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MIRABILE

Archivio digitale della cultura medievale
Digital Archives for Medieval Culture

Italia Toscana Firenze, zona di in Manoscritti
Italia Toscana Firenze, zona di
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Descrizione diretta

Castelfiorentino (Firenze), Museo di Arte Sacra di Santa Verdiana 37

sec. XIV secondo quarto data stimata

Luogo di copia Firenze, zona di (sec. XIV secondo quarto)
membr.
ff. I, 233, I'; cartulazione moderna in numeri romani con inizio dal nr. 2; salto dal nr. 94 al nr. 100, senza lacuna nel testo, e dal nr. 105 al nr. 107; perduto il bifoglio numerato 171-174; guardie cartacee; fascicoli 1 (7), 2 (8), 3 (7), 4-8 (8), 9 (7), 10-12 (8), 13 (5), 14 (6), 15-21 (8), 22 (6), 23-29 (8), 30 (11): presenti richiami orizzontali; il fasc. 22 (ff. 169-176) ha perduto il bifoglio numerato 171/174;
dimensioni: 481 x 345 (f. 10); specchio di scrittura: 25 [345] 111 x 40 [233] 6/64; rr. 42/7 ll.; 7 tetragrammi in rosso.

scritture e mani littera textualis;


decorato: le miniature, che hanno subito asportazione, sono state attribuite da Offner alla scuola di Pacino di Bonaguida, in particolare allo stesso maestro che lavora all'antifonario 38. Il bifoglio sottratto 171/174 conteneva la miniatura della Nascita della Vergine.
Iniziali filigranate; Iniziali istoriate; Iniziali figurate: a f. 149r iniziale istoriata, a f. 142v iniziale figurata;
rubricato

Notazione musicale: notazione quadrata nera.

Legatura moderna in assi in legno ricoperte di cuoio, borchie e bullette in ottone.
Stato di conservazione
Restaurato nel 1992.

Ente possessore Castelfiorentino (Firenze), Ss. Ippolito e Biagio, pieve (sec. XIV secondo quarto - XIX in.); Castelfiorentino (Firenze), S. Verdiana, propositura (post 1808)
Nomi Pacino di Bonaguida (ante 1340), miniatore (?) (sec. XIV secondo quarto)
Storia del manoscritto
Il codice proviene probabilmente dalla Pieve dei Santi Ippolito e Biagio (Castefiorentino).
L'antifonario fu esposto alla Mostra del Tesoro di Firenze Sacra nel 1933: in quell'occasione il codice era ancora integro, successivamente furono asportate diverse iniziali, fra le quali la Nascita della Vergine di f. 171r (cfr. in bibl. Boskovits, Corpus III/9). Sul piatto anteriore lettera C in metallo.
Per un quadro dei manoscritti liturgici vd. pdf in attach.

Antiphonarium, ff. 1r-243v
acefalo, lac. e mutilo

Bibliografia Mostra Firenze Sacra (1933) pp. 117-118; Offner Corpus III/6 (1956) p. 182; Boskovits Corpus III/9 (1984) p. 287; Santa Verdiana (1999) pp. 47-48; Museo di Santa Verdiana (2006) p. 50

Note scheda originaria a c. di Francesca Gallori; revisione 2018

Risorse esterne collegate
Castelfiorentino, S. Verdiana 37, f. 57v
Castelfiorentino, S. Verdiana 37, f. 142v
Castelfiorentino, S. Verdiana 37, f. 153v
Castelfiorentino, S. Verdiana 37, f. 207r
Santa Verdiana - Ciclo dei liturgici

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Descrizione diretta

Castelfiorentino (Firenze), Museo di Arte Sacra di Santa Verdiana 39

sec. XIV.1 data stimata

Luogo di copia Firenze, zona di (sec. XIV. 1)
membr. e cart.
i ff. 250-259 sono cartacei;
ff. II, 259, I'; cartulazione coeva sul verso fino al nr. 248, segue un foglio membr. e dieci fogli cartacei non numerati; a f. IIr-v indice (sec. XVIII); a f. I'r: K; fascicoli 1-30 (8), 31 (9), 32 (10): richiami orizzontali; il fasc. 32, privo degli ultimi due fogli, è cartaceo ed aggiunto modernamente;
dimensioni: 479 x 345 (f. 10); specchio di scrittura: 32 [351] 96 x 48 [248] 49; rr. 42/ll. 7.

scritture e mani littera textualis;


decorato: le miniature sono state attribuite da Offner al Maestro delle Effigi Domenicane; per Bertani invece alcune (la Natività f. 8v, l'Adorazione dei Magi f. 18r, la Presentazione al tempio f. 63r) sono state eseguite da Iacopo del Casentino ma in collaborazione con il Maestro delle Effigi Domenicane (cfr. in bibl. Santa Verdiana).
Iniziali filigranate; Iniziali istoriate; Iniziali figurate: iniziali istoriate ai ff. 8v, 18r, 24r, 38r, 42v, 53r, 103r e iniziali figurate ai ff. 83r, 107v, 113r, 150v;
rubricato

Notazione musicale: 7 tetragrammi in rosso; notazione quadrata nera.

Legatura di restauro con borchie e bullette ai bordi e impressioni a secco.
Stato di conservazione
Il codice è rifilato ed è stato restaurato nel 1992.

Ente possessore Castelfiorentino (Firenze), Ss. Ippolito e Biagio, pieve (sec. XIV. 1- XIX in.); Castelfiorentino (Firenze), S. Verdiana, propositura (post 1808)
Nomi Maestro delle Effigi Domenicane (fl. XIV. 1), miniatore (?) (sec. XIV.1); Iacopo del Casentino (ca. 1320 - 1349), miniatore (?) (sec. XIV.1)
Storia del manoscritto
Il codice dovrebbe pervenire, stando alle fonti bibliografiche, dalla Pieve dei Santi Ippolito e Biagio (Castefiorentino). Il graduale fu esposto alla Mostra del Tesoro di Firenze Sacra nel 1933. Sul piatto anteriore la vecchia segnatura A in metallo.
Per un quadro dei manoscritti liturgici vd. pdf in attach.

Graduale, ff. 1r-258v

Bibliografia Offner Mostra Firenze Sacra (1933) p. 80; Mostra Firenze Sacra (1933) pp. 117-118; Pittura italiana (1943) p. 271; Offner Corpus III/7 (1957) pp. 62-3; Mostra di Arte Sacra Antica (1961) p. 70; Santa Verdiana (1999) p. 49; Museo di Santa Verdiana (2006) pp. 55-6

Note scheda originaria a c. di Francesca Gallori; revisione 2018

Risorse esterne collegate
Castelfiorentino, S. Verdiana 39, f. 8v
Castelfiorentino, S. Verdiana 39, f. 19r
Castelfiorentino, S. Verdiana 39, f. 24r
Castelfiorentino, S. Verdiana 39, f. 42v
Castelfiorentino, S. Verdiana 39, f. 53r
Castelfiorentino, S. Verdiana 39, f. 83r
Castelfiorentino, S. Verdiana 39, f. 103r
Castelfiorentino, S. Verdiana 39, f. 114r
Santa Verdiana - Ciclo dei liturgici

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Descrizione diretta

Castelfiorentino (Firenze), Museo di Arte Sacra di Santa Verdiana 40

sec. XIV secondo quarto data stimata

Luogo di copia Firenze, zona di (sec. XIV secondo quarto)
membr.
ff. II, 248, II'; ff. numerati 278: numerazione moderna in numeri romani con ripetizione dei nrr. 16 e 217; salti dal nr. 64 al nr. 70, dal nr. 74 al nr. 76, dal nr. 100 al nr. 102, dal nr. 107 al nr. 109, dal nr. 169 al nr. 180, dal nr. 194 al nr. 200, dal nr. 223 al nr. 226, dal nr. 235 al nr. 237, dal nr. 241 al nr. 243, dal nr. 248 al nr. 250 (totale di 28 fogli); il f. I è di restauro; a f. IIr-v indice (sec. XIX); fascicoli 1-2 (8), 3 (6), 4-8 (8), 9 (6), 10-12 (8), 13 (7), 14-25 (8), 26 (5), 27 (8), 28 (7), 29-30 (6), 31-32 (8), 33 (5): presenti richiami orizzontali; il fasc. 13 (ff. 102-107) è privo del bifoglio iniziale numerato 101-108; il fasc. 26 (ff. 219-223), originariamente un quaterno, è privo degli ultimi tre fogli; il fasc. 28 (ff. 234-241), originariamente un quaterno, è privo del terzo foglio; il fasc. 29 (ff. 243-248) è privo del bifoglio iniziale numerato 242-249; il fasc. 33 (ff. 274-278) ha unito l'ultimo foglio dall'intervento del restauratore;
dimensioni: 523 x 368 (f. 10); specchio di scrittura: 44 [348] 131 x 42 [248] 78; rr. 42/ll. 7; 7 tetragrammi in rosso.

scritture e mani littera textualis;


decorato: le miniature sono state attribuite da Offner al Maestro delle Effigi Domenicane con la collaborazione di un altro maestro che potrebbe essere iacopo del Casentino (Bertani cfr. in bibl. Santa Verdiana, 50).
Iniziali filigranate; Iniziali istoriate; Iniziali figurate; Iniziali decorate: iniziali figurate a ff. 97v, 226v; iniziali istoriate a ff. 2v, 85r;
rubricato

Notazione musicale: notazione quadrata nera.

Legatura di restauro in assi in legno ricoperte di cuoio
Stato di conservazione
Restaurato nel 1992

Ente possessore Castelfiorentino (Firenze), Ss. Ippolito e Biagio, pieve (sec. XIV secondo quarto-XIX); Castelfiorentino (Firenze), S. Verdiana, propositura (post 1808)
Nomi Maestro delle Effigi Domenicane (fl. XIV. 1), miniatore (?) (sec. XIV secondo quarto); Iacopo del Casentino (ca. 1320 - 1349), miniatore (?) (sec. XIV secondo quarto)
Storia del manoscritto
Il codice è stato fatto per la Pieve dei Santi Ippolito e Biagio (Castefiorentino), come si legge in rubrica; sul piatto posteriore la vecchia segnatura D in metallo. L'antifonario fu esposto alla Mostra del Tesoro di Firenze Sacra nel 1933.
Per un quadro dei manoscritti liturgici vd. pdf in attach.

Antiphonarium, ff. 1r-278v
lac. e mutilo

Bibliografia Mostra Firenze Sacra (1933) pp. 117-118; Offner Mostra Firenze Sacra (1933) p. 80; Offner Corpus III/6 (1956) pp. 125 n. 13; 151 n. 6; Offner Corpus III/7 (1957) p. 80; Mostra di Arte Sacra Antica (1961) p. 70; Boskovits Corpus III/9 (1984) p. 287; Santa Verdiana (1999) pp. 49-50; Museo di Santa Verdiana (2006) pp. 54-55

Note scheda originaria a c. di Francesca Gallori; revisione 2018

Risorse esterne collegate
Castelfiorentino, S. Verdiana 40, f. 2v
Castelfiorentino, S. Verdiana 40, f. 54v
Castelfiorentino, S. Verdiana 40, f. 97v
Santa Verdiana - Ciclo dei liturgici

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Descrizione diretta

Castelfiorentino (Firenze), Museo di Arte Sacra di Santa Verdiana 41

sec. XIV secondo quarto data stimata

Luogo di copia Firenze, zona di (?) (sec. XIV secondo quarto)
membr.
ff. II, 193, I'; cartulazione moderna in cifre arabe; i ff. I e I' sono di restauro; a f. IIr-v indice (sec. XVIII); fascicoli 1-14 (8), 15 (17), 16-24 (8), 25 (2): presenti richiami orizzontali; i fasc. 15 (ff. 113-119), originariamente un quaterno, è privo dell'ultimo foglio, senza lacuna nel testo;
dimensioni: 507 x 352; specchio di scrittura: 30 [345] 132 x 38 [242] 72; rr. 42/ll. 7; 7 tetragrammi in rosso.

scritture e mani littera textualis;


decorato: le miniature sono state attribuite da Offner al Maestro delle Effigi Domenicane con la collaborazione di un altro maestro che potrebbe essere Jacopo del Casentino.
Iniziali filigranate; Iniziali istoriate: iniziali istoriate ai ff. 2v, 55r (rovinata), 68r (rovinata), 86v.
rubricato

Notazione musicale: notazione quadrata nera.

Legatura antica in assi in legno ricoperti di cuoio, lamine con borchie e bullette in ottone.
Stato di conservazione
Restaurato nel 1992.

Ente possessore Castelfiorentino (Firenze), Ss. Ippolito e Biagio, pieve (sec. XIV secondo quarto - XIX in.); Castelfiorentino (Firenze), S. Verdiana, propositura (post 1808)
Nomi Maestro delle Effigi Domenicane (fl. XIV. 1), miniatore (sec. XIV secondo quarto); Iacopo del Casentino (ca. 1320 - 1349), miniatore (?) (sec. XIV secondo quarto)
Storia del manoscritto
Il codice proviene dalla Pieve dei Santi Ippolito e Biagio (Castefiorentino). L'antifonario fu esposto alla Mostra del Tesoro di Firenze Sacra nel 1933.
Sulla controguardia posteriore foglio di recupero da codice liturgico numerato 300. Sul piatto posteriore lettera E in metallo.
Per un quadro dei manoscritti liturgici vd. pdf in attach.

Antiphonarium, ff. 1r-193v

Bibliografia Mostra Firenze Sacra (1933) pp. 117-118; Offner Mostra Firenze Sacra (1933) p. 80; Offner Corpus III/6 (1956) p. 147; Offner Corpus III/7 (1957) p. 72; Mostra di Arte Sacra Antica (1961) p. 70; Santa Verdiana (1999) pp. 50-51; Museo di Santa Verdiana (2006) p. 54

Note scheda originaria a c. di Francesca Gallori; revisione 2018

Risorse esterne collegate
Castelfiorentino, S. Verdiana 41, f. 2v
Castelfiorentino, S. Verdiana 41, f. 6r
Castelfiorentino, S. Verdiana 41, f. 86v
Santa Verdiana - Ciclo dei liturgici

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Descrizione diretta

Castelfiorentino (Firenze), Museo di Arte Sacra di Santa Verdiana 43

sec. XIV secondo quarto data stimata

Luogo di copia Firenze, zona di (?) (sec. XIV secondo quarto)
membr.
ff. II, 200, II'; cartulazione moderna in numeri romani con diversi salti (42-45, 95-101, 108-110, 150-152, 155-157, 173-175, 180-182, 189-191, 196-198) per un totale di 14 numeri e ripetizione dei nrr. 37 e 205; i ff. I-II sono cartacei; a f. II'r-v indice (sec. XVIII); fascicoli 1-5 (8), 6 (6), 7-13 (8), 14 (6), 15-17 (8), 18 (10), 19 (6), 20-21 (8), 22 (6), 23 (8), 24 (6), 25-26 (8): presenti richiami orizzontali; il fasc. 6 (ff. 40-47), originariamente un quaterno, è privo del bifoglio centrale numerato 43-44; il fasc. 14 (ff. 110-115), originariamente un quaterno, è privo del bifoglio esterno, il cui primo foglio era numerato 109 mentre il secondo è stato asportato probabilmente prima della cartulazione moderna; il fasc. 19 (ff. 150-157), originariamente un quaterno, è privo del secondo bifoglio numerato  151-156; il fasc. 22 (ff. 175-180), originariamente un quaterno, è privo del bifoglio esterno numerato 174-181; il fasc. 24 (ff. 191-196), originariamente un quaterno, è privo del bifoglio esterno numerato 190-197;
dimensioni: 512 x 361 (f. 10); specchio di scrittura: 40 [347] 125 x 45 [245] 71; rr. 42/ll. 7; 7 tetragrammi in rosso.

scritture e mani littera textualis;


decorato: le filigrane sono di scuola fiorentina.
Iniziali filigranate
rubricato

Notazione musicale: notazione quadrata nera.

Legatura di restauro in assi in legno ricoperti di cuoio, lamine con borchie e bullette in ottone lungo i bordi.
Stato di conservazione
Restaurato nel 1992.

Ente possessore Castelfiorentino (Firenze), Ss. Ippolito e Biagio, pieve (sec. XIV secondo quarto -XIXin.); Castelfiorentino (Firenze), S. Verdiana, propositura (post 1808)
Nomi Maestro delle Effigi Domenicane (fl. XIV. 1), miniatore (?) (sec. XIV secondo quarto); Iacopo del Casentino (ca. 1320 - 1349), miniatore (?) (sec. XIV secondo quarto)
Storia del manoscritto
Il codice proviene dalla Pieve dei Santi Ippolito e Biagio come si legge in rubrica.
Sulla controguardia anteriore cartellino e note di mano recente: «n° 3 inventario (C)»: Sul piatto posteriore la vecchia segnatura F in metallo sotto il cartiglio recante la scritta: «Antiphonarium Quadragesima Pascha». A f. IIr l'intitolazione, di mano del sec. XVIII: «Antiphone Feriarum et Festorum a Septuagesima usque ad Pascha».
Per un quadro dei manoscritti liturgici vd. pdf in attach.

Antiphonarium, ff. 1r-212v

Bibliografia Santa Verdiana (1999) pp. 51-52; Museo di Santa Verdiana (2006) p. 50

Note scheda originaria a c. di Francesca Gallori; revisione 2018

Risorse esterne collegate
Castelfiorentino, S. Verdiana 43, f. 12r
Santa Verdiana - Ciclo dei liturgici

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Descrizione diretta

Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, Conv. soppr. 221

sec. XV terzo quarto data stimata
Note datazione Per la datazione è elemento importante l'ampio numero di filigrane offerte dal materiale cartaceo

Luogo di copia Firenze, zona di (sec. XV terzo quarto)
cart.
filigranato: filigrana di vari tipi: ff. 1-150 chapeau, presente in tre varianti (cfr. per es. ff. 86, 118 e 128: i ff. 61-91, 93-98, 100 con la prima variante; i ff 2-4, 7-9, 24-27, 31-40, 42, 44, 47, 49, 51, 54-57, 60, 92, 99 con la seconda variante; i ff. 1, 5-6, 10-23, 28-30, 41, 43, 45-46, 48, 50, 52-53, 58-59 con la terza variante, di dimensioni inferiori alle precedenti) tutte simili (molto simile la seconda variante) a Briquet 3370 (Firenze 1465-1467; var. sim. Venezia e Udine 1469); ff. 151-163, 168 arbalète simile a Briquet 739 (Palermo 1470; var. sim. vari luoghi 1471-1500, tra cui Pisa 1478, 1482 e Pistoia 1480, 1487); ff. 164-167 échelle molto simile a Briquet 5908 (Roma, 1457-1461; var. id. Napoli 1457-1468, Venzone 1462, Firenze 1462)
in folio
ff. I, 168, I'; numerazione recente al margine inf. esterno; precedente, sempre recente, errata (1-15, 14-165 + foglio finale n. n.) al margine sup. esterno; fascicoli 1-16 (10), 17 (8): quinterni regolari, tranne il finale, cui mancano gli ultimi due fogli
dimensioni: 267 x 208 (f. 16); specchio di scrittura: 35 [6/174/6] 46 x 30/6 [116] 6/50 (f. 16r); rr. 30/ll. 29, rigatura a secco: la preparazione ha utilizzato la tabula ad rigandum

note generali sulla scrittura: mano unica in corsiva all'antica


Presenza di glosse / note
Ai ff. 1r-65r alcuni interventi marginali e interlineari (glosse, varianti, traduzioni in volgare) di altre due mani (sec. XV e sec. XVI)

decorato
Iniziali decorate: a f. 1r iniziale (V) in oro a bianchi girari (contorno blu, campiture rosa e verde), entro un fregio che dal marg. int. si prolunga nel sup., con sfere dorate; iniziali semplici in blu; non realizzata l'iniziale a f. 42v (spazio riservato)
rubricato: a f. 1r spazio riservato per l'intitulatio non eseguita


Legatura moderna (sec. XIX); in cartone rigido; piatti rivestiti di carta marmorizzata, dorso e punte di carta beige
Stato di conservazione Il testo è lacunoso per caduta di supporto sui fogli finali

Ente possessore Santa Maria del Sasso (Bibbiena, Arezzo), S. Maria del Sasso, convento OP (sec. XV ex.-XVIII); Camaldoli (Arezzo), Eremo OSBCam (?) (sec. .XIX in.)
Nomi Philippus de Cionis (fl. XV), possessore (sec. XV ex)
Storia del manoscritto
A f. 1r (mano del sec. XV ex.): Liber iste est conventus Sanctae Mariae super Saxum datus ab uxore olim ser Philippi de Cionis. La proprietà del Convento domenicano  di Santa Maria è ribadita da mano del sec. XVI al f. 2r, marg. inf.: Conventus Sanctae Mariae super Saxum ordinis Praedicatorum; più sotto stava un'altra nota, quasi del tutto rifilata, di cui resta oggi solo la porzione superiore. Asportati (poi restaurati) anche i margini inferiori dei ff. 1 e 167, che è probabile contenessero riferimenti al copista (al f. 167r rimane Deo, con cui iniziava la sottoscrizione) e/o al possessore. Prove di penna al f. 1r.
Il codice non presenta alcuna segnatura riconducibile all'Eremo; al tempo delle soppressioni napoleoniche (attraverso le quali il ms. giunse nell'attuale sede) fu tuttavia considerato di provenienza camaldolese al pari di altri manoscritti di analoga provenienza (es. BML Conv. Soppr. 419 e 616): a f. Ir fu segnato a matita Di Camaldoli 1161 e nel Catalogo dei manoscritti scelti venne registrato come «Camald. 1161».
La segnatura attuale si legge, vergata a penna e a matita, a f. Ir, ove fu annotata anche la segnatura temporanea della Biblioteca Laurenziana (1810 ca.) Dietro al Plut. IV fascio 1°.
Sul dorso, a penna in capitali: Valerius Maximus; più sotto il cartellino cartaceo con la segnatura attuale.

Factorum et dictorum memorabilium libri IX, Valerius Maximus, ff. 1r-167r
lacunoso

Bibliografia Catalogo manoscritti scelti f. 89r; Del Furia Supplementum (1858) vol. III f. 75r; Black Humanism and Education (2001) pp. 241, 393

Note Il codice fu allestito in area fiorentina, attorno agli anni '60 del Quattrocento probabilmente per uso scolastico (cfr. in bibl. Black Humanism and Education, p. 241)

Responsabile scheda: Laura Regnicoli

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ABC

Permalink: http://www.mirabileweb.it/manuscript/firenze-biblioteca-medicea-laurenziana-conv-soppr--manoscript/146228



Descrizione diretta

Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, Conv. soppr. 342

sec. XII. 2 data stimata

Luogo di copia Firenze, zona di (?) (sec. XII. 2)
membr.
ff. V, 56, IV'; numerazione recente a matita nel margine superiore destro, che comprende la guardia antica finale considerata 57; guardie miste: ff. I-III e II'-IV' cart. moderni e coevi alla legatura; ff. IV-V, membr., di recupero da un ms. giuridico del sec. XIII; f. I' (numerato 57), guardia antica, di recupero da un leggendario (sec. XII, vd. Frammento); tutti i fogli di guardia antichi sono stati aggiunti entro il sec. XIV e sono stati utilizzati per aggiunte da una unica mano quattrocentesca, che verrà meglio specificata in sede di descrizione del Frammento; fascicoli 1-2 (6), 3-4 (8), 5 (6), 6-7 (8), 8 (6): i fasc. 1-2 (ff. 1-6, 7-12) sono quaterni decurtati del bifoglio centrale; il fasc. 5 (ff. 29-34) è parimenti un quaterno privo del secondo e del terzo foglio; il fasc. 8 (ff. 51-56) è un quaterno lacunoso di II e VIII; numerazione dei fascicoli a penna in numeri arabi (2-9), antica ma non originaria, ancora seguibile in corrispondenza dell'angolo inferiore destro del foglio iniziale di ciascuna unità
dimensioni: 342 x 228; specchio di scrittura: 17 [270] 56 x 14 [75 (17) 75] 47 (f. 17r); rr. 38/ll. 38 (f. 17r), rigatura a secco

scritture e mani minuscola carolina;
note generali sulla scrittura: minuscola carolina di una sola mano


Presenza di note
Presenti saltuarie note marginali di una mano corsiva lievemente posteriore a commento del testo, di esecuzione regolare anche se piuttosto rigida; le aste di f/s scendono sotto il rigo; una mano quattrocentesca in scrittura bastarda annota fittamente gli spazi bianchi dei ff. IVr-Vv, 56v e 57v

decorato
Iniziali semplici; Iniziali decorate: ai ff. 4rb, 15va e 35ra iniziali a pennello con intrecci vegetali ed elementi zoomorfi (una civetta a f. 4r e un pesce a f. 35r), secondo Semoli (cfr. in bibl.) opera di «un miniatore fiorentino del terzo-ultimo quarto del secolo XII»; iniziali semplici in rosso
rubricato: incipit dei testi in capitale mista con nessi e inserimenti di lettere una nell'altra; rubriche


Legatura moderna (sec. XIX), in tessuto su cartone, dorso e punte in pelle

Ente possessore Camaldoli (Arezzo), Eremo OSBCam (sec. XV-XIX in.)
Precedenti segnature cclxxvi, Camaldoli (Arezzo), Eremo OSBCam (sec. XV)
Storia del manoscritto
Il codice, sembrerebbe corrispondere, pur con qualche inesattezza nella descrizione, al nr. 271 dell'Inventario A (cfr. Spoglio inventariale e Magheri Cataluccio-Fossa in bibl., p. 161) ma non presenta nessuna delle segnature riconducibili all'Eremo, verosimilmente perdute con il fascicolo iniziale. Al tempo delle soppressioni napoleoniche (attraverso le quali il ms., già acefalo, giunse nella sede attuale) fu considerato di provenienza camaldolese, come attesta a f. Ir la nota a matita (sec. XIX): Camaldoli 542.342 (entrambe le segnature sono ripetute di nuovo a f. IVr, al centro del margine inferiore).
Una mano trecentesca copre i fogli di guardia di appunti in volgare e in latino, per lo più di carattere morale (es. f. IVv, inc. Superbia fa l'omo essere arogante, Humiltà in cielo lo fa sallire, Invidia il fa dell'altrui bene mal dire.); sul frammento di leggendario utilizzato come guardia in fine inserisce anche un excerptum gregoriano.
Sul dorso, a caratteri capitali impressi in oro: D. Gregor. papae Dialogor. libri IV; più sotto il cartellino cartaceo con la segnatura attuale ad inchiostro.
A f. Ir, ancora le segnature a matita (sec. XIX): Conv. Soppr. 342 (542); la segnatura corrente è ribadita subito sopra, ad inchiostro, da altra mano.
A f. 57v nr. inv.: 206846.

Dialogorum libri IV, Gregorius I papa n. 540 ca., m. 604, ff. 1ra-56va
acefalo e lacunoso

Bibliografia Catalogo manoscritti scelti ff. 82r-99v; Del Furia Supplementum (1858) vol. III f. 257r; BHL (1898) (fonte); Moricca Dialogi (1924) (fonte); Magheri Cataluccio-Fossa, Biblioteca (1979) pp. 84, 161 nr. 271 (inv. A), 238-239, 552; Semoli Le scelte (1992) pp. 308-309 e n. 6, figg. 3 e 4; CPL (1995) (fonte); Licciardello Consuetudo (2004) p. LXXI; Guglielmetti Testi agiografici (2007) p. 375 nr. 79; Licciardello Cultura (2011) pp. passim

Spoglio inventariale
Camaldoli (Arezzo) - Eremo. [Inventario A]271- cclxxvi. Item dialogus sancti gregorii qui incipit: 'quadam', et finit: 'deo hostia ipse sumus', in cartis pecudinis tabulis et corio giallo.

Frammento sec. XII data stimata
membr.
f. 1 (guardia finale); numerato 57
dimensioni: 342 x 221; specchio di scrittura: 17 [272] 53 x 11 [72 (15) 76] 47 (f. 57r); rr. 38/ ll. 38 (f. 57r), rigatura a secco: la rigatura è scarsamente percepibile; il foglio è stato comunque molto rifilato

scritture e mani minuscola carolina;
note generali sulla scrittura: unica mano in minuscola carolina; il foglio è stato successivamente riutilizzato - come i restanti fogli di guardia del manoscritto - da un possessore quattrocentesco per inserimenti generalmente di carattere occasionale (motti, frasi ecc.) ma anche per la copia di un più sostanzioso excerptum gregoriano, che viene accolto nella presente scheda come unità microtestuale


Presenza di note

decorato
Iniziali semplici: resta una sola iniziale semplice
rubricato: resta una sola rubrica


Passio sanctorum Cyrici et Iulittae [ca. 885 sive ante 900; una cum hexametris 6, aliter 12 conscriptis et tributis, sed dubie, Hucbaldo nostro], Hucbaldus Elnonensis monachus n. 840 ca., m. 20-6-930, ff. 57ra-57rb
fragm.

santi

Translatio sanctorum Ciryci et Iulittae (BHL 1811), f. 57rb
fragm.
santi

Vita sancti Alexii confessoris Edessae et Romae, f. 57va
fragm.
Homiliae in Hiezechihelem, Gregorius I papa n. 540 ca., m. 604, f. 57v
excerptum: I. i 15

Note La compagine, duecentesca, ha ricevuto l'attuale sistemazione nel Trecento, quando il ms. è stato cartulato (ma attualmente è lacunoso del fascicolo iniziale) e ha ricevuto i fogli di guardia iniziali e finali, tutti antichi, di riutilizzo e ulteriormente utilizzati per aggiunte nel sec. XV; la guardia finale, in particolare, un frammento di leggendario, merita specifica segnalazione

Responsabile scheda: Francesca Mazzanti

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Descrizione diretta

Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, Conv. soppr. 366

sec. XII terzo quarto data stimata

Luogo di copia Firenze, zona di (sec. XII terzo quarto)
membr.
ff. I, 290, I'; la numerazione recente (cui la scheda fa riferimento) a matita sul margine inferiore comprende i due fogli aggiunti nel sec. XV con l'indice; la numerazione originale, in numeri romani, apposta al centro del margine superiore, è rifilata sui primi 11 fogli ma iniziava, appunto, con l'attuale f. 3, giungendo fino a 288; ff. I e I' membr. di restauro; fascicoli 1 (2), 2-37 (8): il fasc. 1 (ff. 1-2) è costituito da due fogli probabilmente singoli, ora risarciti dal restauro: difficile valutare come si articolano con il quaterno successivo; nel fasc. 2 il primo foglio (f. 3) risale al sec. XV med. e risarcisce l'acefalia del corpus; la segnatura a registro risulta perlopiù rifilata, è visibile a f. 244r ff2 e a f. 264r hh4
dimensioni: 508 x 345 (f. 52r); specchio di scrittura: 31 [380] 97 x 35 [105 (25) 105] 75 (f. 52r); rr. 47/ll. 47 (f. 52r), rigatura a colore: regime di foratura completo, eseguito mediante uno strumento con punta circolare o allungata

note generali sulla scrittura: scrittura carolina di una sola mano regolare, uniforme, senza chiaroscuro, piuttosto tondeggiante, compatta e scarsamente compendiata (anche la et è di regola per esteso); si alternano d tonda e diritta, la s è sempre tonda a fine parola, la f scende sotto il rigo; la scrittura si inserisce bene nell'ambiente fiorentino poco dopo la metà del sec. XII; ai ff. 1-2 l'indice è in tarda littera textualis; interessante in quanto imitativo (anche sotto l'aspetto decorativo) è il foglio iniziale del testo (f. 3) sostituito nel tardo quattrocento ma forse in praesentia dell'originale


Presenza di note
Presenti alcune note marginali coeve e del sec. XIII-XIV

decorato: l'apparato decorativo è stato riferito ad ambiente fiorentino (cfr. bibl.); le 16 iniziali figurate, che ritraggono per lo più i Padri (Agostino, Gregorio, Girolamo, Papa Leone I), sono attribuite allo stesso maestro cui si deve la decorazione del messale BML Gaddi 44
Iniziali figurate; Iniziali decorate: iniziali figurate ai ff. 39v, 53r, 73r, 128r, 146v, 152r, 158r, 166v, 177r, 191v, 195r, 223r, 246r, 256v, 265v, 268r; iniziali in giallo ocra su fondo blu, ornate a motivi geometrici e racemi (bianchi), terminanti, soprattutto nel caso della P e della F con lunghe code bianche; una serie di iniziali di dimensioni minori, in giallo ocra su fondo blu, ornate a motivi geometrici e racemi, solo occasionalmente decorate con figure zoomorfe (es. f. 7v, 70v); a f. 3rv due iniziali decorate, del sec. XVI
rubricato


Legatura di restauro in cuoio, con recupero della copertura dei piatti - con decorazioni impresse - e del dorso di una precedente legatura moderna; cantonali e borchia centrale; titolo sul dorso, inciso in oro Sermones / et / Homil[iae] a Pascha / usque ad Advent[u]

Ente possessore Firenze, S. Maria degli Angeli, monastero OSBCam (ante non precisabile)
Storia del manoscritto
Il codice arriva in periodo imprecisato al Monastero fiorentino di Santa Maria degli Angeli e da qui, nel 1809, in seguito alla soppressione degli ordini religiosi all'attuale sede..
A f. Ir, oltre alla segnatura attuale, è presente quella risalente all'epoca degli incameramenti Degli Angioli 1015 (vd. Catalogo manoscritti scelti, f. 89r: «Angeli 1015. Sermones et homiliae dominicales a Pascha Resurrectionis usque ad Adventum et Homiliae super Evangelia omnium sanctorum per totum annum. Cod. membr. in fol. max.»).
Nell'inventario di Santa Maria degli Angeli del 1729 è identificabile a f. 119r (vd. Spoglio inventariale e Baldelli Cherubini in bibl.).
A f. 290r numero d'inventario: 206870.

Homiliarium liturgicum, ff. 1ra-148rb
De fide ad Petrum, Fulgentius Ruspensis episcopus n. 467 ca., m. 1-1-532, ff. 148rb-152ra
Homiliarium liturgicum, ff. 152ra-290ra

Bibliografia Catalogo manoscritti scelti f. 89r; Garrison Studies IV (1960) vol. IV pp. 89-92, 308, 368, tavv. 60-67 pp. 90, 266-267, 309; Berg Studies (1968) pp. 131 n. 27, 132, 256-257 n. 55, figg. 203-205; Baldelli Cherubini Manoscritti (1972) p. 42 nr. 6 (ms. identificato); Magheri Cataluccio-Fossa, Biblioteca (1979) p. 199; Corali Angeli (1995) p. 92; Verrando Due leggendari (2000) p. 483 n. 196; Novembri Girolamo (2004) p. 69; Cosma Corpus (2011) p. 375

Spoglio inventariale
Firenze - S. Maria degli Angeli, monasteroG. I 6- Homiliae tam de tempore, quam in Festis Sanctorum. Codex membranaceus, in fol. maximo.

Note Il contenuto individua il manoscritto come secondo tomo di un lezionario in due volumi; il primo volume, attualmente non identificato, doveva contenere il Proprio del Tempo dall'Avvento fino alla Pasqua. Su basi grafiche e decorative il codice è senz'ombra di dubbio inseribile nella produzione fiorentina ed avvicinabile al Leggendario dell'Archivio Capitolare di Fiesole XXII.1 (vd. Verrando in bibl.) e, per gli aspetti precisamente decorativi, al messale BML Gaddi 44 (vedi Berg in bibl.). Difficile valutare il momento di ingresso a Santa Maria degli Angeli, forse suggerito dall'indice aggiunto all'inizio del volume (ff. 1-2) e alla sostituzione del foglio iniziale, ben addentro nel sec. XV.

Responsabile scheda: Rossella De Pierro

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Descrizione diretta

Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, Conv. soppr. 413

sec. XV terzo quarto data stimata
Note datazione ca. 1463, cfr. f. 30r e Storia del ms.

Luogo di copia Firenze, zona di (?) (sec. XV terzo quarto)
membr. e cart.
filigranato: cart. i ff. 15-17 solidali ai ff. 20-22 e i ff. 25-26 solidali ai ff. 29-30; filigrana di due tipi: monts (ff. 15-17, 20-22), simile a Piccard, Collection 150635 (Firenze 1448) e char (ff. 25-26, 29-30), abbastanza simile a Briquet 3455 (Lucca 1434; var. sim. Roma 1459-60, Lucca 1463 e 1479, Germania e Belgio 1452-1474)
in quarto
ff. I, 31; numerazione recente a matita al marg. sup. esterno; carta di guardia membr.; fascicoli 1 (10), 2 (3), 3 (10), 4 (8): regolari i fasc. 1, 3-4 (quinterni i primi due, quaderno l'ultimo), asportato l'ultimo foglio (bianco) al fasc. 2 (in origine duerno); presente un solo richiamo al f. 23v, verticale, scritto nel colonnino interno, dall'alto in basso
dimensioni: 217 x 143 (f. 19r); specchio di scrittura: ff. 1-10: 16 [141/8] 50 x 23 [8/77] 36 (f. 6r: 215 x 144); ff. 11-23: 15 [132/7] 63 x 23 [8/69/7] 38 (f. 19r); ff. 24-31: 20 [140] 55 x 23 [8/68/7] 38 (f. 28r: 215 x 144); nei fasc. 1-3 è passante la penultima riga, nel fasc. 4 l'ultima; in tutto il codice il colonnino interno è occupato dalle maiuscole, l'esterno (presente ai fasc. 2-4) dal testo; ff. 1-10: rr. 22/ll. 21; ff. 11-31: rr. 21/ll. 20, rigatura a mina di piombo: foratura continua ai ff. 15-31; fori di sez. tonda

scritture e mani littera antiqua;
note generali sulla scrittura: una sola mano in littera antiqua, attribuibile, con qualche perplessità, a Battista da Cennina (cfr. Storia del manoscritto) che si sottoscrive a f. 30r


Presenza di glosse / note
Presenti una glossa (f. 4v), maniculae (ff. 9r, 11r) e una nota di Battista da Cennina (f. 30r)

decorato
Iniziali semplici: a f. 1r iniziale in blu (Q di 2 rr. x 22 mm), filigranata di rosso (con fregio di penna che si distende nel marg. sup.); spazi riservati per le iniziali (ff. 1r, 14r, 17v, 19v, 22v, 23v, 28v), di 2 rr. (3 rr. a f. 14r) x 14/23 ca.
rubricato: titoli in rosso (ff. 1r, 14r, 17v in capitali; assenti i titoli delle Sat. 3-6), incipit a f. 14r ed explicit a f. 30r in capitali alternate rosse e nere


Legatura originale o coeva, in assi e mezza pelle; resti di una bindella in stoffa rossa sul piatto anteriore, traccia della contrograffa, a forma di asso di picche, sul piatto posteriore

Sottoscritto / Colophon
A f. 30r: Auli Persi Vulterrani liber feliciter explicit. P(er) me Batistam Jacobi Angeli de C(enni)no a. (?) CCCC°LXIII° die VIII Augusti. Laus Deo (Cennina si trova in provincia di Arezzo)
Ente possessore Camaldoli (Arezzo), Eremo OSBCam (?) (sec. XVI-XVIII in.)
Nomi Baptista Iacobi Angeli de Cennino copista (fl. XV. 2), copista (sec. XV terzo quarto)
Precedenti segnature omega 7, Camaldoli (Arezzo), Eremo OSBCam (sec. XVII ultimo quarto); Q.I-16, Camaldoli (Arezzo), Eremo OSBCam (sec. XVII ex.)
Storia del manoscritto
Il colophon a f. 30r lascia delle perplessità: la fluida corsiva all'antica della nota è infatti difficilmente relazionabile con la rigida e discontinua littera antiqua del testo (cfr. per es. ff. 23v, 26v-27r) ma è invece assimilabile alla corsiva usata da Battista da Cennina (sul quale cfr. Bradley Dictionary III, pp. 103, 209-10) nel 1473 per trascrivere il ms. BML, Edili 190. Ciononostante tra la scrittura di Edili 190 e quella del presente ms. si possono rintracciare affinità (es. capitali dei titoli, x con il primo tratto quasi orizzontale e il secondo quasi verticale, curvatura del primo tratto di e onciale) che potrebbero lasciare aperta la possibilità di interpretare il Conv. Soppr. 413 come un prodotto giovanile di Battista da Cennina, sottoscritto e datato in un secondo momento. Il copista risulta ancora parroco a Vincigliata nel maggio 1493, durante la visita pastorale del vescovo di Fiesole Roberto Folchi (ASF, Not. Antecosimiano 3264, n.n., ed. in Brucker Tatti, p. 73); entro la fine del secolo, tuttavia, il codice giunse all'eremo di Camaldoli, come risulta dalla nota posta nel margine superiore del f. 1r: S. Camaldulensis Eremi (sec. XV ex.). Sempre al f. 1r, nel margine esterno, altra nota di possesso dell'Eremo del sec. XVII: Sacrae Eremi Camalduli I(nscript). C(at). Omega.7; (corrispondente all'inventario B) è stata poi barrata, riscrivendo più sotto Q.I-16 (segnatura dell'inventario C; cfr. Spoglio inventariale e Magheri Cataluccio-Fossa in bibl.).
Sul dorso quattro cartellini: nel primo il titolo, di mano del sec. XVI-XVII, Poetriae lib. I Persii Satirar(um) A(nno) 146[3] (con 1463 cancellato); nel secondo 47 Sop(ra) la porta; nel terzo la segnatura attuale; nel quarto, bordato di rosso, la segnatura dell'inventario C della quale tuttavia si legge solo il 6 finale.
Il codice giunse nell'odierna sede nel 1809 a seguito delle soppressioni napoleoniche delle corporazioni religiose. La segnatura attuale si legge, vergata a penna e a matita al f. Ir, insieme alla segnatura Camaldoli 601 (soppressioni 1809) e Sopra la porta 47 (segnatura temporanea della Biblioteca Laurenziana).
A f. 31v riferimento inventariale: 206918.

Epistolae, Horatius, ff. 1r-12r: Ars poetica (Epistola ad Pisones)
Saturae, Persius, ff. 14r-30r

Bibliografia Catalogo manoscritti scelti f. 86v; Del Furia Supplementum (1858) f. 65r; Bradley Dictionary (1889) (letteratura secondaria); Scarcia Piacentini, Saggio (1973) p. 32 nr. 142; Magheri Cataluccio-Fossa, Biblioteca (1979) pp. 463 nr. 7, inv. B; 491 nr. 16, inv. C (ms. non ident.); Villa Mss. Orazio I (1992) p. 116; Orazio (1996) vol. I p. 322; Brucker Tatti (2007) (letteratura secondaria)

Spoglio inventariale
Camaldoli (Arezzo) - Eremo. [Inventario B]7- Quinti Flacci Oratii Venusini Poete dic Poetriae liber in 4to. Item Auli Persi Vulturani Poetae liber. Per Baptistam Iacobi Angeli de Cno. 1463. Augusti.
Camaldoli (Arezzo) - Eremo. [Inventario C]16- [Q.I] Oratii Flacci Poema seu de Arte Poetica.

Note Nel manoscritto, giunto probabilmente a Camaldoli alla fine del sec. XV dopo la morte del suo copista e proprietario, si percepisce uno stacco tra le due opere dovuto probabilmente ad un allestimento prolungato

Responsabile scheda: Laura Regnicoli

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Descrizione diretta

Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, Conv. soppr. 541

sec. XV terzo quarto data stimata

Luogo di copia Firenze, zona di
cart.
filigranato: cappello e stella, non ricostruibili
in quarto
ff. V, 159, V'; la numerazione a matita in alto giunge fino a 158 calcolando come guardia il foglio del primo fascicolo che è stato quasi completamente asportato e successivamente risarcito; il risarcimento si deve a intervento precedente quello, recente, che ha inserito le guardie iniziali e finali; ff. I-V e I'-V' di restauro (non num. II'-V'); fascicoli 1 (10), 2-15 (10), 16 (9): il fasc. 1 (ff. I, 1-9) è un quinterno privo del primo foglio del quale rimane un lembo, incollato sul foglio di risarcimento; il fasc. 16 (ff. 150-158) è un quinterno privo del foglio finale, ma senza lacune testuali; segnatura a registro al centro del margine inferiore, in numeri romani e cifre arabe (poste nell'angolo destro); richiami orizzontali nel margine inferiore, entro cartigli
dimensioni: 212 x 143 (f. 51r); specchio di scrittura: 22 [135] 55 x 16 [6/75] 6/40 (f. 51r); rr. 24/ll. 23 (f. 51r), rigatura a secco: linee di giustificazione verticali doppie; la presenza di tre fori al margine interno denuncia l'uso del pettine

scritture e mani littera antiqua;
note generali sulla scrittura: littera antiqua di un'unica mano; scrittura delle note in corsiva all'antica


Presenza di note
A margine presenti parecchie note di una mano coeva, in corsiva all'antica, oltre che di mano del copista

decorato
Iniziali semplici; Iniziali decorate: iniziali in foglia d'oro, campite di rosa e di verde, su fondo blu (ff. 43r, 66v, 95r, 123v), di dimensioni medie (3 righe) e di modesta esecuzione; iniziali toccate di blu
rubricato


Legatura moderna, in mezza pergamena e carta marmorizzata

Ente possessore Firenze, S. Maria degli Angeli, monastero OSBCam (sec. XVII med.-XIX in.)
Stemma
Nomi Mauro Corsi vescovo OSBCam (m. 1680), donatore (a. 1645)
Storia del manoscritto
Il codice, giunto nell'attuale sede di conservazione dal Monastero fiorentino di Santa Maria degli Angeli nel 1808 a seguito alla soppressione degli ordini religiosi, è dono di Mauro Corsi (monaco di S. Maria degli Angeli, abate del monastero pisano di S. Michele e vescovo di San Miniato negli anni 1662-1680), come attesta la nota a f. 1r: Monasteri Angelorum Florenti(ae) a domino Mauro Cursio florentino abbate, 1645. Nell'inventario del 1729 il codice è identificabile a f. 118v (vd. Spoglio inventariale e Baldelli Cherubini in bibl.).
Il foglio iniziale strappato doveva presentare un motto e uno stemma al margine inferiore, che ora appare dimidiato, si vede il profilo a sinistra di uno scudo e nella parte inf. le lettere B T E e alcune parole Quid spectas/ doverunt sa. La segnatura attuale si legge, vergata a penna e a matita al f. Ir, insieme alla segnatura Sopra la porta 175 (segnatura temporanea della Biblioteca Laurenziana). Entrambe le segnature sono riportate su due cartellini con profili blu, incollati sul dorso. La segnatura Angeli n° 324 (vd. Catalogo manoscritti scelti) è riportata a matita a f. Vr. A f. 1r, in basso, nota di contenuto: M.T. Ciceroni Quest. Tuscul. [..] ad Brutum (sec. XVII-XVIII).
Sui margini alcune note coeve al testo, ad es. ai ff. 29v, 71v-72r, 81r, altre più tarde, del sec. XVI (ff. 31r, 49v-50r).
A f. 158v nr. d'inventario: 207056.

Tusculanae disputationes, Cicero M. Tullius, ff. 1r-158v
acefalo

Bibliografia Catalogo manoscritti scelti f. 84v; Del Furia Supplementum (1858) vol. IV p. 266; Baldelli Cherubini Manoscritti (1972) p. 42 nr. 34 (ms. identificato); Corali Angeli (1995) pp. 89, 92, 93, 96

Spoglio inventariale
Firenze - S. Maria degli Angeli, monasteroL. IV 34- Cicero (M. Tullius). Quaestiones Thusculanae. In carta, 4°.

Note Il ms. - dono dell'abate Mauro Corsi (vd. Storia) - con ogni probabilità non ha un'origine legata ad ambiente monastico

Responsabile scheda: Rossella De Pierro

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