L'A. presenta le caratteristiche della tradizione testuale delle raccolte di
exempla omiletici: fluidità dei testi; labilità della nozione di autore; raccolte di maggior ampiezza che presentano una tradizione molto instabile (Stefano di Borbone
Tractatus de diversis materiis praedicabilibus; Arnoldo di Liegi
Alphabetum narrationum; Giovanni Gobi
Scala coeli); raccolte di seconda generazione (XIII-XIV secolo) e più brevi, che si mantengono maggiormente stabili (
Liber ad status [Paris, BNF, lat. 6368];
Tabula exemplorum;
Compilatio singularis); tradizione costituita da un solo ms. (la «Collection Richelieu» nel ms. Paris, BNF, lat. 15912, il
Liber exemplorum di Durham, il ms. Auxerre, BM, 35 legato alla
Tabula exemplorum, il
Sertum florum moralium nel ms. Paris, BNF, 13475 e il
Doctorum doctorale nel ms. Paris, BNF, n.a. lat. 860); traduzioni in volgare destinate a un pubblico diverso (laici e aristocratici) da quello originale (
Alphabetum narrationum;
Dialogus creaturarum;
Gesta Romanorum). Segnala quindi l'esigenza da parte dei ricercatori di testi sicuri e affidabili, ma realizzati secondo criteri pragmatici, di una ricognizione delle fonti accurata e di indici. Ricorda le edizioni e le traduzioni di
exempla tra il 1969 e il 1994 e quelle in corso di realizzazione: la «Collection Richelieu» a cura di un'équipe del «Groupe d'anthropologie historique de l'Occident médiéval (CHR-CNRS)», il
Libellus proverbiorum di Galando di Reigny a cura di A. Grélois, i
Sermones ad status di Jacques de Vitry a cura di J. Longère, l'
Alphabetum narrationum di Arnoldo di Liegi, il
De dono timoris di Umberto di Romans a cura di C. Chevalier. Indica infine alcuni
desiderata: il
Promptuarium exemplorum di Martino Polono, il
Bonum universale de apibus di Tommaso di Cantimpré, il completamento dell'ed. di Welter della raccolta conservata nei mss. London, BL, Royal 7.D.I e Add. 33956, il
Verbum abbreviatum di Pietro Cantore e il
Liber visionum et miraculorum cisterciense (Troyes, BM, 946). (Lucia Pinelli)
Riduci