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L'A. discute la Translatio s. Alexandri (metà XII secolo) e l'Inventio sanctorum (scritta poco dopo il 970; Paris, BNF, lat. 5295), fonti che gettano luce sull'assegnazione del monastero di Sant'Angelo in Barrea sul fiume Sangro al vescovo Alberico di Marsica da parte di Ottone I e del suo influente consigliere, Dietrich vescovo di Metz. Il monastero divenne poi oggetto di contesa tra Alberico, membro della potente famiglia dei Berardenghi, e alcune comunità monastiche dell'Italia centrale, fino al 981 quando i monaci di Montecassino la ottennero per sé. L'analisi delle fonti permette di concludere che Alberico si assicurò il monastero grazie alla donazione di reliquie a Ottone I, di passaggio nella Marsica in occasione delle spedizioni militari dell'imperatore contro i Bizantini.
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Part I discusses 9th-cent. Saxon ethnicity: considers Saxon origin stories as recounted, for example, in Rudolf of Fulda's translatio of St Alexander. Part II considers aristrocratic-royal cooperation. J.Ehlers in «Rheinische Vierteljahrsblätter» 62 (1998) 386-9 hebt die zusammenfassende Bewertung der Forschungslage und die - angesichts der Alternative zwischen einem ethnischen und einem politischen Verständnis des Herzugtums vermittelnde - Tendenz des Verf. hervor. Das Buch behandelt die Stellung und das Bewußtsein der sächsischen gens und der Liudolfinger vor 919, die Bedeutung Saxonias im Frankenreich und «Sachsen unter den liudolfingischen Königen und Hermann Billungs Aufstieg zum Herzog». Wegen der Quellenarmut sind die Ergebnisse oft hypothetischer Natur. Nach Meinung von Klaus Naß («Deutsches Archiv» 55 (1999) 731-2) sind die Interpretationen zur Translatio s. Alexandri c. 6 und Widukind I 14 falsch beziehungsweise einseitig
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A partire dalla Translatio sancti Alexandri di Rodolfo di Fulda, continuata da Meginardo, l'A. traccia il cammino dei Sassoni dall'affrancamento dal paganesimo alla conversione al cristianesimo attraverso la sottomissione ai Franchi. Esemplare di questo percorso è il racconto della traslazione delle reliquie del santo da Roma a Wildeshausen: esso assume, oltre che una valenza agiografica, un significato politico e religioso di determinante rilevanza: il trasporto dei resti del santo (simbolico dono del papa Leone IV come ringraziamento per aver guadagnato alla chiesa una nuova conversione), affidato a un nobile sassone - Waltpert - vassallo dell'imperatore Lotario, diviene a un tempo mezzo di integrazione della Sassonia nella cristianità e nei territori dell'impero e ulteriore conferma della coesione tra impero e papato. Un evento insomma di alto valore diplomatico in cui vengono coinvolti diversi protagonisti, i quali si muovono entro le regole di un linguaggio codificato di rispetto reciproco e convenienza personale: nella lettera che scrive per accompagnare il suo emissario a Roma, l'imperatore non manca di sottolineare il valore sacramentale del dono del pontefice. Ma forte è anche la portata simbolica del racconto: nei momenti che precedono l'arrivo a Wildeshausen, nella cui cattedrale da poco fondata saranno riposte le reliquie, numerosi sono i miracoli che si verificano a opera del santo, come segno inequivocabile del suo gradire la nuova dimora ormai sicura dalla minaccia pagana. (Arianna Cangianelli)
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