Descrizione diretta
London, British Library, Egerton 3036
sec. XIII secondo quarto data stimataNote datazione ca. 1240, vd. Storia del ms.Luogo di copia Toscana occidentale (sec. XIII secondo quarto); Camaldoli (Arezzo), Eremo OSBCam (?) (sec. XIII ultimo quarto) membr. il supporto del nucleo originario (fasc. 1-52) è buona qualità, sottile e ben sbiancato, diversamente dal fasc. finale aggiunto, di qualità scadente e poco preparato ff. II, 423, III'; numerazione recente; una numerazione originale ad inchiostro rosso e numeri romani individua la parte del Santorale: inizia con I a f. 203 (interno del fasc. 27) e corre fino CCI (attuale f. 412); ff. I e II'-III' cart. moderni; ff. II e I' antichi (I' presenta segni di distacco); il f. II è di recupero da manoscritto liturgico coevo, forse un omeliario; fascicoli 1-19 (8), 20 (6), 21-52 (8), 53 (7), 54 (2): il fasc. 20 (ff. 153-158), in origine un quaterno, è stato decurtato di due fogli finali, del terzo, f. 158 rimane un lacerto; il fasc. 53 (ff. 415-421) è un quinterno privo di tre fogli in fine; il fasc. 54 (ff. 422-423) è costituito di due fogli singoli; numerazione dei fascicoli originale in numeri romani che esclude il primo fascicolo e corre regolarmente da I a L, attuali fasc. 2-51 (ff. 9-406); è escluso il fasc. 52 (ff. 407-414) in quanto conclusivo di questa parte originaria: manca il nr. XIX per la mutilazione che ha interessato i fogli finali del fasc. 20. L'analisi della struttura dei 9 ff. finali, da 415 a 423, non permette di stabilire con sicurezza se i ff. 415-421 siano un quinterno, con inizio dal lato pelo, decurtato di tre fogli finali e seguito da un bifolio solidale (ff. 422-423) oppure se i ff. 422-423 siano solamente incollati tra loro ma facessero in origine parte del quinterno; la situazione attuale presenta un fascicolo di 7 fogli (3 singoli 415, 416, 417, e due bifogli: centrali i ff. 419/420) seguito da due fogli incollati, 422-423. Sul lacerto che costituisce il f. 158 rimangono tracce di scrittura marginale, che non risulta essere identificabile con le mani presenti nel testo o ai margini del manoscritto; potrebbe trattarsi di aggiunta (del sec. XIII) non utile ed eliminata di conseguenza dimensioni: 365 x 243 (f. 5), 366 x 240 (f. 412), 365 x 242 (f. 416), 365 x 242 (ff. 422-423); specchio di scrittura: fasc. 1, ff. 1-8: 30 [242] 93 x 0; fasc. 2-52, ff. 9-414: 41 [217] 108 x 32 [57 (22) 57] 72; fasc. 53, ff. 415-421: 35 [258] 72 x 17 [78 (18) 80] 49; var. nel calendario; fasc. 54, ff. 422, 423: 35 [256] 32 x 28 [10 (67) 7 (50) 6 ] 47; fasc. 1, ff. 1-8, musicati, rr. 50/ ll. 10+10 sistemi musicali; fasc. 2-52, ff. 9-414: ll. 22/rr. 22; fasc. 53, ff. 415-421: ll. 37/rr. 37; var. nel calendario; fasc. 54, ff. 422, 423: var.: la rigatura è genericamente a secco, con locali specifiche: nel fascicolo iniziale sono ripassate a colore le linee di chiave musicale, non risulta percepibile la giustificazione verticale ma la larghezza dello specchio è molto regolare (36 [142] 64); ai ff. 411r-412v in corrispondenza di un inserimento successivo si nota un ripasso della rigatura a colore e sui due fogli finali 422 e 423, la preparazione è ad inchiostro. La mano D, che utilizza fogli rimasti in bianco e non preparati, procede ad una nuova, fitta foratura, che trapassa (sempre più leggera) fino a f. 422scritture e mani minuscola documentaria; Italia Toscana minuscola di transizione; Italia Toscana occidentale note generali sulla scrittura: Mano A (mano fondamentale, ff. 1ra-411ra): non compare in fogli successivi; è un copista di professione. Mano B: aggiunge la messa ai ff. 411ra-412rb ed è strettamente coeva ad A; queste due mani usano una minuscola di transizione e sono graficamente molto vicine. Mano C: verga ai ff. 413r-414v l'elenco delle letture; deve lavorare quando la compagine è già completa perché la foratura a lui imputabile trapassa fino a f. 422 e la sua mano si rintraccia anche a margine dopo il testo da lui inserito. Utilizza una scrittura documentaria di grande competenza rilevabile lungo tutto il ms., anche nei fogli iniziali ed in una aggiunta su f. 422r; è forse la mano più tarda nella compagine. Non è stata calcolata la mano del monaco Consilio che verga la lunga nota ai ff. 415r-416v ma non pare poi operare nel manoscritto né tante altri inserimenti locali Presenza di note A f. 223v e a f. 302v il copista di Namur lascia lunghi interventi; f. 20v a margine nota di carattere liturgico ascrivibile alla mano di Ambrogio Traversari decorato: la decorazione è espressamente attribuita a Marcus pictor, identificato dalla critica (già da Garrison) con Marco di Berlinghieri, attivo tra Lucca e Bologna in quel periodo e artefice anche della decorazione della Bibbia atlantica ora Lucca, Biblioteca Capitolare Feliniana, 1; per ulteriori rif. vedila scheda relativa al ms. BML, Conv. soppr. 343, ms. accostato da Garrison (con valutazioni discontinue) a questo; precisi raffronti tra i due mss. in Violi, Bibbia , pp. 32-33 in part. Iniziali semplici; Iniziali illustrate; Iniziali decorate: una iniziale illustrata a f. 28v (Natività); iniziali decorate con oro; a f. 157v disegno a penna (Annunciazione) forse di aggiunta sincrona ma non rientrante nel piano originario decorativo del manufatto rubricato Notazione musicale: fasc. 1: notazione neumatica su tetragramma con due chiavi: linea di fa in rosso e di do in gialloLegatura antica; un restauro rigidamente conservativo ha lasciato completamente fruibile la legatura antica (sec. XV?) in cuoio con incisioni e piccole borchie (parte sostituite); non è stato rifatto il dorso e rimangono 4 nervi doppi a vista; sono stati riconsolidati i capitelli e inserito il bifolio di guardia finaleEnte possessore Camaldoli (Arezzo), Eremo OSBCam (?) (sec. XIII ultimo quarto - XIX in.)luoghi / enti collegati Montione (Cascina, Pisa), S. Savino, abbazia OSBCamNomi Consilius OSBCam (fl. XIII med.), procacciatore (ca. 1240); Marco di Berlinghiero (ca. XIII med.), miniatore (ca. 1240); copista di Namur monachus OSBCam (fl. XIII med.), note di (sec. XIII. 2); Ambrosius Traversarius monachus OSBCam (n. 16-9-1386, m. 21-10-1439), note di (sec. XV. 1)Precedenti segnature omega 199, Camaldoli (Arezzo), Eremo OSBCam (sec. XVIII ultimo quarto); Q.V-4, Camaldoli (Arezzo), Eremo OSBCam (sec. XVIII ex.)Storia del manoscritto A f. 417 va rimane il lungo ricordo della fattura del manoscritto: In nomine Domini. Amen. Anno ab incarnatione Domini MCCXXXX. Breve recordationis pro futuris temporibus ad memoriam retinendam qualiter ego do (m )nus Consilius monachus [...] a domino Iacobo [...] ordinis eidem (sic) penitentiario accepi litteras deputativas ad quosdam abbates destinatas quorum nominum dicentur inferius, quatinus intuitu misericordie et vinculo sui ducti dilectionis, de bonis sibi a Deo collatis ad hunc librum faciendum aliquid ex caritate dignarentus largiri. Quapropter ego iam dictus C. cupiens obedire, presertim cum obedientia melior quam victima reputetur, ad hoc opus institutus faciendum, conscientia teste apud Deum, pure operam dedi, nimio desudando labore, ut ad perfectionem perduceretur, atque personas helemosinas largientium eorumque dona presenti libello scribere curavi ut tam presentes quam futuri [congregationis ...] iam dittos donatores apud Deum suis reddant precibus commendatos ita quod quando de hac luce illos migrare contigerit Deum queant reperire placatum. Isti vero sunt quorum auxilio et ortatu liber iste factus est: in primis: [Abbas de Vulterris ] XL. florinos; do (m )nus Iacobus qui tunc erat abbas de Cerreto V. florinos; abbas Urbanus s.Sancti Savini XV l.; prior Sancti Fridiani s. XX; abbas Sancti Michaelis s. XII; abbas Sancti Zen (onis ) s. XX; do (m )nus Dignus hospitalarius s (anct )i F (ridiani ) s. X; do (m )nus hospitalarius Henrigus eiusdem loci IX l. et dimidium; do (m )nus Bene, qui tunc erat abbas de Cantignano s. XX; domnus Paulus abbas eiusdem loci s. XX; abbas de Putheol (is ) s. XX; abbas de Cintorio s. XX et totum sericum et corrigias, eruas, fibulas et manutengium similiter cum quo est coopertus. Item do (m )nus Consilius libras xiiii sine proficuo dictorum et sine expensis suis eundo et redeundo et sine ligatura predicti libri. Item pro cambio dictorum s. VI. Item de exitu ad memoriam retinendam scriptum facio. In primis dedi in cartulis libras XIIII, item scriptura libras XVII. Item Marco pictori XVI libras. Pax bona sit iustis, iniustis recta voluntas. Ego frater C (onsilius ) qui mere operam dedi hoc opus incipiendo et perficiendo Deum contestor, uti aliquis male attentando asserens quod plura receperim quam in presenti recitentur scriptura, mecum contendat in iudicio ante tribunal. (Ch )risti. Il testo, già leggibile in Ann. Cam. IV, 348-349 e ripubblicato in Magheri Cataluccio-Fossa (in bibl., p. 166) è stato ritrascritto correggendo alcuni errori, in particolare riguardo alle note di spesa che non presentavano l'originale distinzione tra libra (= l ), fiorini (= florenos o f. ) e soldo ( s. ). Facendo gli adeguati calcoli il volume è costato in totale 47 libre, raccolte principalmente dalle offerte dall'abate dell'importante abbazia camaldolese di San Savino (15 libre), dall'ospitalare Enrico di San Frediano di Pisa (9 libre e mezzo) e dallo stesso Consilio già monaco di San Savino (ben 14 libre). Le piccole offerte a completamento provengono tutte da sedi camaldolesi del territorio lucchese-pisano (Volterra, Cerreto, Cantignano). Quando verga il ricordo il monaco Consilio non è più nella fondazione pisana, ma sia le rasure effettuate in due punti strategici del testo, sia la valutazione degli importi donati, sia la storia, tormentata fino alla seconda metà del sec. XIII, tra le fondazioni della Tuscia occidentale e Camaldoli, rende del tutto improbabile che il volume sia un omaggio alla casa madre (come ipotizzato in Magheri Cataluccio-Fossa). Prospettiamo invece una prima destinazione proprio per San Savino. A f. 1r marg. sup. appare depennata la segnatura omega.199 (corrispondente all'inventario B) e sostituita dalla segnatura Q.V-4 (corrispondente all'inventario C; vd. Spoglio inventariale e Magheri Cataluccio-Fossa, pp. 473 nr. 199, 495 nr. 4). A f. Iv, marg. inf., una mano recente ha segnato a matita: 694c .Praeconium paschale [exultet; laus cerei], ff. 1r-5vOrdinarium Missae , ff. 5v-8vMissale , ff. 9r-412raCapitulare lectionum , ff. 413r-414vOrdo orationum per totum annum , ff. 415ra-418vbKalendarium , ff. 419r-422vCapitulare Evangeliorum secundum congregationem Camaldulensem , ff. 422r-423vBibliografia Catalogue of Additions (1950) vol. 1950 s.v. Eg. 3036; Garrison Studies III (1957) pp. 66, 68-71 figg. 83-85; Magheri Cataluccio-Fossa, Biblioteca (1979) pp. 31, 32, 35, 41-45, 81, 93, 95, 123, 145, 169, 177-178, 284, 451, 485; CMD-GB I (1979) n° 621; Violi Bibbia (2017) pp. 32-33 in part.; Pomaro Libro e scrittura (2018) p. 116 n. 23
Spoglio inventariale
199- In f°. Missale conscriptum de an. 1240 a domno Consilio Monaco Fontis Boni. 4- [Q.V] Missale Antiqum Ordinis Camaldulensis.
Note Il manoscritto consta di un nucleo originario di 52 fascicoli: ff. 1-8 (fasc. 1, escluso dalla numerazione fascicolare originaria ma costitutivo) e ff. 9-414. Il testo di questa parte termina a f. 411ra linea 6. I ff. 411ra linea 7-412rb sono sotto il profilo testuale aggiunta leggermente successiva mentre decisamente successivo è l'utilizzo dei ff. 413-414 (rimasti in bianco e senza preparazione). A questi 52 fascicoli viene aggiunto un completamento, i ff. 416-423, forse in due momenti successivi (ff. 416-421 e 422-423; vd. le note ai fascicoli). La prima aggiunta è immediata in quanto offre, a f. 417ra la lunga nota, stesa attorno al 1240, del monaco Consilio, che rende conto dell'iter di confezionamento del manoscritto riferibile chiaramente a zona tosco-occidentale. Quest'origine, sostenuta dall'esame paleografico, dagli aspetti decorativi e dalla localizzazione dei patrocinatori dell'opera, induce a pensare ad una destinazione per una importante fondazione della Toscana occidentale (il monastero di San Savino?); che il manoscritto rimanga nella Lucchesia per un certo tempo risulta anche dalle aggiunte al calendario finale. In conseguenza di questa (nuova) ipotesi il manoscritto non sarebbe stato all'origine destinato per Camaldoli - che molto lentamente, e dopo il declino dell'area pisana - si configura come casa madre ma vi sarebbe giunto probabilmente al seguito del flusso migratorio dalla Toscana occidentale alla sede aretina lungo la seconda metà del Duecento. Il manoscritto è a Camaldoli alla fine del Duecento, quando vi interviene il «copista di Namur».
Risorse esterne collegate
British Library Catalogue of Illuminated Manuscripts
Responsabile scheda: Gabriella Pomaro
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