David F. Appleby Rudolf, Abbot Hrabanus and the Ark of the Covenant Reliquiary ABR 46 (1995) 419-43Recensioni e segnalazioni
Argomenti e indici Scheda N: 20 - 3200
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Matthias Becher Rex, Dux und Gens. Untersuchungen zur Entstehung des sächsischen Herzogtums im 9. und 10. Jahrhundert Husum, Matthiesen Verlag 1996 pp. 373 (Historische Studien [Berlin/Husum] 444)
Abstract
Part I discusses 9th-cent. Saxon ethnicity: considers Saxon origin stories as recounted, for example, in Rudolf of Fulda's
translatio of St Alexander. Part II considers aristrocratic-royal cooperation. J.Ehlers in «Rheinische Vierteljahrsblätter» 62 (1998) 386-9 hebt die zusammenfassende Bewertung der Forschungslage und die - angesichts der Alternative zwischen einem ethnischen und einem politischen Verständnis des Herzugtums vermittelnde - Tendenz des Verf. hervor. Das Buch behandelt die Stellung und das Bewußtsein der sächsischen gens und der Liudolfinger vor 919, die Bedeutung Saxonias im Frankenreich und «Sachsen unter den liudolfingischen Königen und Hermann Billungs Aufstieg zum Herzog». Wegen der Quellenarmut sind die Ergebnisse oft hypothetischer Natur. Nach Meinung von Klaus Naß («Deutsches Archiv» 55 (1999) 731-2) sind die Interpretationen zur Translatio s. Alexandri c. 6 und Widukind I 14 falsch beziehungsweise einseitig
Riduci
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Argomenti e indici Scheda N: 20 - 7838; 21 - 8473; 22 - 8657
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Gereon Becht-Jördens Die «Vita Aegil» des Brun Candidus als Quelle zu Fragen aus der Geschichte Fuldas im Zeitalter der anianischen Reform HessJB 42 (1992) 19-48
Abstract
L'A. sottopone a un attento esame la
Vita Aegil come fonte per la storia di Fulda dall'epoca del contrastato abbaziato di Ratgero fino all'elezione di Eigil e all'avvio della politica di riforma da questi introdotta nel monastero; si sofferma in particolare sulla biografia di Eigil negli anni precedenti la nomina, sull'opera edilizia da lui intrapresa come abate e sul ripristino della
Regula Benedicti in armonia con la riforma promossa da Benedetto di Aniane e con le direttive imposte da Ludovico il Pio. Tra le fonti, accanto a diversi capitolari regi, sono ricordate la
Vita Sturmi dello stesso Eigil e la
Vita Leobae di Rodolfo. (Luca Robertini)
Riduci
Argomenti e indici Scheda N: 15 - 750
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Virginia Blanton - Helene E. Scheck Leoba and the Iconography of Learning in the Lives of Anglo-Saxon Religious Women, 660-780 in Nuns' Literacies in Medieval Europe: The Kansas City Dialogue cur. Virginia Blanton - Veronica M. O'Mara - Patricia Stoop , Turnhout, Brepols 2015 (Medieval Women. Texts and Contexts 27) pp. XLV-415, 3-26
Abstract
L'esame della
Vita della badessa Leoba di Tauberbischofsheim
... Leggi tutto L'esame della
Vita della badessa Leoba di Tauberbischofsheim (di cui il rec. ricorda il ms. München, BSB, Clm 11321), mette in luce la grande cultura letteraria delle monache anglo-sassoni fra VII e VIII sec., comprovata dai codici Wien, ÖNB, 751 (lettera della badessa Aelfleda di Whitby al f. 32r); Sankt Gallen, Stiftsbibl., 567 (
Vita Gregorii dell'Anonimo di Whitby scritta durante l'abbaziato di Aelfleda); Würzburg, UB, M.p.th.q. 2 (codice di origine italiana posseduto dalla badessa Cuthswith di Inkberrow)
Riduci
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Argomenti e indici Manoscritti
Scheda N: 40 - 3586
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Giovanni Brescia Motivi politici e identitari nella Sassonia altomedievale: la Translatio Corbeiam in Saxonia (BHL 8718) VetC 56 (2019) 79-91 carta 1
Abstract
Oggetto di studio è una delle
translationes incluse nel dossier agiografico del martire Vito, la
Translatio Corbeiam in Saxonia . Si tratta di un'operetta agiografica anonima, prodotta dagli ambienti monastici sassoni intorno alla metà del IX secolo e connotata da una forte valenza politica e identitaria. Essa descrive le tappe della traslazione della reliquie di san Vito nell'836 dall'abbazia di Saint-Denis, al monastero di
Corbeia Nova (Corvey). La sezione dedicata alla descrizione della nascita del monastero sembra porsi in polemica con l'
Epitaphium Arsenii di Pascasio Radberto, abate di Corbie, la casa madre della nuova fondazione, dalla quale probabilmente l'agiografo voleva prendere le distanze. Secondo il racconto, l'itinerario del corteo processionale che accompagna i resti del santo, guidato dall'abate di Corvey Guarino, consta di tredici tappe, percorse dal 9 marzo al 13 giugno, durante le quali, per intercessione del santo, nel contesto di celebrazioni solenni e riti devozionali, si verificano prodigi e guarigioni. L'agiografo narra inoltre che, con la
depositio delle reliquie nel monastero tedesco, inizia a verificarsi una lunga serie di miracoli in favore dei Sassoni che accorrono numerosi in pellegrinaggio. A seguito di questi eventi il monastero di Corvey diviene il centro propulsore del culto di san Vito, che tra X e XI secolo si diffonde rapidamente in varie località della medesima regione e della Germania. L'A. prende in esame il tragitto, calcolando tempi e distanze e ipotizzando probabili soste intermedie, non evidenziate dall'agiografo, con l'ausilio di strumenti attuali. Il particolare patronato del santo sui Sassoni si esprime, fra gli altri, nel miracolo della nave, che potrebbe riecheggiare un episodio analogo della
Vita Rabani Mauri di Rodolfo di Fulda (metà IX secolo). L'analisi di questi e di ulteriori elementi è interpretata come espressione della volontà delle élite sassoni di suggellare la propria integrazione nell'impero carolingio e di dare prova del compimento del processo di cristianizzazione, già imposta con la forza da Carlo Magno.
Riduci
Argomenti e indici Vitus, Modestus et Crescentia Romae martyres Corvey, Benedettini Hrabanus Maurus, Fuldensis abb. Karolus Magnus rex n. 742, m. 28-1-814 Wala Corbeiensis et Bobiensis abbas m. 836 Paschasius Radbertus n. 790 ca., m. post 851 ,
Epitaphium Arsenii (Pascasius. Saepe mecum, frater Severe, tacitus... ) Radulphus Fuldensis monachus et presbyter n. ante 800, m. 8-3-865 ,
Miracula sanctorum in Fuldenses ecclesias translatorum (Scriptores rerum ecclesiasticarum... In ea parte Germaniae, quam Franciae... )
Luoghi: Corbie Corvey Germania Saint-Denis Sassonia
Scheda N: 42 - 5793
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Susana Bullido del Barrio «Iuxta decreta» - Überlegungen zu Hrabanus Maurus und seinem «Martyrologium» in Hrabanus Maurus in Fulda. Mit eine Hrabanus Maurus-Bibliographie (1979-2009) cur. Marc-Aeilkò Aris - Susana Bullido del Barrio , Frankfurt a.M., J. Knecht 2010 (Fuldaer Studien. Schriftenreihe der Theologischen Facultät Fulda 13) pp. 349, 189-218
Abstract
Nel contesto della memoria letteraria dedicata alla devozione di Fulda, dove un posto particolare occupa la badessa Lioba, si inscrive a pieno diritto il
Martyrologium di Rabano Mauro, redatto negli anni Quaranta del IX secolo. Nel discutere della datazione, delle fasi redazionali e del contenuto dell'opera (che comprende anche la memoria di Carlo Magno ed è fortemente influenzato dall'amicizia di Rabano con Alcuino), l'A. richiama diffusamente gli studi di J. McCulloh, dei quali conferma l'ipotesi all'anno 843 per la stesura del
Martyrologium . In appendice è posta una riflessione sui rapporti fra Rabano e l'abbate Ratger, più profondi e significativi di quanto i documenti lascino intendere a prima vista (Eigil
Vita Sturmi e
Supplex libellus monachorum Fuldensium ; Alcuino
Epistolae ; Rodolfo di Fulda
Miracula ). (Marianna Cerno)
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Argomenti e indici Hrabanus Maurus n. 780 ca., m. 4-2-856 ,
Martyrologium [una cum epistola praefatoria ad Ratleicum Seleginstadiensem abbatem et carmine nuncupatorio ad Grimoldum archicapellanum ] (Hunc ergo ex scriptis confeci rite libellum... Quia rogasti me, frater amantissime, quod martyrologium Karolus Magnus rex n. 742, m. 28-1-814 Leoba fl. 732-735, m. 782 ca. Sturmius Fuldensis abbas m. 779 Alcuinus n. 730/735, m. 19-5-804 ,
Epistolae Eigil Fuldensis abbas n. 750 ca., m. 15-6-822 ,
Supplex libellus monachorum Fuldensium Carolo imperatori porrectus (?) Eigil Fuldensis abbas n. 750 ca., m. 15-6-822 ,
Vita Sturmii [una cum prologo in Vitam sancti Sturmii abbatis seu epistola dedicatoria Angildruthae virgini] («Assidue te amore divino accensam»... «Tempore quodam s. ac ven. archiepiscopus Bonifatius»... ) Radulphus Fuldensis monachus et presbyter n. ante 800, m. 8-3-865 ,
Miracula sanctorum in Fuldenses ecclesias translatorum (Scriptores rerum ecclesiasticarum... In ea parte Germaniae, quam Franciae... )
Scheda N: 32 - 2002
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Martina Caroli «Aurea celestem thesaurum contegit urna». L'abbazia di Centula, tesoro modellato da Angilberto Sanctorum 2 (2005) 9-16
Abstract
In fonti della prima metà del IX secolo la reliquia è considerata un tesoro. L'A. definisce un tesoro di reliquie come «un insieme di oggetti considerati preziosi in un determinato contesto e temporaneamente sottratti alla circolazione». Presenta poi due testi che si occupano di tesori reliquiali. Nel primo, il
De ecclesia Centulensi libellus , l'abate dell'abbazia di Saint-Riquier, Angilberto, nei primissimi anni del IX secolo, propone una sezione dedicata interamente alla descrizione delle reliquie possedute dal monastero: il monastero stesso assume la funzione di un reliquiario costruito su fondamenta teologiche, capace di garantire agli occhi dei contemporanei la conservazione e l'autenticazione del suo tesoro. Nel secondo testo, i
Miracula sanctorum in Fuldenses ecclesias translatorum (842-827), Rodolfo di Fulda narra dell'acquisizione di reliquie da parte dell'abate e della loro organizzazione all'interno delle chiese fuldensi: nel testo l'autorità delle reliquie non è garantita dal monastero stesso, ma dall'individualità della conservazione della reliquia, dalla
repositio episcopale e dalla sua efficacia taumaturgica.
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Argomenti e indici Scheda N: 28 - 364
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Martina Caroli Traslazioni delle reliquie e rifondazioni della memoria (secoli IX-X): Senesio, Teopompo e Rodolfo di Fulda in Sant'Anselmo di Nonantola e i santi fondatori nella tradizione monastica tra Oriente e Occidente . Atti della giornata di studio, Nonantola 12 aprile 2003 cur. Riccardo Fangarezzi - Paolo Golinelli - Alba Maria Orselli , Roma, Viella 2006 pp. 336,Argomenti e indici Scheda N: 29 - 6343
Permalink: http://www.mirabileweb.it/mel/-traslazioni-delle-reliquie-e-rifondazioni-della-m/534418
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Martina Caroli Traslazioni delle reliquie e rifondazioni della memoria (secoli IX-X): Senesio, Teopompo e Rodolfo di Fulda in Sant'Anselmo di Nonantola e i santi fondatori nella tradizione monastica tra Oriente e Occidente . Atti della giornata di studio, Nonantola 12 aprile 2003 cur. Riccardo Fangarezzi - Paolo Golinelli - Alba Maria Orselli , Roma, Viella 2006 pp. 335, 203-35
Abstract
Le traslazioni di reliquie fanno seguito innanzi tutto alla volontà di attualizzazione di un culto: in questo contesto liturgico l'attenzione al presente è testimoniata dagli effetti miracolosi delle reliquie sul pubblico e sulla natura in genere, poiché rinnovano concretamente la potenza del santo confermandola nel tempo. L'A. analizza nello specifico il caso dell'anonima
Translatio Senesii et Theopontii (sec. XI) fra
topoi ed episodi simbolici, storie edificanti e rivendicazioni storiche, al fine di evidenziare gli aspetti di attualità di questo genere di agiografia. Prosegue poi con lo studio della figura e delle opere di Rodolfo di Fulda, successore di Rabano Mauro alla direzione della scuola del monastero: in particolare si esaminano la
Vita Laeobae , che contiene il racconto di una sua
translatio da una parte all'altra della chiesa che ospitava i suoi resti, e i
Miracula sanctorum in Fuldenses ecclesias translatorum (opera nota anche col titolo di
Vita Rabani ), in cui ritorna la figura della santa collaboratrice di Bonifacio, protagonista di una seconda traslazione «interna» nel giorno del suo
dies natalis dell'anno 836. L'A. esamina a fondo questo testo sin dal prologo, evidenziando le finalità e il punto di vista di Rodolfo, e riallacciandosi al discorso generale attraverso uno studio delle fonti e della storia delle traslazioni nel secolo IX, che fungono da perno e richiamo della memoria di una comunità e spesso hanno funzione legittimante per una chiesa, un monastero o un intero popolo. (Marianna Cerno)
Riduci
Argomenti e indici Scheda N: 30 - 6401
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Paolo Chiesa Varianti d'autore nell'alto medioevo fra filologia e critica letteraria FilMed 8 (2001) 1-23
Abstract
Si esaminano alcune opere latine medievali fino alla metà dell'XI sec. circa che risultano conservate in redazioni multiple d'autore, anche al fine di sondare quanto una simile indagine possa illuminare sui metodi compositivi del testo e sulle opinioni estetiche di chi le scrisse. Alcune delle opere in questione sono conservate in manoscritti autografi o idiografi, e si prestano più agevolmente all'indagine; più difficile è ricavare osservazioni da quelle per le quali la presenza di redazioni multiple è dedotta dalla
recensio , perché i dati sono più incerti. Gli autori esaminati sono Giovanni Scoto, Incmaro, Anastasio Bibliotecario, Prudenzio di Troyes, Floro, Fridegodo, Rodolfo e Meinardo di Fulda, Liutprando, Raterio, Landolfo Sagace, Richero di Reims, Rodolfo il Glabro, Tietmaro di Merseburg, Arnoldo e Otloh di Sankt Emmeran, Lamberto di Hersfeld, Ademaro di Chabannes e il
Ruodlieb . Si conclude che le varianti d'autore per le opere altomedievali sono in genere di carattere limitato, e rispondono a esigenze di aggiornamento di contenuto e solo raramente di miglioramento stilistico; fa eccezione soprattutto Raterio, che pare sottoporre le sue opere ad un intenso e continuo lavoro di riscrittura, in cui si può ravvisare un'effettiva maturazione stilistica e poetica.
Riduci
Argomenti e indici Filologia e storia del testo Ademarus Cabannensis monachus n. 988 ca., m. 1034 Anastasius Bibliothecarius n. 800/817, m. 879 ca. Arnoldus Sancti Emmerammi praepositus fl. 1035 Florus Lugdunensis diaconus m. 8-2-860 Frithegodus Cantuariensis monachus fl. saec. X post med. Hincmarus Remensis archiepiscopus n. 806 ca., m. 21-12-882 Iohannes Scottus Eriugena n. 810 ca., m. post 877 Lambertus Hersfeldensis monachus n. 1028 ca., m. post 1081 Landulphus Sagax fl. saec. X ex./XI in. Liutprandus Cremonensis episcopus n. 920 ca., m. 970/972 Meginhardus Fuldensis monachus m. post 867 Othlo Sancti Emmerammi Ratisponensis monachus n. 1010 ca., m. post 23-11-1070 Prudentius Trecensis episcopus sedit 843-861, m. 861 Radulphus Fuldensis monachus et presbyter n. ante 800, m. 8-3-865 Radulphus Glaber n. 990 ca., m. 1046/1047 Ratherius Veronensis episcopus n. 887, m. 974 Richerius Sancti Remigii Remensis monachus fl. saec. X ex./XI in. Ruodlieb Thietmarus Merseburgensis episcopus n. 25-7-975, m. 1-12-1018 ,
Chronicon
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Scheda N: 23 - 4550
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