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Claudio Azzara «Scissura pro nulla re facta?» Il papato e lo scisma dei Tre Capitoli in Italia Scritti di storia medievale offerti a Maria Consiglia De Matteis cur. Berardo Pio , Spoleto (Perugia), Centro italiano di studi sull'Alto Medioevo (CISAM) 2011 (Uomini e mondi medievali. Collana del Centro italiano di studi sul basso medioevo - Accademia tudertina 27) pp. IX-702, 31-47
Abstract
Nel 553 le formule dei teologi Iba di Edessa, Teodoreto di Ciro e Teodoro di Mopsuestia vennero condannate a Costantinopoli in quanto considerate filo-nestoriane. Tale iniziativa fu presto osteggiata dalla gran parte delle diocesi occidentali in quanto considerata in contrasto con le risoluzioni del concilio di Calcedonia. Di fatto l'iniziativa costantinopolitana era stata promossa da Giustiniano per favorire la comunità monofisita. La situazione creata dalla condanna del 553 divenne ben presto caotica e l'imperatore non esitò a usare la forza per farne applicare le decisioni prese: il papa stesso venne deportato a Costantinopoli. Analizzando le cause e le conseguenze del concilio, l'A. presenta il quadro della situazione politico-religiosa fra impero d'Oriente e penisola italiana a cavallo fra VI e VII secolo, prendendo in esame l'invasione longobarda che, essa stessa, contribuì a radicalizzare i toni dello scontro. Di grande rilievo appare la figura di papa Gregorio Magno il quale, tra la fine del 593 e la metà del 594 si adoperò in prima persona per sedare le esacerbazioni dello scontro, assumendo posizioni fortemente contrarie ai tricapitolini. La controversia tende a stemperarsi nella seconda metà del VII secolo e le fonti confermano questo andamento nei rapporti fra papato e area nord-orientale della penisola italiana. (Lorenzo Pubblici)
Riduci
Argomenti e indici Scheda N: 33 - 8078
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Adam H. Becker The Dynamic Reception of Theodore of Mopsuestia in the Sixth Century: Greek, Syriac, and Latin Greek Literature in Late Antiquity: Dynamism, Didacticism, Classicism cur. Scott Fitzgerald Johnson , Aldershot-Burlington, VT, Ashgate 2006 pp. 215, 29-47Recensioni e segnalazioni
Argomenti e indici Scheda N: 30 - 5035
Permalink: http://www.mirabileweb.it/mel/-the-dynamic-reception-of-theodore-of-mopsuestia-i/547006
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Roberto Bellini «Dacci oggi il nostro pane quotidiano». Allegoria e realismo negli scritti dei Padri della Chiesa La civiltà del pane. Storia, tecniche e simboli dal Mediterraneo all'Atlantico . Atti del Convegno internazionale di studio (Brescia, 1-6 dicembre 2014) cur. Gabriele Archetti , Spoleto (Perugia), Fondazione Centro italiano di studi sull'Alto Medioevo (CISAM) 2015 (Centro studi longobardi. Ricerche 1) pp. 698, 701, 675, 1533-90
Abstract
Nell'introduzione l'A. fa riferimento all'episodio in cui Bernardo di Chiaravalle si reca nel monastero femminile del Paracleto (1131-1135 ca.), dove al tempo era badessa Eloisa, e rimane turbato nel sentire nel
Pater noster l'espressione
panem supersubstantialem invece che
panem quotidianum . Tale differenza derivava dall'influenza di Abelardo, che rivendicava la superiorità del Vangelo di Matteo su quello di Luca, in quanto Matteo sarebbe stato testimone oculare dell'insegnamento di Cristo. La polemica tra Bernardo e Abelardo si inserisce in una discussione avviata secoli e prima e destinata a proseguire. L'A. ricostruisce la storia presentando in primo luogo il valore attribuito al pane nel
Pater noster nell'esegesi biblica condotta dai Padri della chiesa. Vengono passate in rassegna tra le altre le posizioni di Origene (
De oratione ), Mario Vittorino (
Adversus Arium ), Marcello di Ancira (
De incarnatione et contra Arianos ), Tertulliano (
De oratione) , Cipriano (
De dominica oratione ), Ilario di Poiters (commento a Matteo), Cromazio di Aquileia (commento a Matteo), Cirillo (
Commentaria in Lucam ), Giovanni Crisostomo (
In Matthaeum homiliae ), Teodoro di Mopsuestia (
Homiliae catecheticae ), Gregorio di Nissa (
De oratione Dominica ), Ambrogio (
De sacramentis ,
De mysteriis ). Di grande importanza è la riflessione di Agostino che costituisce un momento di sintesi nell'esegesi biblica del Padre Nostro (
De sermone Domini in monte ) e a cui seguono Sedulio (
Opus Paschale ) e Venanzio Fortunato (
Carmina ). L'A. conclude rilevando come dopo il V secolo l'interesse nei confronti del
Pater noster risulti allentato: Gregorio Magno (
Moralia in Iob ), Isidoro di Siviglia (
Sententiae ), Ildefonso di Toledo (
De cognitione baptismi ), Beda il Venerabile (
Homeliarium Evangelii ) si limitano a pochi interventi; l'unico commento al Padre Nostro, risalente al periodo conclusivo dell'epoca patristica, è l'
Orationis Dominicae expositio di Massimo il Confessore. (Simona Martorana)
Riduci
Argomenti e indici Matthaeus, Biblia sacra, FORTLEBEN Bernardus Claraevallensis abbas n. 1090 ca., m. 20-8-1153 Heloissa n. 1100 ca., m.16-5-1164 Lucas, Biblia sacra, FORTLEBEN Maximus Confessor n. 580 ca., m. 13-8-662 Abaelardus Petrus n. 1079, m. 1142 ,
Epistolae Augustinus Aurelius, Fortleben ,
De sermone Domini in monte libri duo (Sermonem quem locutus est Dominus noster Iesus Christus in monte, sicut in Evangelio secundum Matthaeum legimus, si quis pie sobrieque consideraverit, puto quod inveniet in eo... Cum in omni deprecatione benevolentia concilianda sit eius quem deprecamur... ) Beda Venerabilis n. 672/673 ca., m. 26-5-735 ,
Homeliarum evangelii libri II Gregorius I papa n. 540 ca., m. 604 ,
Moralia in Iob Ildephonsus Toletanus archiepiscopus v. 657, m. 23-1-667 ,
De cognitione baptismi Isidorus Hispalensis episcopus n. 560 ca., m. 4-4-636 ,
Sententiarum libri III Theodorus Mopsuestenus episcopus , Fortleben,
Homiliae catecheticae [fragmenta] Venantius Fortunatus n. 530, m. 601 ,
Carmina
Scheda N: 38 - 4507
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