L'A. esamina la complessa trasmissione delle versioni latine dei testi apocrifi concernenti la nascita e la giovinezza di Maria; considera in particolare quelli citati nel
Decretum Gelasianum come: l'
Evangelium nomine Iacobi minoris (il più antico testimone è Montpellier, Bibl. Universitaire de Médicine, H 55, del IX sec. in.), il
Liber de infantia Salvatoris (il più antico testimone è il palinsesto del V sec. Wien, ÖNB, 563; il testo è anche in Paris, BNF, lat. 1772, del XII in.; una sua rivisitazione è alla base di un Vangelo di Tommaso contenuto in Vat. Reg. lat. 648), il
Liber de nativitate Salvatoris et de Maria vel obstetrice (non meglio identificato) e il
Transitus sanctae Mariae (numerose sono le versioni del testo, CANT 100-177 una delle quali - CANT 110 - nel solo Firenze, Laurenziana, Pl. 15 dext. 12). Altri testi mariani circolavano entro il XIII secolo, tra i quali si ricorda la
Vita della Vergine Maria (CANT 91), tradotta in latino da Pasquale Romano (sono indicati i mss: Vat. Reg. lat. 648; Oxford, Balliol Coll., 227; Praha, Národní Knihovna, XIV.E.10; London, BL, Royal 13.A.XIV). L'A analizza infine la complessa tradizione del Vangelo dello pseudo Matteo, trasmesso in 200 manoscritti e in numerose varianti testuali, e valuta positivamente l'edizione critica (in sinossi) di J. Gijsel (
Libri de nativitate Mariae. Pseudo-Matthaei evangelium. Textus et commentarius Turnhout 1997 CCSA 9; cfr. MEL XXIII 3841).
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