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MIRABILE

Archivio digitale della cultura medievale
Digital Archives for Medieval Culture

Descrizione diretta

Firenze, Biblioteca Nazionale Centrale, Conv. soppr. F.3.672


parzialmente autografo
sec. XIV secondo quarto data stimata; sec. XIV terzo quarto; ca. 1412-1450
Note datazione Il nucleo originario, ff. 1-362, è collocabile antro il terzo decennio del Trecento; la prosecuzione, ff. 363-372, decisamente più tarda, al limite superiore dell'arco proposto (XIV terzo quarto); i fogli finali sono legati al periodo di presenza e di attività di Girolamo da Praga all'Eremo. Ai ff. 361vb-362vb l'epitome della vita di S. Giovanni Gualberto è stata attribuita a Girolamo da Praga che copia anche il testo; in tale (e ristretto) senso il manoscritto è qualificabile come parzialmente autografo

Luogo di copia Italia (sec. XIV secondo quarto); Camaldoli (Arezzo), Eremo OSBCam (sec. XIV terzo quarto); Camaldoli (Arezzo), Eremo OSBCam (ca. aut post 1412)
membr.
ff. VI, 374, VI'; al marg. sup. esterno, ad inchiostro, numerazione antica (della stessa mano che inserisce i riferimenti ai fogli nell'indice della Legenda aurea: forse di mano D); questa numerazione cessa a f. 362; i nnr. 363-374 sono inseriti probabilmente dalla mano E; la numerazione è poi estesa da mano recente, a matita, ai fogli di guardia finali (numerati 375-378); ff. I-II e I'-II' n.n. cart. di restauro; ff. III-VI, numerati I-IV e I'-IV' (numerati 375-378) membr. antichi; una mano (= C) assegnabile al sec. XIV.2 (precedente al definitivo intervento di sistemazione del corpus) occupa le guardie iniziali e finali con aggiunte che presentano a volte compiutezza testuale; il foglio di guardia finale 377r doveva essere già stato del tutto episodicamente utilizzato da mano più antica (vedi Note sulla scrittura e Note su glosse/note/correzioni); fascicoli 1-14 (12), 15 (6), 16-30 (12), 31 (8), 32 (10), 33 (2): partizioni: ff. 1-174 = fasc. 1-15; ff. 175-362 = fasc. 16-31; ff. 363-374 = fasc. 32- 33; un rinforzo lungo la piegatura impedisce di asserire con certezza che i ff. 373-374 siano - come sembra probabile - un bifoglio solidale
dimensioni: 225 x 160 ca. max.; specchio di scrittura: 17 [143] 63 x 15/5 [43 (12) 42] 5/37 (f. 150r); ff. 377v-378r: 20 [155] 60 x 40 [90] 30 (in media); rr. 34/ll. 35; ff. 377r-378v: var. da 27 a 37
disposizione del testo: la mise en page è volutamente omogenea, ma nelle aggiunte dei ff. 363-374 il modulo maggiore comporta - per uno stesso numero di righe - un leggero aumento dell'altezza dello specchio; aumento più deciso nelle parti aggiunte da Girolamo da Praga (su specchio intero)

scritture e mani littera textualis;
note generali sulla scrittura: il corpo originario, pur se formato da due sezioni distinte, testi nr. I e II), si presenta relativamente omogeneo sotto il profilo grafico: i ff. 1-174 si devono ad una sola mano in littera textualis di modulo piccolo, molto regolare; i ff. 175-361 si devono a più mani (non è escluso il riapparire della prima) con scritture di modulo leggermente maggiore e un poco più morbide ma sostanzialmente affini. A questo nucleo si aggiungono (intervenendo sulla compagine già utilizzata dalle precedenti mani A-C) ampliamenti testuali di tre mani, in tre periodi diversi. La prima, D, aggiunge ai ff. 363ra-371va due Vite (testi nr. IV e V) e effettua la rubricatura completa; la seconda E aggiunge ai ff. 371vb-374rb una seconda Vita (testo nr. VI) e forse continua la numerazione da 363 a 374. Ambedue usano una littera textualis di esecuzione mediocre, ma la mano E, puntuta e con penna dura e sottile, presenta forse lievi caratteri non italiani. Più tardi (ma non di molto: le mani D-E dovrebbero toccare già il sec. XV) Girolamo da Praga utilizza (mano F) fogli in bianco per il testo nr. III e forse aggiunge un bifoglio, attuali ff. 373-374 per il testo nr. VII


Lingua copisti latino; volgare italiano

Presenza di note
Il f. 377r è utilizzato da due mani A (testo VIII- IX) e B (testo X), che esibiscono una scrittura definibile come bastarda pur se eseguita con penna documentaria in modo piuttosto veloce, ma al tratto e con scelte morfologiche evidentemente di tipo testuale. Mancano elementi per vedervi due primi utilizzatori della compagine; le scritture sono strettamente coeve ai ff. 1-362 e potrebbero essere guardie, già occasionalmente utilizzate, che vi si sono ab antiquo accompagnate. La mano C sulle guardie iniziali verga, ai ff. Ir-IIv, riferimenti a punti precisi della Legenda e una nutrita lista di spiegazioni lessicali, continuando anche su f. IIIr sopra un indice preesistente, abbozzato, interrotto ed eraso, in ordine alfabetico delle Vite presenti; sulle guardie finali verga due testi brevi e di natura episodica ma compiuti (testi X e XI). A f. IIIv verga una sequenza genealogica a partire da Adamo. La mano C ha lavorato sul manoscritto per lungo tempo - sicuramente per buona parte della seconda metà del Trecento (la sua formazione grafica è assegnabile a avanzata prima metà). Usa una scrittura bastarda caratteristica, di buona proprietà grafica, nelle note marginali e in zone probabilmente più antiche; ma presenta anche interventi scomposti per modulo e qualità tecnica, probabilmente eseguiti in fase più avanzata. L'unicità della mano è sicura per alcune varianti esecutive peculiari. A questa mano si deve il testo XI

decorato: l'apparato decorativo, pur se limitato, è di buon livello tecnico-esecutivo; l'artista si muove all'interno dei modi della scuola umbra (diffusa parimenti in tutta la Toscana centro-orientale) con una tavolozza cromatica (fondi violacei, fogliature nei toni verde-rosa) decisa, priva di lumeggiature; l'eccezionale naturalismo dell'elemento zoomorfo nella miniatura iniziale suggerisce un contatto con la scuola emiliana; difficile valutare la contemporaneità tra scrittura del nucleo principale e sua decorazione; anche quest'ultima è comunque inseribile nell'arco di tempo proposto; è da sottolineare il rilievo dato alla figura di Paolo eremita
Iniziali filigranate; Iniziali decorate: a f. 2ra iniziale decorata con motivi vegetali e decorazione fogliata che si allunga al margine; nel fregio è incluso un elemento antropomorfo che regge un elemento zoomorfo che regge a sua volta il corpo della lettera; a f. 40ra iniziale decorata, P(aulus) di dimensioni rilevanti, che si allunga al margine; a f. 249va iniziale decorata minore N(ativitas); iniziali filigranate nei colori blu/rosso alternati
rubricato: per i ff. 1-362 aggiunte dalla mano D; le mani E ed F approntano le proprie


Legatura di restauro in assi e quarto di pelle (sec. XX); sul taglio esterno, centrata, una banda ad inchiostro rosso tra due più sottili nere; sui tagli inf. e sup. una banda nera spostata verso l'esterno

Ente possessore Camaldoli (Arezzo), Eremo OSBCam (sec. XIV secondo quarto-XIX in.)
Nomi Hieronymus de Praga OSBCam (n. 1370 ca., m. 17-7-1440), ad usum (sec. XV.1)
Precedenti segnature omega 150, Camaldoli (Arezzo), Eremo OSBCam (sec. XVII ultimo quarto); clxii, Camaldoli (Arezzo), Eremo OSBCam (a. 1406); Q.II-26, Camaldoli (Arezzo), Eremo OSBCam (sec. XVII ex.)
Storia del manoscritto
A f. 1r. marg. sup. nota di possesso del sec. XIV med.: Iste liber est sancte Camaldulensis heremi, la mano potrebbe essere la stessa che verga l'elenco alfabetico delle Vite, interrotto e poi eraso a f. IIIr. A f. 361vb, eraso: Hic liber alpensis heremi fit camaldulensis, quem qui furatur anathematis ense necatur. Amen (la scrittura erasa, di modulo grande ad inchiostro nero, sembra avvicinabile a quella dell'utilizzatore che riempie i fogli di guardia iniziali, sovrascrivendo anche la tavola di f. IIIr). Altra nota è stata erasa a f. 374va, forse dallo stesso Girolamo di Praga prima di aggiungere il testo nr. VII.
Nell'inventario del 1406 il manoscritto è individuabile nel suo assetto intermedio (l'explicit registrato è a f. 374rb); al corpus nel suo assetto attuale fanno riferimento le note di possesso seicentesche accompagnate dalle relative segnature: a f. 1r marg. sup. i(nscriptus) C(atalogo) omega.150, corrispondente all'inventario B e, a f. Iv Inscrip(tus) Catal(ogo) S(acrae) E(remi) C(amalduli) Q.II.6, corrispondente all'inventario C (cfr. Magheri Cataluccio-Fossa in bibl.).
Sulla controguardia anteriore, che ricopre solo la metà interna del piatto è riportato un cartellino precedente all'attuale sul quale si legge V.A.
Il codice pervenne nella sede attuale a seguito della soppressione napoleonica (cfr. BNCF, Arch. Magl. 73, f. 26r).

Legenda aurea, Iacobus de Varagine n. 1228/1229, m. 13/14-07-1298, ff. 2rb-174rb
Adventus - s. Praxedes
Nota morale, f. 377r
add.
Nota de planetis [isti sunt VII planetae], ff. 377v-378r
add.
Legenda aurea, Iacobus de Varagine n. 1228/1229, m. 13/14-07-1298, ff. 175ra-361vb
s. Maria Magdalena - Ded. eccclesiae
Vita sancti Iohannis Gualberti [epitome], Hieronymus de Praga OSBCam n. 1370 ca., m. 17-7-1440, ff. 361vb-362vb
add., sec. XV.1
Legenda aurea, Iacobus de Varagine n. 1228/1229, m. 13/14-07-1298, ff. 363ra-367va
s. Franciscus
Legenda aurea, Iacobus de Varagine n. 1228/1229, m. 13/14-07-1298, ff. 367vb-371vb
s. Iohannes Chrysostomus
Conversio sanctae Catharinae, ff. 371vb-374rb
Passio sancti Placidi, ff. 374va-377vb
add., sec. XV.1
Quaestio de anima, f. 377r
add.
L'anema è creatura virtüata, Onesto da Bologna n. 1240 ca. - m. pq 1301 aq 1303, f. 377r
add.

Bibliografia Catalogo mss. scelti Magl. ff. 25v-26r; Indice manoscritti scelti f. 94r; Inv. Conv. soppr. f. 22r; Magheri Cataluccio-Fossa, Biblioteca (1979) pp. 77 n. 216, 153, 204-206; Maggioni Legenda aurea (1998) (fonte); Decaria Onesto Bolognese (2015) pp. 171-175

Spoglio inventariale
Camaldoli (Arezzo) - Eremo. [Inventario A]158- clxii. Item legende sanctorum que incipiunt: 'de adventu domini' et finit 'legenda luculenter apparet' in cartis pecudinis et tabulis et corio rubeo.
Camaldoli (Arezzo) - Eremo. [Inventario B]150- Legende de Tempore, et Sanctorum; et precipue de Exaltatione S. Crucis, et S. Salvatoris. f. 260 in 4to. Parvo.
Camaldoli (Arezzo) - Eremo. [Inventario C]26- [Q.II] Leggende SS. per annum.

Note il manoscritto è di allestimento prolungato; il nucleo originario è formato da due sezioni strettamente sincrone, ff. 1-174 e 175-362, che restituiscono una copia primotrecentesca della Legenda aurea. Questa parte, entrata a Camaldoli verso la metà del Trecento (vd. nota di possesso a f. 1r) è stata ivi successivamente ampliata (sec. XIV terzo-ultimo quarto) con brani omessi nella Legenda originari; viene allora fatta la completa rubricatura e spostata la nota di possesso finale precedente (a f. 361vb). Nella prima metà del sec. XV Girolamo da Praga utilizza parti rimaste in bianco e forse, ma non sicuramente, aggiunge un ultimo bifoglio (ff.373-374). I fogli di guardia I-IV e 375-378 (così numerati ma in realtà ff. I'-IV') sono duerni che dovevano, in base a valutazioni di cronologia assoluta e di relazioni interne, accompagnare le sez. I-II ab antiquo prima dell'intervento di completamento tardo Trecentesco (vd. testi nr. VIII-XI)

Responsabile scheda: Eugenia Antonucci

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