Buonaccorso da Montemagno il Giovane, Burchiello, Niccolò Cieco, Francesco da Colle, Antonio di Guido, tra cui si legge anche «Vuol pur la mia fantasia», assegnata qui a frate Stoppa de' Bostichi - ff. 377r-378r: epistola napoletana di Giovanni Boccaccio (nel codice il destinatario è Filippo Scarlatti) - ff. 378r-405r: sonetti, ottave, capitoli ternari, serventesi adespoti e attribuiti a Filippo Scarlatti, Simone Serdini (tra cui in realtà si trovano versi anche di Franco Sacchetti, Antonio Pucci e il ternario «Nel dì che l'ira de chi tutto rege» conservato anche nel codice Isoldiano; bianco il f. 403r-v - ff. 405r-410r: capitoli della Compagnia della miseria - ff. 410v-440r: componimenti adespoti o attribuiti a Filippo Scarlatti, Maestro Niccolò da Volte, Piero Tanaglia, Bernardo Bellincioni, Bernardo Cambini, Matteo Franco, Giovanni di ser Dino Fortini, Niccolò Cieco, Carlo de' Medici, Nicola de' Medici ?, Comparino, Giannozzo Sacchetti - ff. 440v-441r: Dante Alighieri, «Aï faus ris, pour quoi traï aves» - ff. 441r-471v: componimenti adespoti e attribuiti a Bernardo Cambrini ?, Niccolò Cieco, Filippo Scarlatti, Piero Tanaglia, Bonifacio da Siena, Giovanni Testa Cillenio, Antonio Bonciani, Caterina; a f. 460v un trattato sulla memoria artificiale (cfr. Tanturli Benci copisti, p. 278) e a seguire, f. 464v, la pistola in terza rima inviata da Luca Pulci a Lorenzo Medici - f. 471v: Bindo Bonichi, «Signore Iddio che·ssè Signor del tutto» - ff. 472r-476r: componimenti adespoti e attribuiti a Filippo Scarlatti, Giovanni Bonafedi, Baccio Zeffe, Giovanni Martini - ff. 476r-477r: prosa devota «I Venerdì liturgici» - ff. 477v-479v: bianchi - ff. 480r-498r: indice del codice - f. 498v: bianco - f. I'r-v: un sonetto caudato adespoto, un frammento di un poema; sul verso sono vergati tre versetti
Responsabile scheda: Alessio Decaria; Irene TaniSchede derivate: RDP
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