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Traduzione inglese di sette documenti precedentemente editi in Scripta saeculi VII vitam Maximi Confessoris illustrantia una cum Latina interpretatione Anastasii Bibliothecarii iuxta posita Turnhout-Leuven 1999 (Corpus Christianorum. Series Graeca 39); cfr. MEL XXV 262). Si tratta di una preziosa testimonianza dell'opposizione di Massimo e dei suoi alleati, tra cui il papa Martino I, alla dottrina monotelita, promulgata nel 638 dall'imperatore Eraclio. I testi vengono così indicati dal rec.: BHG 1231 = BHL 5841; BHG 1233 = BHL 5842; BHG 1232 =vacat BHL; BHG 1233d = BHL 5843; BHG 2261 = BHL 5844; BHG 1236d. Il volume comprende inoltre l'Anastasii monachi epistola ad monachos Calaritanos (CPG 7725), Il testo greco di riferimento, integrato nei passi mancanti attraverso la traduzione di Anastasio, è quello edito nel Corpus Christianorum. Una preziosa introduzione storico-filologica correda il vol.
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L'A. ripercorre la tradizione letteraria relativa a Martino I. Il più antico testo che riferisce le vicende di Martino è la «Commemoratio» attribuita a Teodoro Spudeo, il cui originale greco è perduto, mentre ne è conservata la traduzione latina ad opera di Anastasio il Bibliotecario, confluita in un più ampio dossier che comprende nella versione latina, oltre ad interventi di Anastasio, anche due lettere di Martino a Teodoro («Quoniam agnovi» e «Noscere voluit»), due lettere a «quidam carissimus» («Indicamus germanae» e «Omne desiderium») ed infine un'esortazione a prestare soccorso ai fratelli perseguitati. Evidente è il carattere polemico della «Commemoratio», che pone in rilievo l'ingiustizia del trattamento riservato al papa da parte del potere politico. Il dossier tradotto da Anstasio invece, di origine antica, raggruppa testi di segno diverso, talora contraddittori. Il Martino del «Liber Pontificalis» è più che vittima vincitore: ciò che importa qui sottolineare è l'autorevolezza della figura del papa, tacendo delle umiliazioni e persino del martirio. Altra valenza è quella sottolineata dalla «Vita Eligii», composta a breve distanza dalla morte di Martino ma rimaneggiata in età tardo-merovingia o carolingia: di Martino si ricorda solo l'eroico martirio in una lotta genericamente antieretica. La «Vita Martini» di Teodorico di Fleury è conservata in due redazioni («Vita longior»; «Vita brevior», derivata dalla prima) ed ha come fonti il dossier anastasiano (che cita letteralmente è di cui è quindi utile testimone indiretto) e la Vita del «Liber Pontificalis»: ma delle fonti vanno perse le connotazioni ideologiche e ciò che rimane è un testo sbiadito e uniforme, in cui Martino è il pastore energico e virtuoso che protegge i fedeli dagli eretici, in sintonia con gli ideali della riforma dell'XI sec. Su questa linea la vita di Martino verrà anche in seguito banalizzata e inserita negli schemi dell'agiografia tradizionale (Benedetta Valtorta)
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Si analizzano prologhi di Anastasio Bibliotecario (Passio sanctorum martyrum in monte Ararat, Vita Basilii episcopi Neocesariensis, De inventione reliquiarum sancti Clementis, Passio sancti Dionysii Areopagitae, Vita Iohannis patriarchae Alexandrini, Ex actis Martini I papae), di Atanasio II vescovo di Napoli (Fragmentum passionis sancti Arethae, BHL 671), di Gregorio «ultimo dei chierici» (Passio sancti Anastasii monachi, BHL 411), di Guarimpoto (Passio sancti Eustrasii, BHL 2778, e Passio sancti Petri Alexandrini, BHL 6692-6693), del prete Orso (Vita sancti Basilii, BHL 1024), di Giovanni Diacono (Passio XL martyrum Sebastenorum, BHL 7540, e Translatio sancti Sosii, BHL 4134-4135), di Paolo Diacono napoletano (Vita sanctae Mariae Egyptiacae, BHL 5415), di Pietro Suddiacono (Passio sancti Canionis, BHL 1541d-e, Passio sanctorum quatuor coronatorum, BHL 4135, Passio sanctorum Abbacyri ey Iohannis, BHL 2078, Passio sancti Artemae, BHL 717, Passio sanctorum Cyrici et Iulittae, BHL 1814b, Vita sancti Gregorii Thaumaturgi, BHL Suppl. 3677m, Passio sanctae Iulianae, BHL 4526), del suddiacono Bonito (Passio sancti Blasii, BHL 1379-1380, Passio sancti Theodori, BHL 8086) che evidenziano un'avanzata discussione poetologica nella cosiddetta Scuola napoletana a proposito del rapporto espressione-contenuto, e dei criteri teorici esposti in quei prologhi si esaminano le applicazioni negli exempla biblici delle agiografie. (Francesco Stella)
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