La
Vita di santa Teodora fu scritta originariamente in greco, probabilmente in ambito monastico, verso il V secolo. Intorno al IX sec. e, più precisamente negli anni intorno al pontificato di Pasquale I, all'interno della comunità greca di santa Prassede, fu elaborata una traduzione latina, che si diffuse dapprima in ambito romano e poi limitatamente, anche fuori dalla città. Il caso di questa
Vita è esemplare sia dal punto di vista storico-agiografico, sia da quello filologico, in quanto da una parte si offre l'occasione di notare le particolarità linguistiche e le modalità di traduzione di un determinato ambiente, e dall'altra si evidenziano alcune forme di trasmissione dei testi in età medievale. La traduzione di questa
Vita infatti è un tipico esempio di tradizione aperta, con un testo originario (theta) contaminato e con doppie lezioni; da questo trae origine una traduzione dapprima scorretta in alcuni punti (t), a cui un revisore ha apposto correzioni a sua volta (t1), ma non in modo inequivocabile, tali che si sono prodotte altre lezioni alternative a margine o nell'interlinea del testo. La tradizione si stabilizza e si consolida con le successive fasi della copiatura (stemma a p. 207). L'ed. qui data alle pp. 242-68 tenta di ricostruire la fase testuale corrispondente a quella della revisione del correttore (t1), tenendo sempre presente anche la tradizione cosiddetta stabile di un subarchetipo (gamma). I testimoni che tramandano la versione latina della
Vita di santa Teodora sono: Vat. Archivio di S. Pietro A 2 (XII sec.); Vat. lat. 1194 (XII sec.); Vat. lat. 1195 (XI sec.); Vat. lat. 5411 (XI-XII sec.); Firenze, BNC, Conv. soppr. I.VII.50 (XII sec.); Mantova, Bibl. Comunale, 428 (XII sec.); Napoli, BN, VIII.B.4 (XI sec.), Padova, BU, 1622 (XV sec.); Roma, Alessandrina, 91 (XVII sec.); Roma, Vallicelliana, t. V (XI sec.) e H 30 (XVI-XVII sec.); Verona, Bibl. Comunale, 575-78 (XV sec.).
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