Lo studio offre una presentazione dei
Carmina Cantabrigiensia, una silloge di brevi componimenti latini tramandata dal manoscritto Cambridge, UL, Gg.V.35 (1567) (sigla Ca), esemplato nello scriptorium di St. Augustine di Canterbury verso la metà dell'XI secolo. L'A., passando al vaglio la letteratura scientifica sull'argomento, esamina la provenienza, il contenuto, la struttura e la trasmissione della raccolta. Formata da 84 componimenti latini, di diverso genere e varia datazione (la maggior parte non anteriori al sec. XI), la silloge sarebbe stata realizzata, secondo A.G. Rigg e G.R. Wieland, nel basso Reno, probabilmente a Colonia. Il contenuto dei carmi è eminentemente religioso, come già messo in luce da K. Langosch: dei 51 brani «originali» ben 17 composizioni possono essere considerate di contenuto sacro e altre 13 riguardano argomenti non secolari; dei 21 testi «profani» della raccolta alcuni sono di argomento politico-storico, mentre altri sono di tipo novellistico e umoristico e soltanto per pochissimi si può parlare di vera e propria «poesia d'amore». Dei brani «originali» solo 32 sono attestati unicamente nel manoscritto di Cambridge, mentre 19 componimenti ricorrono anche in altri codici. L'A presenta la recente edizione dei
Carmina Cantabrigiensia a cura di F. Lo Monaco (Pisa 2009; cfr. MEL XXXIII 918). Lo Monaco propone una suddivisione della silloge in otto categorie: carmi religiosi, narrativi, politici,
carmina amatoria, carmi didascalico-musicali, carmi commemorativi,
carmina vernalia, carmi morali e in una categoria a parte raccoglie gli
excerpta. Dei testi poetici della raccolta vengono analizzati il carme
Aurea personet lira, brano attestato anche in altri codici e di cui esiste una versione «alternativa»,
Aurea frequenter lingua, che si legge in un manoscritto del sec. X ex.-XI proveniente da Saint-Martial di Limoges, adesso Paris, BNF, lat. 1118 (f. 246r); il carme
Iam dulcis amica venito, pervenuto in una duplice redazione, tramandato in Paris, BNF, lat. 1118 (f. 247v), in forma lacunosa in Ca (f. 438vA-B), e nella versione presente nel codice Wien, ÖNB, 116 (f. 157v); il carme
Vestiunt silve tenera ramorum, attestato anch'esso in due redazioni differenti da Ca (f. 438rA) e dal ms. LXXXVIII della Biblioteca Capitolare di Verona (f. 59r). Viene illustrata la problematica relativa ai componimenti di stampo narrativo e alla configurazione tipologica di sette di essi, che secondo P. Dronke rappresentano una sorta di letteratura fabliolistica
ante litteram in latino sulla base delle loro caratteristiche «proto-fabliolistiche». L'A. esamina gli otto componimenti narrativi: inc.
Omnis sonus cantilene trifariam fit, attestato oltre che integralmente in Ca (ff. 433rA-433vA), in misura frammentaria nei mss. Sankt Gallen, Stiftsbibl., 136, della metà del sec. IX (p. 368, entro una sezione inserita nel codice fra i secc. X e XI, str. 1a, 1-2), Torino, BU, E V 23, della fine del sec. X (f. 93v, str. 1-7), e Würzburg, UB, M.p.th.f. 45, della seconda metà del sec. VIII (f. 1r di un
addendum del sec. X, str. 1a, 1); inc.
Advertite, omnes populi, oltre che in Ca (ff. 435vB-436rB) tradito anche dai mss. Vat. Pal. lat. 1710, del sec. X-XI (f. 16r) e Wolfenbüttel, HAB, Aug. 8° 56, 16, del sec. XI (f. 61v); inc.
Mendosam quam cantilenam ago, si legge, oltre che in Ca (f. 436rB), anche in Wolfenbüttel, HAB, Aug. 8° 56, 16 (f. 61r); i carmi tramandati solamente dal codice di Cambridge: inc.
Est unus locus Homburh dictus, inc.
Heriger, urbis Maguntiacensis e inc.
Quisquis, dolosis antiqui; inc.
Quibus ludus est animo, et iocularis cantio, attestato oltre che in Ca (f. 440rB-vA), nel più tardo ms. Fulda, HLB, C 11, del sec. XV (f. 76v); inc.
In gestis patrum veterum quoddam legi ridiculum, attestato da un'ampia tradizione manoscritta: oltre a Ca (f. 441rB), dai mss. Bruxelles, BR, 932 (1831-32), del sec. X (f. 39r); Cambrai, BM, 818 e 819 (rispettivamente f. 88v e f. 77v); Chartres, BM, 111 (f. 93v); London, BL, Royal 8 D XIII e Royal 8 E XVIII, entrambi della seconda metà del sec. XII (rispettivamente f. 83v e f. 77r); Paris, BNF, lat. 2872, del sec. XII (f. 28v), Vat. Reg. lat. 61, del sec. XII (f. 23r) e Reg. lat. 1762, del sec. XI (f. 226r).
Riduci