Edizione critica e commento del trattato latino tardoantico sulle figure grammaticali (incipit:
nomen generis neutri, numeri pluralis [...]; explicit: [...]
Africani est hoc dictum, Catonis fuit hoc studium), conservato in cinque manoscritti medievali: Paris, BNF, lat. 7530, f. 38r-v; Roma, Bibl. Casanatense, 1086, ff. 53va-54ra; Vat. Ottob. lat., 1354, f. 107v; Leiden, Bibl. Der Rijksuniversiteit, Voss. lat. 2° 12 g, f. 31rab; Napoli, BN, IV.A.22, f. 90r-v. Si segnala, inoltre, un'unica testimonianza indiretta conservata da Alberico di Montecassino nel
De barbarismo, solecismo, tropo et scemate (all'interno della sezione
De scemate). L'A. riserva una particolare attenzione ai problemi di datazione e di attribuzione. Il titolo, l'esame delle fonti utilizzate (Virgilio, Terenzio, Sallustio), il Fortleben di alcuni esempi in Donato e in Servio, le caratteristiche linguistiche del testo inducono a considerare questo trattato come il frammento iniziale dell'opera
Schèmata lògou scritta dal maestro tardoantico Emilio Aspro (II-III secolo) della quale si erano finora perse le tracce. L'A. segnala infine la scoperta di un nuovo testimone della tradizione manoscritta (Trier, Bistumsarchiv, Abt. 95, 16, ff. 177v-178r) che si propone di prendere in esame in un articolo di prossima pubblicazione.
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