L'unica vita in onore di Waldetruda (BHL 8776) fu composta nella seconda metà del IX sec., probabilmente presso l'abbazia di Lobbes. Modifiche puramente lessicali apportò il rimaneggiamento dell'XI sec. (BHL 8777), mentre una nuova introduzione fu composta probabilmente da Olberto di Gembloux e una breve aggiunta fu inserita da Filippo di Harvengt. L'A. descrive la tradizione manoscritta in base a 37 esemplari, 14 dei quali perduti. La diffusione che ne risulta è regionale (Belgio, Paesi Bassi, Francia settentrionale), avvenuta in quattro fasi successive, illustrate come modello esemplare e generalmente valevole per testi di natura agiografica. La
Vita prima non ebbe successo rilevante: se ne conserva un unico ms. di Lobbes; la
Vita secunda segnò il vero inizio della propagazione del testo tra XI e XV sec., grazie anche allo stabilirsi a Mons dei conti di Hainaut; con l'inserzione nel
Legendarium Flandrense la diffusione fu assicurata, anche se in maniera ormai automatica e non più indipendente; infine lo sdoppiamento del luogo di culto tra Mons ed Herentals guadagnò alla
Vita, complice la vicina abbazia di Corsendonck, tutti gli stabilimenti affiliati ai Canonici regolari di Windesheim, per poi raggiungere i Certosini e i Fratelli della vita comune. I testimoni considerati sono: Bruxelles, BR, 14824-34 (per la
Vita prima); Mons, BU, 845 (RG/4); Cambrai, BM, 854 (758); 855 (759); Bruxelles, BR, 9810-14; 7808; II 981; Paris, BNF, lat. 5371; Namur, Fonds de la Ville, 76; (per la
Vita secunda); Saint-Omer, BM, 716 t. II (per il
Legendarium Flandrense); Bruxelles, BR, 2285-301; 8751-60; 3391-99; 7917; II 2328; Paris, Arsenal 581 Y.T.L. (532); Wien, ÖNB, Series nova 12754; Series nova 12812; Series nova 12706; Utrecht, Bibl. Univ., 391 I; Edinburgh, NL, 18.2.3; Den Haag, KB, 71 A 2 (per la diffusione da Herenthals e Corsendonck). Conclude l'articolo una tabella di ricapitolazione dei diversi testimoni.
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