Finalità principale del saggio è di fornire, insieme alla traduzione del testo dei
Bella Parisiacae urbis, testimoniato in forma completa da un solo manoscritto (Paris, BNF, lat. 13833, dove il testo è preceduto da una lettera indirizzata a un certo «fratello» Gozelin e da un poemetto in tetrametri dattilici indirizzato a Aimone, maestro di Abbone a St.-Germain, entrambi pubblicati), un commento dei suoi svariati contenuti e motivi storici e letterari. Il saggio espone infatti dettagliatamente il contenuto dei tre libri, sottolinendo la rozza immediatezza e la poco scaltrita tecnica artistica del verso di Abbone. L'A. evidenzia come Abbone abbia attinto le informazioni funzionali alla stesura del poema da una serie di opere annalistiche (gli
Annales di St.-Bertin, gli
Annales di St.-Vaast), che gli permisero di seguire in modo minuzioso l'andamento delle operazioni militari vichinghe. Quanto alla datazione è molto probabile che esso sia stato iniziato dopo l'ascesa di Odo al trono del regno dei Franchi occidentali, vale a dire dopo l'888. Se non è incongruente ipotizzare che l'opera sia stata scritta, nella sua parte maggiore, durante l'assedio di Parigi a opera dei Vichinghi, è altresì legittimo ammettere che varie aggiunte e integrazioni, in fasi successive e non necessariamente contigue, siano state praticate all'interno del poema. In fine di articolo, è un sommario di notizie biografiche sulla figura del monaco Abbone. Nel saggio sono elencati dodici manoscritti contenenti tutto o parte del terzo libro del poema di Abbone, oltre all'esemplare parigino ricordato: Amiens, BM, 110; Cambridge, UL, Gg.5.35; Cambridge, CCC, 326; Edinburgh, NL, Adv. 18.6.12; Erfurt, Wissenschaftliche Allgemeinbibl., Amplon. 8°8; London, BL, Cotton Domitianus I; Harley 3271; Harley 3826; Royal 3.A.vi; Oxford, St. John's College, 154; Paris, BNF, lat. 5570; Valenciennes, BM, 298 (288).
Riduci