Descrizione diretta
Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, Plut. 21 dex. 12
Fragm.
sec. XI terzo quarto data stimataNote datazione L'analisi grafica propone una sensibile retrodatazione del manoscritto, in grado anche di spiegare la veste testuale del testo nr. 1.Luogo di copia Toscana (sec. XI terzo quarto) membr. ff. IV, 127, III'; moderna in basso; ff. III (n.n.) e I'-III' cart. di restauro; f. IV, numerato I, membr. antico; fascicoli 1-14 (8), 15 (6),16 (9): il fascicoli non presentano alcun segno di ordinamento; proseguono con corretta sequenza pelo/carne anche se il fasc. 15 (ff. 113-118), in origine un quaterno, ha perso il bifoglio centrale; il fascicolo finale presenta una situazione irregolare e poco accertabile senza una sfascicolazione; valutando la seguenza pelo/carne è ipotizzabile trattarsi di un originario quinterno con centro (visibile) ai ff. 123 / 124 e perdita del nono foglio. dimensioni: 281 x 182 max. var; specchio di scrittura: f. 6r: 20 [213] 47 x 17/ 4 [112] 6/ 43; f. 37: 19 [219] 43 x 22 ]111] 49; f. 112r: 28 [207] 47 x 19/ 4 [108] 5/ 44; f. 6r: rr. 23 / ll. 23; f. 30r: rr. 30/ ll. 30; f. 112r: rr. 28/ ll. 28, rigatura a secco disposizione del testo: le dimensioni dello specchio e il numero delle linee (di conseguenza il modulo della scrittura) sono notevolmente variabili senza che questo possa mettere in dubbio l'unitarietà del corpus scritture e mani minuscola carolina; note generali sulla scrittura: diverse mani morfologicamente omogenee anche se di modulo piuttosto differente (grande il modulo dei fogli iniziali). Sono presenti d diritta e tonda, e cedigliata e notevoli residui grafici del sistema antico, le mani finali usano regolarmente la legatura r+i (r sempre ferma all'altezza della riga di base) mentre la ti assibilata è usata di regola nelle rubriche (ma regolarmente utilizzata dalla mano dei ff. 108v - 123v anche in modo generico vd. f. 122v ult. riga puddi(ti)(ti)e ). Forse è questa stessa mano che interviene nuovamente a f. 126v e utilizza anche una a aperta. Diversa, senza particolari connotazioni (tranne un consistente permanere di a aperta) , la mano che verga f. 127, ultimo foglio ma residuo di una situazione strutturale originaria più complessa. Presenza di note Importante inserimento a f. 124v di una lista di tributi, assegnabile al sec. XII. 1, di due mani (un'ottima scrittura documentaria iniziale è proseguita da una minuscola usuale) decorato: Decorazione generica che non permette una precisa localizzazione (Chiodo, Ad usum, p. 134 cat. 8) rubricatoLegatura di restauro in tela con dorso e angoli in pelleEnte possessore S. Appiano (Barberino Val d'Elsa, Firenze), S. Appiano, pieve (ca. XII - XIII terzo quarto); Firenze, S. Croce, convento OFM (a. 1283-1766)Nomi Gerardus de Prato magister provincialis OFM (ca. 1241 - 1283), collegamento diretto (ante aut ca. 1283)Storia del manoscritto F. 1r marg. sup. : Iste liber est plebani Sancti Appiani sub pignore cum 4 aliis libris fratri / Gerardo de Prato pro VIII libr. florenorum parvorum ; di seguito ma successiva (sec. XIII ex.- XIV in.): Iste liber est armarii Florentini conventus Ordinis Minorum A f. Ir la nota con la segnatura che trova corrispondenza nell'inventario tardo-quattrocentesco: Conventus sancte Crucis de Florentia Ordinis Minorum fratrum. Isidori de officiis ecclesiasticis 2. Augustini liber sententiarum contra lxxvi hereses . N° 234 (Mazzi, p. 104 n° 234). Sulla controguardia anteriore è incollato il cartellino a stampa del passaggio del ms. alla sede attuale nel 1766 completato a penna con la segnatura attuale Il manoscritto dato in pegno - come si legge nella nota a f. 1r - attorno agli anni '70 del Duecento a Gerardo da Prato, al tempo ministro provinciale , probabilmente non venne riscattato, rimanendo al convento fiorentino; dei cinque volumi in totale ne sono stati individuati tre (il presente e i Plut. 19 dex. 5 e 19 dex. 8), tutti contenenti testi inseribili nella polemica antisimoniaca dei sec. XI-XII. E' difficile pensare ad un'origine del testimone precisamente localizzabile in Sant'Appiano ma mancano elementi più precisi per risalire oltre la situazione duecentesca.Institutiones canonicorum et sanctimonialium Aquisgranenses , ff. 1r-109rRegula formatarum [sive Epistola formata Attici sive Regula formatarum Attici], f. 109r-vHomiliae in Hiezechihelem , Gregorius I papa n. 540 ca., m. 604 , f. 109vVita sancti Gregorii Magni , Iohannes Hymmonides n. 825 ca., m. 30-6-876/16-12-882 , ff. 110r-116r
Praeces , f. 116r-vLiber sive definitio ecclesiasticorum dogmatum , Gennadius Massiliensis , ff. 117r-123vEpistola III ad Bassulam , Sulpicius Severus , f. 127r-vBibliografia Bandini Catalogus (1777) vol. IV col. 602; Mazzi, Inventario (1897) p. Mazzi, p. 104 n° 234; Motta Polemica (1988) pp. 212-214 e passim; Brunetti-Gentili Biblioteca (2000) pp. 31 n.29, 34; Guglielmetti Testi agiografici (2007) pp. 653-54 (sec. XI ex.-XII in.); Chiodo Ad usum (2016) pp. 21, 23, 42, 132, 134 cat. 8 e 135 Tav. (sec. XI ex.-XII in.); Libri del fondo antico (2021) pp. 495-97 scheda nr. 39 a c. di G. Cirone; Lettori e possessori (2021) pp. 621-2; Licciardello Ricerche (2022) pp. 93-4, 124, 126, 141, pp. 152, 165-7 (tavv. VI-VIII)
Note Il manoscritto è stato molto studiato in relazione alla polemica antisimoniaca lungo i sec. XI - XIII, l'origine sicuramente toscana non pare strettamente vincolata al luogo di provenienza certificata nel sec. XIII, la pieve di Sant'Appiano in Valdelsa (vd. Storia)
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