Nel vol., nato da una trasmissione radiofonica, i tre A. si dividono il compito di presentare, in tre sezioni distinte, a cui è posposto un comune indice delle fonti storiografiche, alcuni aspetti della cultura medievale attraverso gli interrogativi e le prospettive della storiografia più recente. Nella prima sezione, («Die Bösen schrecken, die Guten belohnen. Bedingungen, Praxis und Legitimation mittelalterlicher Herrschaft», pp. 1-110) l'A., coadiuvato da H. Kamp, si interroga sulle connotazioni del potere in relazione ad una certa immagine del medioevo come età di violenza, sulla natura dei conflitti e le forme di campagne militari, sulla funzione della giustizia dai carolingi fino al XII sec., con l'esemplare processo politico a Enrico il Leone, sui vuoti di potere centrale e le carriere politiche e diplomatiche; quindi vengono analizzate le funzioni e i ruoli dei consiglieri di corte, le modalità della comunicazione pubblica e le idee di autori medievali sul giusto esercizio del potere: fra gli esempi presentati quello di Enrico IV, attraverso gli Annali di Lamperto di Hersfeld e le lettere di Gregorio VII. L'ultima parte esamina le forme del potere nelle città con particolare approfondimento della situazione della Borgogna nel XV sec. La seconda sezione («Weltliches Leben in frommer Gesinnung? Lebensformen un Vorstellungswelten in frühen und hohen Mittelalter», pp. 111-228) s'interroga su come la dottrina ecclesiastica di morale e di fede influisce sulla vita dell'uomo medievale e interagisce con altri tipi di condizionamento: l'A. riflette in una prima sezione sull'unione fra uomo e donna, come istituzione religiosa e giuridica, nelle diverse forme contemplate nell'alto medioevo, compresa la legittimazione del divorzio, sulla famiglia come nucleo di base della vita sociale, con particolare accentuazione del valore del nome come simbolo dell'appartenenza familiare, sulla divisione dei compiti all'interno della coppia e la quotidianità della vita matrimoniale, alla luce di documenti quali libri penitenziali, decreti di concili e opere agiografiche. Una seconda sezione è dedicata alla vita monastica, sotto l'aspetto particolare del rapporto fra la clausura e i contatti con il mondo esterno: si presentano i casi di monasteri al servizio degli uomini di potere, fondati da personaggi di spicco dell'aristocrazia, che ne restano proprietari, e di monasteri al servizio dei re, attraverso la testimonianza di Ekkehard di S. Gallo, e si esaminano le funzioni particolari di monasteri quali «imprese economiche», «istituti di pena», officine di cultura. Si accenna ai casi di conflitti interni a monasteri, attraverso l'esempio di ribellioni come quella di Sainte-Croix di Poitiers (589) e quella dei monaci di Fulda (1063). L'A. passa quindi ad un altro aspetto della vita medievale: la concezione della morte e dell'aldilà, la compresenza di uno sfondo religioso, di un'idea della morte come ingresso nella vita eterna e di uno sfondo sociale, in cui la morte appare come costante minaccia; la riflessione accenna alle forme di riti funebri, interrogando fonti quali i necrologi monastici, per ricostruire il significato del ricordo dei morti nella comunità, e al culto delle reliquie. Un'ultima parte è dedicata alla percezione del diavolo da parte dell'uomo medievale come continuo antagonista e ai problemi connessi alla sua azione sulla terra e nella storia, come strumento della giustizia divina: l'A. ribadisce la realtà concreta della presenza diabolica nella mentalità medievale. La terza sezione del vol. («Spätmittelalter - Die Rahmenbedingungen des Lebens kleiner Leute» 229-350, tavv. 26) si occupa delle condizioni di vita dell'uomo comune del tardo medioevo in relazione ai suoi superiori e alle istituzioni ecclesiastiche, all'interno della realtà urbana e nel rapporto con la giustizia. Fra gli aspetti della vita quotidiana, esaminata attraverso testimonianze soprattutto del XIV-XV sec., sono considerati il gioco e le case di piacere; l'A. cerca inoltre di ricostruire un'opinione pubblica dei cittadini comuni sulla classe dominante. Riguardo al rapporto con l'autorità ecclesiastica, l'A. indaga sulla funzione dei parroci e sulla vita religiosa dell'uomo comune nei villaggi e nelle città, su manifestazioni della devozione laica quali processioni e pellegrinaggi. Infine l'A. presenta un quadro della vita concreta nella città tardomedievale, nelle diverse fasce sociali, soffermandosi soprattutto sul problema della povertà e delle classi subalterne, e propone un'analisi del sistema giudiziario, delle condanne e delle esecuzioni capitali, delle pene corporali e della carcerazione. (Corinna Bottiglieri)
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