Bologna, Reale Collegio di Spagna, Biblioteca antica 70
datato sec. XV (1458) cart. ff. 322 dimensioni: 290 x 215 disposizione del testo: 1 e 2 colonne
Sottoscritto
f. 315r: Hunc librum scripsi ego Iovannes de Salvectis causarum procurator dum studebam in Studio Romano anno Domini m° iiiiclviii., exceptis certis cartis in principio , cioè i ff. 9r-86v ove, in genere, si trova materiale autografo; ed eccettuati anche i ff. 110r-111v, contenenti la Tabula secunda , che egli stesso dice (f. 110r) di avere scritto dopo gli studi: Ista non sunt collocata in repertorio quod scripsi tempore quo studebam , probabilmente cioè al tempo in cui compilò l'altro repertorio rammentato alla fine del f. 101r: Videas repertorium bonum in Bartholo quem scripsi super ff. novo Nomi Giovanni Salvetti , copista e possessoreConsilia , Antonius de Butrio n. 1338 ca., m. 4-10-1408 Consilia , Benedictus de Plumbino n. saec. XIV med., m. 14-3-1410 Consilia [59, de quibus novem cum Bartholo de Saxoferrato], Franciscus Tigrinus de Pisis n. saec. XIII ex./XIV in., m. post 1359 , ff. 135v-136r ff. 135v-136r: de negatione positionis Consilium de dote (?), Dionysius de Barigianis fl. 1391-1423, m. 1435 , ff. 150v-151vConsilium Dei ymaginem percutiens aut sanctorum aut scindens maiestatem ligni , Bartholus de Saxoferrato n. 10-11-1313/1314, m. 10-7-1357 Consilium Domine Iacobe primo vos queritis si arbiter laudavit [I.230 = III.29 («Si arbiter laudavit quod Titius debet dare Seio»)], Bartholus de Saxoferrato n. 10-11-1313/1314, m. 10-7-1357 Consilium Frater non potest accusare de damno dato in re communi [II.90], Bartholus de Saxoferrato n. 10-11-1313/1314, m. 10-7-1357 Consilium Viso puncto prefato super quo dominus Guil. Consuluti, ante omnia pretermittendum est... , Bartholus de Saxoferrato n. 10-11-1313/1314, m. 10-7-1357 D.46.7.2, l. Cum lite mortua , Iacobus de Arena v. 1266-1296 Lectura (sive recollectio sive reportatio) in libros Decretalium , Benedictus Capra n. post 1390, m. 3-1-1470 , ff. 220v-221vde clericorum testamentis Tractatus de fama et infamia , Iacobus de Arena v. 1266-1296 , f. 165vin margine: «De fama opinione extimatione et infamia et de modis ipsarum»
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Descrizione diretta
Firenze, Archivio dell'Opera di Santa Maria del Fiore, Archivio musicale Serie I.3, 9
sec. XV. 1 data stimata; sec. XV terzo quartoNote datazione la compagine è unitaria non omogenea con testi in successione non immediata membr. ff. I, 9, I'; numerazione a matita recente in alto; ff. di guardia cart. moderni in carta grigia; fascicoli 1 (8), 2 (1): il secondo fascicolo è un foglio singolo; dimensioni: 327 x 235 (var. per imperfetto taglio dei bordi); specchio di scrittura: 29 [227] 71 X 55 [121] 59 (f. 6v); ll. 23 (f. 2v); ll. 33-32 (ff. 3v-9v): la preparazione della rigatura è visibile solo per le linee di giustificazione verticali. Il numero di linee è variabile nelle parti di natura documentaria, più regolare nell'ultimo testo, letterario. I ff. 1r-3r presentano sempre un numero minore di linee; l'ondulamento del supporto lascia pensare all'uso della tabula ad rigandum .scritture e mani littera antiqua; note generali sulla scrittura: ai ff. 1r-3r mano del notaio Giovanni di Iacopo Salvetti in scrittura all'antica con reminiscenze del sistema moderno; ai ff. 3v-5r mano del notaio Giovanni di Pietro da Stia in littera antiqua ; ai ff. 5v-9v littera antiqua di una terza mano. Nessun tipo di intervento di colore. Maiuscole evidenziate con un modulo maggiore.Legatura in cartone azzurrino con dorso e angoli in pergamena; sul piatto superiore etichetta in bianco.Ente possessore Firenze, S. Maria del Fiore, Opera (post XV secondo quarto)Nomi Iohannes Iacobi de Salvectis notarius (fl. XV), rogatario (sec. XV secondo quarto); Iohannes Petri de Stia notarius (ca. 1406-1474), rogatario (sec. XV terzo quarto)Storia del manoscritto Il manoscritto, di natura testuale al limite del documentario, presenta ad apertura copia di due strumenti notarili databili attorno alla metà del '400 e, in prosecuzione ma a distanza di un certo tempo e di altra mano, un secondo documento e la leggenda del braccio di s. Filippo. Il primo documento concerne la donazione per lascito testamentario del card. Bartolomeo Cossa (antipapa Giovanni XXIII, sepolto in Santa Maria del Fiore alla chiesa di San Giovanni Battista di una reliquia del santo medesimo (dono a Urbano V del Patriarca di Gerusalemme, rubata e in seguito riacquistata dal cardinale). Lo strumento notarile illustra i fatti; la reliquia, che risulta depositata presso il priore di S. Maria degli Angeli, venne trasportata con solenne processione nel Battistero nel gennaio del 1420. Segue (aggiunte e di altra mano) copia delle disposizioni per la festa di San Giovanni Battista datate 1446 L'insieme, compresa la finale aggiunta della storia del Braccio di San Filippo pare relativamente coevo. E' notevole, nel primo documento, il riporto della scritta in greco incisa sul piedistallo della reliquia: le due righe (e a margine le parole: que in latino sonant sic ) sono inserite da una mano perita che merita approfondimento. Nel manoscritto è conservato un foglietto sciolto, di mano moderna (sec. XIX) che ne illustra il contenuto.Translatio brachii beati Philippi apostoli [BHL 6818], ff. 5v-9v
Instrumenta donationis Reliquiarium sancti Iohannis Baptistae , ff. 1r-3rProvisiones in festo Sancti Iohannis Baptisti [a. 1466, 31 agosto], ff. 3v-5rBibliografia BHL Suppl . (1986) (repertorio); Libri del Duomo (1997) p. 187; Benvenuti Un vescovo (2007) p. 99
Risorse esterne collegate
Firenze, Archivio Opera di Santa Maria del Fiore, Archivio musicale Serie I.3, 9, f. 1r
Firenze, Archivio Opera di Santa Maria del Fiore, Archivio musicale Serie I.3, 9, f. 1v
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