Il volume offre il testo latino con traduzione francese a fronte (pp. 162-385) dell'opuscolo monastico di Ildegarde considerato il suo testamento spirituale. Il testo latino è quello stabilito da J.L. Narvaja (Münster 2014; cfr. MEL XLI 2022). La parte introduttiva (pp. 11-128), di M. Zátonyi e tradotta dal tedesco da L. Mellerin, si apre con la biografia di Hildegarde, si ripercorrono la giovinezza, la vita monastica, l'esperienza delle visioni, la fondazione del monastero di Rupertsberg, i conflitti con le autorità ecclesiastiche, le procedure della canonizzazione, già avviate all'inizio del XIII secolo ma concluse nel 2012. Due capitoli sono dedicati rispettivamente al monachesimo femminile nel XII secolo e alla posizione di Ildegarde nel mondo monastico a lei contemporaneo, all'evoluzione e alle caratteristiche del suo pensiero. Ampio spazio è riservato all'opera proposta nel volume e a quelle pubblicate nel secondo tomo consacrato agli altri tre opuscoli monastici («Sources chrétiennes» 617; Paris 2021). Sulla base di quanto afferma Ildegarde stessa i quattro opuscoli proposti nei due tomi rispecchiano il seguente ordine cronologico:
De Regula sancti Benedicti (precedente al 1163);
Testamentum propheticum (ca. 1168);
Vita sancti Disibodi (1170);
Solutiones triginta octo quaestionum (a partire dal 1177). Il
Testamentum (
Ad congregationem sororum suarum) è trasmesso sotto forma di lettera indirizzata alla comunità monastica di Rupertsberg; è preceduto da un'epistola di Volmar, che informa su come l'opera sia stata concepita e sugli eccezionali doni di Ildegarde riflessi nella varietà delle sue opere. Sulla genesi della
Vita sancti Disibodi si trovano numerose notizie nella
Vita Hildegardis di Teodorico di Echternach e in una lettera dell'abate Helengerus. Le
Solutiones triginta octo quaestionum sono invece la risposta a una lettera inviatale nella primavera del 1176 e firmata dal monaco Guiberto di Gembloux, nella quale egli presentava una lista di questioni esegetiche e teologiche poste dai monaci dell'abbazia di Villers; Ildegarde lavorerà alle risposte fino alla sua morte. I quattro opuscoli si conservano nel
corpus epistolare del «Riesencodex» (Wiesbaden, Hochschul- und Landesbibl. RheinMain, 2), contesto che determina il loro genere; nel medioevo infatti le lettere sono considerate a pieno titolo delle opere letterarie, portatrici di nozioni spirituali e teologiche. Il «Riesencodex» di Ildergarde contiene 282 epistole, organizzate a coppie (ogni domanda a lei indirizzata è seguita dalla sua risposta) e disposte secondo un ordine che rispecchia la gerarchia ecclesiastica: all'inizio si trova la corrispondenza con i papi, seguita da quella con arcivescovi o vescovi, poi con imperatori e alta aristocrazia e a seguire con abati e priori, con badesse, preti e monaci e infine con conventi. I quattro opuscoli si trovano infatti nell'ultima parte e sono numerati all'interno del codice: la lettera di Volmar indirizzata a Ildegarde e il
Testamentum propheticum corrispondono rispettivamente alle epistole 263 e 264 e si trovano ai ff. 395rb-408va (secondo le edizioni moderne il
Testamentum risulta composto da opere distinte, ovvero dall'
Explanatio Symboli sancti Athanasii ad congregationem sororum suarum [ff. 395vb-401ra], dalla
Vita sancti Ruperti [ff. 401ra-404va], da brani di altre epistole e da alcune liriche della
Symphonia); il
De Regula sancti Benedicti e la lettera che lo precede (
Epistola congregationis Hummensis cenobii ad sanctam Hildegardem, che non consente l'identificazione della comunità a cui sarebbe indirizzato il commento e la cui autenticità storica è contestata) sono le epistole 279 e 280 ai ff. 421ra-425rb; la lettera di Helengerus e la
Vita sancti Disibodi sono le epistole 281 e 282 ai ff. 425rb-434ra; infine, la lettera del monaco Guiberto e le
Solutiones in risposta sono le epistole 241 e 242, ai ff. 381rb-386ra. M. Zátonyi esamina la spiritualità, la struttura e il contenuto dei quattro opuscoli per poi soffermarsi sulla loro tradizione manoscritta. Si elencano, con una breve descrizione, suddivisi per datazione, i codici che trasmettono, integralmente o in maniera frammentaria, uno o più opuscoli: Berlin, SB, theol. lat. 2° 699 (
Testamentum ff. 75v-77v); Stuttgart, WLB, theol. et phil. 4° 253 (
Testamentum ff. 28v, 53v-55r, fragm.); Dendermonde, Sint-Pieters en Paulus Abdij, 9 (
Symphonia ff. 153r-170v); Trier, SB, Hs. 81/1065 8° (
Solutiones, fragm.); Wien, ÖNB, 881 (
Testamentum ff. 49v-50v, fragm.); Wiesbaden, Hochschul- und Landesbibl. RheinMain, 2 (tutte e quattro gli opuscoli); Paris, BNF, lat. 10870 (
Vita sancti Disibodi ff. 65v-82r); Wien, ÖNB, 1016 (
Solutiones ff. 108vb-115va;
Testamentum ff. 116r-121rv, fragm.); Erlangen, UB, 156 (
De Regula f. 174); München, BSB, Clm 324 (
De Regula ff. 70v-82r); Clm 2619 (
De Regula ff. 49v-57r); Paris, BNF, lat. 3322 (
De Regula ff. 115r-131r); Mazarine, 1646 (
De Regula ff. 73rb-84va); Schaffhausen, SB, Min. 105 (
De Regula ff. 58v-67r); Trier, SB, Hs. 1151/455 4° (
Vita sancti Disibodi ff. 129vb-138va); Wien, ÖNB, 963 (
Testamentum ff. 122va-123va,
De Regula ff. 140ra-144vb,
Vita sancti Disibodi ff.161ra-168rb); Zürich, Zentralbibl., Car. C 175 (
De Regula ff. 58v-67r); Innsbruck, UB, 461 (
De Regula ff. 150ra-154rb); Bruges, SB, 129 (
De Regula ff. 83ra-91ra); Bruxelles, KBR, 8060-64 (
Vita ss. Ruperti et Disibodi ff. 165r-175v;
De Regula ff.175v-179v); Cambridge, St. John Coll., 27 (
De Regula f. 258, fragm.); Graz, UB, 1470 (
De Regula ff. 50-58); Roma, Bibl. Alessandrina, 172 (
De Regula ff. 25r-28v); Würzburg, UB, M.p.th.q. 10 (
Solutiones ff. 37r-41v, fragm.); Basel/Bâle, UB, A. V. 23 (
Vita sancti Ruperti f. 54r, fragm.); Bamberg, SB, Lit. 151 (
De Regula ff. 141-145); Berlin, SB, lat. 4° 835 (
Vita sancti Ruperti,
Testamentum, fragm.,
Epistola ad Helengerum abbatem sancti Disibodi ff. 29vb-31ra); Bonn, UB, S 455 (
De Regula ff. 30v-39v); London, BL, Add. 15102 (
Solutiones ff. 70v-76r,
Vita sancti Ruperti,
De Regula,
Vita sancti Disibodi ff. 137v-146r); München, BSB, Clm 4696 (
De Regula ff. 242r-248r); Clm 18210 (
De Regula ff. 217v-223r); Ottobeuren, Bibl. der Benediktinerabtei, O 45 (
De Regula ff. 175r-187r); Trier, Bistumsarchiv, Abt. 95, 39 (
De Regula ff.188r-196v); SB, Hs 722/277 (tutte e quattro gli opuscoli); Hs 1143/445 8° (
Vita sancti Disibodi ff. 152r-165v); Hs 1259/586 8° (
De Regula ff. 31-40); Wien, ÖNB, 3702 (
De Regula ff. 228r-236v); 4159 (
De Regula ff. 163v-169v); 4224 (
De Regula ff. 334r-344v); Wolfenbüttel, HAB, Aug. 2° 71.22 (
De Regula ff. 221r-225v); London, BL, Harley 1725 (
Solutiones ff. 159r-172r,
Vita sancti Ruperti ff. 210r-219r,
De Regula ff. 260r-268v,
Vita sancti Disibodi ff. 273v-286v); München, BSB, Clm 2837 (
De Regula ff. 82-107). M. Zátonyi si sofferma poi sul «Riesencodex» (testimone più antico dei quattro opuscoli, l'unico prodotto nel XII secolo a Rupertsberg e redatto sotto il controllo diretto di Ildegarde) e sulle edizioni moderne dei quattro opuscoli (si fornisce una tavola sinottica delle edizioni, pp. 114-6). La parte introduttiva è seguita da un capitolo sui criteri di edizione, a cura di H. Boemare, nel quale si tratta anche degli apparati e della traduzione francese. Il volume comprende: in appendice il testo latino (stabilito da H. Denzinger [Paris 1996 pp. 28-9; cfr. MEL XX 11029]) con la traduzione francese a fronte del
Symbolum «Quicumque» (pp. 386-95); alcune note complementari a cura di M. Zátonyi (tradotte dal tedesco da L. Mellerin; pp. 397-403); la bibliografia (pp. 129-59). Concludono l'«Index scripturaire» (pp. 405-15), l'«Index du substrat patristique» (pp. 416-26), dei «Textes de Hildegarde repris dans le
Testament prophétique» (p. 427), l'«Index des lieux parallèles appartenant à l'oeuvre de Hildegarde et à sa
Vie» (pp. 428-35), l'«Index des lieux liturgiques» (pp. 436-7) e l'«Index onomastique» (pp. 438-40). (Marzia Taddei)
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