L'ampia monografia, dedicata al patrimonio librario della cattedrale di Reims e supportata da un corredo esaustivo sia bibliografico sia delle fonti citate (pp 13-26), si articola in quattro sezioni: l'introduzione (pp. 27-98) in cui è ripercorsa la storia della raccolta dall'età carolingia alla fine dell'Antico Regime; l'edizione integrale dell'inventario librario realizzato tra il 1456 e il 1462, incluse le revisioni e le integrazioni datate 1470 e 1479, accompagnata dalle identificazioni dei codici superstiti (pp. 99-236); la pubblicazione del catalogo del 1684 (pp. 237-84), corredata di tre appendici dedicate rispettivamente ai libri liturgici presenti a Reims ma non registrati nei documenti inventariali, all'elenco dei beni nel Tesoro della cattedrale risalente al 1622 (con revisione ulteriore del 1669) e, infine, all'apporto derivante dalla disamina del sistema di legature (pp. 285-300); completano il volume le tavole di concordanza tra la documentazione succitata e le segnature attuali con gli indici per autori e titoli, delle provenienze e quello generale (pp. 303-373). Le 41 illustrazioni a colori riproducono materiale librario o
specimina di scrittura oggetto di studio. Le donazioni di maggiore rilievo, che incrementarono progressivamente la raccolta, sono riconducibili a Incmaro (? 882), ben noto arcivescovo della cattedrale (19 codici); a Guy de Roye (? 1409), anch'egli arcivescovo (ben 174 mss. tra cui risaltano, in particolare, i testi esegetici, scritturali e di teologia speculativa); al suo successore in cattedra, ossia Simon de Cramaud. Degni di menzione sono pure i lasciti librari del balivo Jean de Robertchamp (XIV ex.-XV in. sec.), del cappellano Jacques Dominici (? 1412), dei canonici Gilles d'Aspremont (? 1414), cui peraltro si deve una prima ricognizione libraria, nel 1412, con inserimento di provenienze o di
ex libris, e Jacques de la Fosse (? 1416), del dotto decano capitolare Guillaume Fillastre (? 1428), figura di rilievo dell'Umanesimo transalpino, del preposto Jean Raymond (? 1450) e dei canonici Pierre Charlet (? 1453) e Thomas de Gerson (? 1475), quest'ultimo presente a Tours. La costituzione della biblioteca, dopo il notevole incameramento di volumi promosso sotto l'arcivescovato di Guy de Roye (1390-1409), nelle forme che avrebbero lasciato un'impronta indelebile sul fondo avvenire, fu portata a coronamento da Simon de Cramaud, com'è attestato dall'inventario della metà del Quattrocento costituito da 518 voci corrispondenti a 497 volumi, incatenati a 28 banchi eccetto 51 di essi che allora risultavano riposti in
armaria. L'antico estensore, per ogni
item, ha estrapolato anche le
dictiones probatoriae, consentendo così agli studiosi moderni l'identificazione certa con i codici tuttora superstiti
in loco. L'A. si sofferma soprattutto sulla ragguardevole sezione dei codici di diritto, sia civile sia canonico, nonché sulla collezione di Fillastre assai eterogenea per generi rappresentati (in questa disamina l'A. si avvale con profitto delle ricerche avviate già da C. Jeudy). Il ben più tardo catalogo seicentesco trasmesso dal ms. Reims, BM, 1994, ff. 87-96 che annovera, peraltro, tra le 605 voci di cui è composto, non poche edizioni a stampa che si erano intanto aggiunte al nucleo originario, incrementato dai lasciti anche dei canonici Jean de la Barre (? 1482) e Jean Labbé (? 1494), riconferma la sostanziale compattezza della raccolta, che conobbe fenomeni di dispersione relativamente contenuti, comunque inferiori a quelli intercorsi in altre fondazioni coeve. Si riporta qui di seguito la segnatura dei codici superstiti, attestati dal primo inventario, tradito nelle carte del codice Reims, BM, 1992: Bern, Burgerbibl., h. 370; Vat. Reg. lat. 707; Leiden, Bibl. der Rijksuniversiteit, Voss. lat. F. 86; Paris, BNF, lat. 2472
, lat. 7831; Reims, BM, 3, 15, 30, 31, 33, 39, 40, 41, 42, 45, 46, 48, 50, 53, 54, 55, 56, 57, 62, 63, 64, 66, 69, 70, 71, 74, 75, 77, 83, 87, 88, 89, 97, 99, 100, 101, 102, 105, 106, 111, 112, 114, 115, 118, 121, 126, 127, 129, 130, 144, 150, 151, 154, 156, 157, 158, 161, 162, 163, 164, 168, 170, 171, 172, 173, 174, 175, 176, 177, 183, 184, 185, 186, 187, 188, 189, 192, 193, 197, 198, 199, 200, 202, 205, 207, 211, 212, 247, 284, 369, 374, 376, 377, 381, 383, 384, 385, 386, 389, 390, 391, 392, 393, 403, 404, 405, 409, 413, 419, 423, 425, 429, 432, 434, 436, 442, 443, 445, 448, 449, 453, 454, 456, 457, 459, 462, 463, 464, 466, 467, 468, 470, 471, 472, 473, 474, 481, 483, 485, 488, 489, 490, 491, 492, 493, 494, 495, 496, 497, 498, 499, 500, 501, 502, 503, 506, 508, 509, 510, 512, 514, 516, 517, 520, 542, 544, 548, 550, 551, 552, 555, 556, 557, 563, 571, 579, 580, 582, 584, 586, 587, 588, 589, 590, 610, 612, 613, 614, 626, 627, 628, 656, 673, 675, 678, 679, 681, 684, 686, 698, 699, 700, 703, 707, 708, 709, 710, 712, 713, 714, 715, 720, 722, 724, 727, 729, 730, 731, 732, 733, 734, 738, 744, 745, 746, 748, 749, 752, 753, 754, 755, 756, 757, 758, 759, 761, 762, 764, 765
, 766, 768, 769, 770, 771, 772, 773, 774, 790, 794, 798, 801, 803, 804, 805, 806, 807, 808, 811, 812, 813, 814
, 815, 816, 817
, 818, 820, 821, 822, 824, 825, 826
, 827, 828, 829, 830,
831, 832, 833, 834, 862, 863, 867, 871, 872, 875, 876, 878, 879, 881, 882, 884, 885
, 886, 889
, 890, 891, 892, 893, 895, 975, 991
, 994, 1005, 1009, 1014, 1092, 1095, 1096, 1097, 1099, 1101, 1108, 1109, 1110, 1111, 1112, 1259, 1261, 1262, 1263,
1266, 1267, 1268, 1269, 1270, 1271, 1272, 1273, 1274, 1275, 1276, 1320, 1321, 1322, 1327, 1329, 1330
, 1332, 1333, 1334, 1337, 1338, 1341, 1342, 1346, 1349, 1350, 1351, 1355, 1356, 1357, 1358, 1359, 1360, 1361, 1372, 1387, 1390, 1394, 1395,
1396, 1397, 1398, 1399, 1400, 1429, 1430, 1458, 1469, 1606. Circa i tre quarti del patrimonio (per l'esattezza il 72%), documentato nel primo catalogo, risultano pertanto tutt'oggi conservati. (Giovanni Fiesoli)
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