L'A. studia la fortuna individuale dell'ottavo libro del
De nuptiis di Marziano all'interno di florilegi di testi astronomici, facendo particolare riferimento al ms. Avranches, BM, 235; rileva come l'accostamento del libro ai trattati tecnici sull'astrolabio sia in genere piuttosto raro (in soli quattro codici: altre al manoscritto di Avranches i codici Oxford, Bodl. Libr. Auct. F.1.9 [XII sec.], Berlin, SB, lat. fol. 307, [XII sec.] e København, KB, Gl. Kgl. S. 277 fol. [XIII sec.]). Più numerosi sono invece i casi in cui il testo di Marziano è abbinato a opere della tradizione classica quali quelle di Cicerone, in particolare il
Somnium Scipionis col commento di Macrobio, Igino, la traduzione di Calcidio del Timeo (si ricordano a titolo esemplificativo i codici Paris, BNF, lat. 14754 del XII secolo e London, BL, Harley 2506 del X secolo, in cui il testo è accostato al
Preceptum Canonis Ptolomaei). L'A. si interroga sui motivi che hanno condotto all'inserimento del testo di Marziano nella raccolta di Avranches e sottolinea come, nonostante le numerose oscurità, gli errori e gli arcaismi, l'esposizione astronomica di Urania si configuri come la base teorica di cui i trattati sull'astrolabio sono l'applicazione pratica, una sorta di introduzione che fornisce le definizioni essenziali che precisano le varie sezioni tecniche. (Lucia Pinelli)
Riduci