Studio sul codice liturgico, Paris, BNF, Rothschild ... Leggi tutto

Studio sul codice liturgico, Paris, BNF, Rothschild 2529, il cui primo committente, sulla base della documentazione esistente, sarebbe da individuare nel re Martino I d'Aragona (detto l'Umano a causa della sua profonda devozione) che lo destinò al monastero cisterciense di Santa Maria di Poblet designato come sede del pantheon reale aragonese. Il manoscritto, probabilmente progettato nel 1398, presenta al suo interno il calendario, contenente anche il necrologio dinastico, il salterio e l'ufficio di san Giorgio. L'indagine si allarga anche alla rete di rapporti internazionali all'interno della quale si colloca la committenza aragonese, che si rivolgeva non solo agli scriptoria di Parigi ma anche a quelli di Avignone (tra le opere di probabile appartenenza reale si ricorda la Vita Christi di Landolfo di Sassonia oggi Salamanca, BU, Ms. 2665 e testi di autori classici, prevalentemente storici, e romanzi cavallereschi). La trattazione è incentrata sia sull'esame delle miniature in relazione al testo (confronti tra gli altri con il «Breviario Belleville», ms. Paris, BNF, lat. 10483-10484) sia sul loro stile che permette di riconoscere la mano di quattro artisti almeno nella prima campagna decorativa. Il codice, a causa di un passaggio di proprietà, dal monastero di Poblet raggiunse la corte napoletana di Alfonso il Magnanimo, un evento dal forte valore simbolico come si evince dall'iconografia delle miniature nella parte inziale dell'ufficio di san Giorgio
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