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MIRABILE

Archivio digitale della cultura medievale
Digital Archives for Medieval Culture

Descrizione diretta

Fiesole (Firenze), Archivio Vescovile II.B.1

Composito


membr.
ff. II, 206, I'; ff. numerati 207: numerazione cinquecentesca a penna verosimilmente di Torello Fola, che computa anche f. II;
dimensioni: 496 x 325.


Legatura di restauro, in assi nude e quarto di pelle con riutilizzo di parti preesistenti (assi e fermagli); dorso a 4 nervature doppie; due fermagli di chiusura.

Ente possessore Fiesole (Firenze), Fiesole, capitolo del duomo
Nomi Torello Fola canonico (sec. XVI), responsabile del composito (sec. XVI. 2)
Storia del manoscritto
Il codice è un passionario verosimilmente in 2 tomi, con circolazione autonoma (ff. 2-155 e 167-200, corrispondenti alle sezioni I e III dell'attuale corpus composito), con successiva inserzione del fascicolo centrale (ff. 156-166) e aggregazione di quello finale (ff. 201-207), antico, ma a sé stante. Il nucleo originario più antico (ff. 2-155 e 167-200, in 'minuscola carolina', sec. XII in.), fortemente lacunoso, è stato infatti corretto e riassemblato a metà Cinquecento da Torello Fola, canonico della Cattedrale, che vi ha aggiunto un quinterno tardo quattrocentesco (ff. 156-166) con santi di pertinenza fiesolana (altri sono stati annotati modernamente nei ff. 52va-54ra), saldandovi inoltre una sezione finale antica (ff. 201-207), sostanzialmente coeva alla prima (sec. XII med.); in occasione di quel riassetto, lo ha dotato di un frontespizio (f. II, segnato 1) con apposita tavola di rinvio (f. IIr) e ampia nota latina esplicativa (f. IIv), datata 1 novembre 1566. Al Fola si devono anche, verosimilmente, la cartulazione e l'integrazione testuale a f. 54vb, come pure il cartiglio segnalante le lacune nel margine inferiore di f. 2r: Plurimae, pie lector, ut cernis tum chartae tum sanctorum vitae hoc in libro deiderantur, quem attamen restauratum esse non te lateat quo nostrorum historiae sanctorum hac diligentia et Dei munere in longum servetur aevum. Il codice, tuttavia, doveva essere lacunoso già in epoca precedente, come sembrano attestare le annotazioni marginali più antiche (cfr. a f. 97v, sec. XIV: Deficit de passione sancti Stephani. Mancano più quaderne, da detto sancto Stephano per insino a sancto Marco. Sarebbe honore di Dio et a reverentia de' sancti che mancano loro leggiende a ffarne iscrivere, et laus Deo. Sono di mancamento istorie o leggiende 13, saranno quaderni due o circha). La tipologia decorativa dei ff. 2-155 e 167-207 risulta abbastanza simile, anche se non di stessa mano, ma i ritocchi acquerellati del sec. XVI sono pervasivi e ne impediscono una corretta valutazione.
A f. IIr, all'interno di una cornice ad acquerello a forma di tabernacolo, l'iscrizione a caratteri capitali: Sum Canonicae Fesulanae, sormontata dal medaglione con la figura di un santo (verosimilmente s. Romolo); nel basamento, un crescente azzurro (= Fiesole?) accompagnato ai lati da un'iscrizione in lettere capitali di difficile restituzione: PUS / ET / A[.]E / SRE.
Sulla controguardia anteriore, al centro, la nota dattiloscritta dell'archivista del Capitolo, mons. Giuseppe Raspini, datata 27 agosto 1973, segnalante i santi fiesolani presenti nel ms.; in alto, annotata a matita dal medesimo Raspini (cui si devono anche le saltuarie note marginali), la data del restauro (Riportato dal Masi il 23.4.1991) e, in basso, due cartellini di riporto con la segnatura corrente e un numero d'inventario: 4268 (quest'ultimo eseguito con modulo meccanico). Sulla controguardia posteriore, il cartellino del restauratore (sec. XX). Sul dorso, in basso, un cartellino cartaceo recente con la segnatura corrente a pennarello. Il f. I è di recupero da un ms. patristico (Sermones de tempore) sostanzialmente coevo (sec. XII) come pure f. I', solo apparentemente con funzione di guardia, ma di fatto assimilabile alla mano principale del corpus (ff. 2-155, 167-200) e a questa riconducibile; il f. II, membr. segnato 1 con funzione di frontespizio, è invece inserzione del sec. XVI.

Bibliografia BHL (1898) (repertorio); Raspini Libri liturgici (1992) pp. 39-40; Raspini Documenti Capitolare (1995) pp. IV-V figg. 9-13; Raspini Documenti Vescovile (1995) p. IV figg. 21-22, p. V figg. 27-28; Raspini San Romolo (1997) pp. 45-55; Iter Liturgicum Italicum (1999) p. 70; Verrando Due leggendari (2000) pp. 443, 452 n. 44, 453 n. 45-46-49, pp. 456 n. 57, 456 n. 63, 461-91; Pomaro Materiali (2014) p. 180 n. 20; Brand Treasure and Sacred Song (2014) p. 52 n. 27

U.C. I (ff. 2-155) sec. XII in. data stimata
membr.
ff. 154; fascicoli 1-6 (8), 7 (9), 8-9 (8), 10 (7), 11-14 (8), 15 (2), 16-17 (8), 18 (6), 19 (8): richiami orizzontali in prossimità del margine interno, in genere asportati dalla rifilatura; il fascicolo 7, fattizio, è costituito da un originario quaterno, acefalo del foglio iniziale, con l'aggiunta moderna di un bifoglio centrale (ff. 53-54); il fascicolo 11 è un quaterno, decurtato del quinto foglio;
dimensioni: 494 x 324 (f. 15, var.); specchio di scrittura: 25 [390] 79 x 19/11 [102 (26) 100] 10/56 (f. 15r, var.); rr. 45/ll. 45 (f. 15r), rigatura a secco: talora con tracce della punta a piombo.

scritture e mani minuscola carolina;
note generali sulla scrittura: minuscola carolina verosimilmente di un'unica mano; alcuni fogli sono palinsesti, con tracce di scrittura precedente ancora visibili nel margine inferiore (es. ff. 25, 26, 33, 98, 105, 114).


Presenza di note / correzioni
Saltuarie integrazioni testuali in margine e in interlinea del copista; postille e note marginali di altre mani antiche, fra cui si segnalano due corsive (sec. XIII in. e XIV terzo quarto); correzioni di una mano cinquecentesca (probabilmente quella del Fola) direttamente sul testo, eraso e riscritto. Integrazioni di due mani moderne (sec. XVI-XVII) ai ff. 52va-54ra e 54vb (Fola?).

decorato: la decorazione di penna è stata sistematicamente ritoccata ad acquerello nel sec. XVI in modo pervasivo, tale da comprometterne una corretta valutazione.
Iniziali decorate: iniziali di penna decorate, di tipo zoomorfo (ff. 16v, 37r, 61v, 74v, 75v, 84v, 99r, 101v, 139v, 140v, 141v, 154v, 155v), fitomorfo (a racemi: ff. 10v, 12r, 20r, 30v, 34v, 40v, 41v, 46r, 64v, 66r, 70v, 71v, 86v, 88r, 103r, 109v, 117v, 121v, 140v, 146v, 149r, 153v) o geometrico (ff. 2v, 5v, 8r, 29r, 31v, 32r, 33r-v, 42v, 44v, 45v, 47r-v, 50v, 56v, 62v, 64r, 78v, 79v, 81r-v, 89r, 91r, 94v, 104r, 109r, 110v, 112v, 114v, 116r, 125r, 127r, 128r, 131r, 132v, 133r, 139r, 140r, 143v);
rubricato: rubriche e incipit a caratteri capitali rilevati in rosso o in capitale mista.


Storia del manoscritto
Il Passionario costituisce la sezione principale di un corpus composito riunito negli anni Sessanta del Cinquecento dal canonico della Cattedrale Torello Fola, come avverte la lunga nota a f. 1v: del Fola reca infatti numerosi interventi sul testo, oltre verosimilmente all'annotazione nel cartiglio segnata nel margine inferiore di f. 2r. Tutta la sezione è accompagnata da postille marginali di varie mani (es. f. 61v), fra cui si distinguono due mani corsive, una più antica (sec. XIII in.: cfr. ff. 56v, 62v, 81r, 84v, 91r marg. interno, 116r, 127r, 143r) e una più tarda (sec. XIV terzo quarto: ff. 40v, 51v, 65r, 91r marg. sup., 97v, 98r), che segnalano lacune o annotano indicazioni sui santi e le relative festività; la più antica rinvia frequentemente ad un martirologio (es. a f. 127r: De sancto Eufrosino episcopo et confessore, require in martirologio), che è probabilmente l'attuale sezione III (ff. 167-200), o almeno ciò che ne resta: se infatti è possibile reperire ancora la passione di s. Eufrosino a f. 187ra (BHL 2727b), la gran parte degli altri rimandi non trova alcuna rispondenza nella parte rimastaci del martirologio in questione (es. a f. 56v, nel margine superiore: III Idus i(iulii), Passio sancti Barnabe apostoli require in fine istius libri, o a f. 84v, nel margine interno: [Pas]sionem sancti Christofori require in martirolo[gio] VIII Kalendas agusti, ubi incipit [...]e die, ma nessuna traccia vi è dei due santi menzionati), che è alquanto lacunoso e malridotto, con alcuni fogli addirittura da ricollocare correttemente (ff. 191 e 200).

Passionarium, ff. 2ra-155vb
acefalo e lacunoso

U.C. II (ff. 156-166) sec. XV ex. data stimata
membr.
ff. 11; fascicoli 1 (9), 2 (2): il fascicolo 1 è un quinterno, privo del foglio finale, ma senza lacune di testo;
dimensioni: 492 x 322; specchio di scrittura: 40 [315] 137 x 25/7 [98 (21) 96] 7/68; rr. 44/ll. 44, rigatura a secco

scritture e mani littera antiqua;
note generali sulla scrittura: una sola mano in littera antiqua.


Presenza di note
Integrazioni di una mano cinquecentesca direttamente sul testo, eraso e riscritto; aggiunte di varie mani moderne (sec. XVI-XVIII).

decorato
Iniziali semplici: iniziali semplici ma in genere spazi riservati riempiti posteriormente; maiuscole emarginate;
rubricato


Storia del manoscritto
Il testo mostra numerosi interventi di riscrittura, verosimilmente imputabili al responsabile cinquecentesco del suo attuale assetto, quel canonico Fola cui si devono anche tutte le aggiunte di pertinenza eminentemente fiesolana presenti nel manoscritto.

Passionarium, ff. 156ra-164ra
Catalogus Faesulanorum episcoporum [sec. XVI-XX], ff. 164ra-165vb

U.C. III (ff. 167-200) sec. XII in. data stimata
membr.
ff. 41; fascicoli 1-3 (8), 4 (9), 5 (1): richiami orizzontali, in prossimità del margine interno; il foglio finale, non numerato, apparentemente con funzione di guardia, risulta invece della medesima mano dei ff. 167-200, sia pur spostato rispetto alla sua originaria e corretta collocazione; il fascicolo 4 è un quaterno regolare, con l'aggiunta di un foglio iniziale (f. 191), chiaramente fuori posto e verosimilmente parte di un'unità maggiore, al momento decurtata, cui potrebbe appartenere anche l'unico foglio residuo del fascicolo 5 (f. 200);
dimensioni: 492 x 322 (f. 179); specchio di scrittura: 35 [385] 72 x 27/10 [105 (25) 103] 10/42 (f. 179r); rr. 45/ll. 45, rigatura a secco

scritture e mani minuscola carolina;
note generali sulla scrittura: minuscola carolina di una sola mano.


decorato: molte delle iniziali sono poste fuori dallo specchio di scrittura, quasi non previste.
Iniziali semplici; Iniziali decorate: iniziali di penna decorate, di tipo fitomorfo (a racemi: ff. 171r-v, 172r, 174r, 175v, 176v, 187r), zoomorfo (ff. 181v, 185v, 187v) o geometrico (f. 168v); maiuscole emarginate;
rubricato


Stato di conservazione : l'umidità ha macchiato parecchi fogli, talora anche privi di parte del margine superiore e/o inferiore, per quanto attualmente risarciti dal recente intervento di restauro; il f. 192 manca inoltre di una porzione di testo, a causa dell'asportazione di un tassello al centro della colonna esterna di scrittura, verosimilmente contenente un'iniziale miniata.

Storia del manoscritto
La presente sezione (ff. 167-200), che costituisce la terza parte del Passionario segnato 'II.B.1', pone diversi problemi: i ff. 167r-200v sono infatti quasi sicuramente opera del medesimo copista che scrive la sezione principale del ms. (ff. 2r-155v); analoga è pure la decorazione di entrambi, anche se non di stessa mano (ad eccezione delle iniziali zoomorfe, sostanzialmente identiche), e medesimo il contenuto (vite dei santi secondo l'anno liturgico): manca tuttavia in questa seconda parte l'intervento in margine delle mani corsive antiche presenti invece nella prima parte (es. ff. 56v, 97v), mentre evidenti sono i danni dovuti all'umidità all'incuria e all'uso ripetuto, che non hanno invece funestato la sezione principale. Ciò farebbe supporre un diverso e separato impiego delle due parti, sia pur parallelo (un passionario in due tomi), comunque riunite in epoca cinquecentesca, quando la decorazione di entrambe è stata ritoccata ad acquerello e l'intero corpus è stato dotato di un'unica cartulazione. Mancano qui invece del tutto gli interventi sul testo da parte del canonico Fola (chiaramente rilevabili nelle sezioni precedenti), che pure deve essere stato il responsabile dell'accorpamento, non solo di questa sezione, ma anche del quaterno finale (ff. 201-207), parimenti in 'minuscola carolina', ma cronologicamente di poco più tardo (sec. XII med.) e sensibilmente diverso per caratteristiche codicologiche (mentre la sua decorazione presenta alcune analogie con le sezioni precedenti antiche). A ciò si aggiunge la questione aperta dalla guardiafinale, solo apparentemente tale, ma di fatto pertinente alla mano che scrive i ff. 167r-200v, a cui si accosta anche per la tipologia delle iniziali: verosimilmente staccata dalla sua collocazione originaria e chiaramente fuori posto (come pure i ff. 191 e 200), doveva forse inizialmente trovarsi inserita al suo interno. Si segnala infine la singolare e inattesa presenza, a f. 182va, all'interno della colonna di scrittura, di un'esigua porzione di testo vergata in scrittura beneventana, con ogni probabilità di mano del copista.

Passionarium, ff. 167ra-200vb
acefalo, lacunoso e mutilo

U.C. IV (ff. 201-207) sec. XII med. data stimata
membr.
ff. 7; fascicoli 1 (7): il fascicolo è un quaterno, mancante del foglio finale, ma senza apparenti lacune testuali;
dimensioni: 489 x 321 (f. 202); specchio di scrittura: 40 [380] 69 x 33/10 [98 (26) 99] 10/45 (f. 202r); rr. 45/ll. 45, rigatura a secco

scritture e mani minuscola carolina;
note generali sulla scrittura: una sola mano in minuscola carolina.


decorato
Iniziali semplici; Iniziali decorate: iniziali di penna decorate, di tipo fitomorfo (a racemi: ff. 201r, 203v, 204v); maiuscole emarginate;
rubricato


Storia del manoscritto
La presente sezione, pur contenente sempre testi di interesse agiografico, è cronologicamente appena posteriore rispetto alla altre due (ff. 2-155 e 167-200), per quanto ad esse affine per tipologia grafica e decorativa, e pone pertanto il problema di una diversa provenienza. E' probabile che il Fola medesimo l'abbia aggiunta al resto del corpus, per completarlo con festività di santi non compresi nelle unità precedenti.

Passionarium, ff. 201ra-207vb

Note scheda originaria a c. di Francesca Mazzanti; revisione 2018

Responsabile scheda: CODEX

Scheda derivata da: GREGORIO

Altri progetti collegati:
CODEX

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