L'anonimo autore della
Chronica, redatta tra la fine del XII secolo e gli anni Trenta del Duecento, risulta mosso da intenti didattici, formulando una cronaca di impianto universale che mira alla connessione tra le origini storico-leggendarie fiesolane e la piena maturazione fiorentina, nel solco di una tradizione già sperimentata nei
Gesta Florentinorum di Sanzanome (quarto/quinto decennio del Duecento). L'A. sottolinea la rilevanza del testo in questione come fonte dantesca per l'antica storia locale, almeno fino alla conquista di Fiesole del 1125, accresciuta dall'apparentemente definitiva retrodatazione della
Storia fiorentina dello Pseudo-Malispini alla seconda metà del Trecento. Dopo un sintetico quadro sugli sviluppi storiografici relativi alla
Chronica, dall'originario interesse di O. Hartwig agli sviluppi di N. Rubinstein e E. Bolaffi, fino all'ed. proposta da A.M. Cesari (
Chronica de origine civitatis Florentie «Atti e memorie dell'Accademia toscana di scienze e lettere La Colombaria» 58, 1993, pp. 185-253; cfr. MEL XIX 883) l'A. segnala la vasta influenza del testo, favorita soprattutto dall'uso che ne fece Giovanni Villani, non solo nella produzione volgare tre-quattrocentesca ma in scritti latini come la
Chronica de quibusdam gestis del 1334 e il
Liber de origine civitatis Florentinae di Filippo Villani. Sarà soprattutto il giudice fiorentino Sanzanome a riassumere la seconda parte della
Chronica nei
Gesta, come emerge con chiarezza dalla lettura comparata delle due cronache. Ampio spazio viene riservato all'analisi delle istanze politiche che animano la
Chronica, soprattutto nel rapporto di Firenze con gli altri centri toscani (Lucca, Pistoia, Pisa e Siena) oltre che della questione episcopale che agitò Firenze e Fiesole; al peso assunto dalle fonti principali, l'
Historia Romana di Paolo Diacono, gli
Annales Florentini I e II, la
Passio sancti Romuli (BHL 7332), il
De coniuratione Catilinae di Sallustio, e da quelle presunte, segnalate dall'A., quali il
Liber de obsidione Anconae di Boncompagno da Signa; alla parziale fortuna della
Chronica fino alla rivalutazione dantesca, espressa soprattutto nel poema ma anche nelle
Epistolae e in alcuni passi del
De vulgari e delle
Eclogae. Oltre ai tre principali codici responsabili della trasmissione del testo latino, dei quali si forniscono descrizioni (Firenze, BNC, II.II 67; Laurenziana, Pl. 29.8; Vat. lat. 5381), vengono utilizzati i mss. Berlin, SB, Hamilton 67 (
Fatti di Cesare); Bruxelles, BR, 10168-72 (
Li fet des Romains); Vat. Barb. lat. 4103 (commento dell'Ottimo); Vat. Chig. L.VIII. 296 (Giovanni Villani
Nuova cronica); Vat. Pal. 772 (
Annales Florentini); Fiesole, Arch. Capitolare, XXII.I.66 (
Passio Romuli); Firenze, Laurenziana, Conv. soppr. 302 (
Passio Romuli); Gaddi 18 (volgarizzamento della
Chronica); Gaddi 77 (
Chronaca fiorentina dello Pseudo Brunetto Latini); Gaddi 119 (cronaca napoletano-gaddiana); Pl. 29.32 (
Liber coloniarum); Pl. 89 inf. 20.2 (
De coniuratione Catilinae); Pl. 89 inf. 60 (
Avventuroso siciliano); BNF, II.II 124 (Sanzanome
Gesta Florentinorum); II.II 411 (volgarizzamento del
Chronicon di Martino Polono a opera di Piero Bonfante); II.IV 155 (volg. della
Chronica); II.IV 323 (cronaca dello Pseudo Brunetto Latini); Conv. soppr. F.IV.733 (
Annales Florentini); Magl. XXIII, 127 (volg. della
Chronica); Magl. XXV, 505 (Cronichetta Magliabechiana); Firenze, Riccardiana, 1937 (volg. della
Chronica); 2418 (
Fatti di Cesare); Bibl. del Seminario Maggiore, codice Rustici; Lucca, Archivio di Stato, Orsucci 40 (volg. della
Chronica); Napoli, BN, 13.F.16 (cronaca napoletano-gaddiana). Il volume comprende l'ed. della
Chronica (pp. 29-72), un'ampia sezione che ospita il commento (pp. 49-104) che segue la paragrafatura dell'edizione, l'appendice I (pp. 187-9) con il riassunto della
Chronica compreso nei
Gesta Florentinorum, l'appendice II (pp. 191-4) con un documento del 9 aprile 1331 che attesta le botteghe del Comune sul lato orientale del Ponte Vecchio, l'indice dei mss., dei nomi e dei luoghi (pp. 217-27). (Luca Mantelli)
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