Rolf H. Bremmer jr. - Kees Dekker A Maze of Glosses and Glossaries: Leiden, Universiteitsbibliotheek, VLF 24 in Fruits of Learning: The Transfer of Encyclopaedic Knowledge in the Early Middle Ages cur. Rolf H. Bremmer jr. - Kees Dekker , Leuven, Peeters 2016 (Mediaevalia Groningana. N.S. 21. Storehouses of Wholesome Learning 4) pp. 409, 233-77
Abstract
Analisi del manoscritto Leiden, BU, Voss. lat. 2° 24, formato da 111 fogli e contenente circa 20000 lemmi ordinati su quattro colonne, trascritti in una carolina minuscola databile attorno al 900. Dalla presenza di glosse in antico bretone, gli A. ipotizzano una circolazione in Bretagna
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Recensioni e segnalazioni
Argomenti e indici Manoscritti
Scheda N: 42 - 5135
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Rolf H. Bremmer jr. - Kees Dekker Anglo-Saxon Manuscripts in Microfiche Facsimile XIII Manuscripts in the Low Countries Binghamton, NY-Tempe, AZ, Center for Medieval and Early Renaissance Studies 2006 pp. X-177 microfiches (Medieval & Renaissance Texts & Studies 321)Recensioni e segnalazioni
Argomenti e indici Scheda N: 30 - 12267
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Rolf H. Bremmer jr. - Kees Dekker Practice in Learning: An Introduction in Practice in Learning: The Transfer of Encyclopaedic Knowledge in the Early Middle Ages. Storehouses of Wholesome Learning cur. Rolf H. Bremmer jr. - Kees Dekker , Leuven-Paris-Walpole, MA, Peeters 2010 (Mediaevalia Groningana. N.S. 16) pp. XVI-359, 1-18.Argomenti e indici Scheda N: 33 - 11479
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Kees Dekker Alphabets in Anglo-Saxon Manuscripts in Limits to Learning. The Transfer of Encyclopaedic Knowledge in the Early Middle Ages cur. Concetta Giliberto - Loredana Teresi , Leuven-Paris-Walpole, MA, Peeters 2013 (Mediaevalia Groningana. N.S. 19) pp. XVIII-291, 81-108
Abstract
L'A. studia la presenza e il significato di alfabeti quali l'ebraico, il greco, il latino, il runico e lettere fantastiche (come quelle dell'alfabeto di Etico Istro) entro manoscritti dell'Inghilterra anglosassone contenenti testi di tipo enciclopedico, per dimostrare che tali alfabeti rivestivano la stessa funzione enciclopedica. Nel saggio si delineano le caratteristiche del genere delle «note enciclopediche» e il loro potenziale didattico, e inoltre si illustrano le origini delle idee tradizionali concernenti gli alfabeti nell'Europa altomedievale, prendendo in considerazione in particolare i concetti espressi nelle
Etymologiae di Isidoro di Siviglia e nel trattato
De inventione linguarum ab Hebraea usque ad Theodiscam, et notis antiquis , attribuito a Rabano Mauro. Dalla distribuzione degli alfabeti nei numerosi manoscritti presi in esame, che vanno dall'VIII al XII secolo, emerge un legame con il computo; l'associazione di alfabeti, note enciclopediche e computo sarebbe un riflesso simbolico dell'ordine divino, e gli alfabeti stessi sarebbero stati interpretati come illustrazioni dello stesso ordine del mondo che veniva spiegato nel computo. I mss. essaminati sono: London, BL, London, BL, Royal 6.A.VII (f. 162v); Cotton Domitianus A. IX (ff. 8r e 11v); Cotton Vitellius A. XII (ff. 45r e 65r); Cotton Vespasianus A. I (f. 6v) e B. VI (ff. 104r-v), Cambridge, CCC, 356 (f. 151r) e 223 (347); UL, Gg.V.35 (f. 420v); Jesus College, 28; Lincoln, Cathedral Libr., 106 (A.4.14); Edinburgh, NL, Adv. 18.7.8 (ff. 33v-34r); Oxford, Bodl. Libr., Auct. F.4.32 (ff. 20r e 24r); St. John's College, 17 (f. 5v); Exeter, Cathedral Libr., 3507 (ff. 65r-66r); Vat. Reg. lat. 338 (ff. 91r-93r). (Marusca Francini)
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Argomenti e indici Manoscritti
Cambridge, Corpus Christi College, Ms. 356 (3. 13) Cambridge, Corpus Christi College, Ms. 223 (Lib. ab Al. 16) Cambridge, Jesus College, 28 (Q.B.11) Cambridge, University Library, Gg.5.35 Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, Reg. lat. 338 Edinburgh, National Library of Scotland, Adv. 18.7.8 Exeter, Cathedral (Chapter) Library, 3507 Lincoln, Cathedral Library, 106 (A.4.14) London, British Library, Cotton Domitianus A. IX London, British Library, Cotton Vespasian A. I London, British Library, Cotton Vespasian B. VI London, British Library, Cotton Vitellius A. XII London, British Library, Royal 6.A.VII Oxford, Bodleian Library, Auct. F.4.32 (S.C. 2176) «Classbook of St. Dunstan» Oxford, St. John's College, 17 Scheda N: 36 - 5966
Permalink: http://www.mirabileweb.it/mel/-alphabets-in-anglo-saxon-manuscripts/667801
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Kees Dekker Ancient Laws and Early Modern Identities: The Myth of the «Lex Salica» in Building the Past / Konstruktion der eigenen Vergangenheit cur. Rudolf Suntrup , adiuv. Jan R. Veenstra , Frankfurt a.M., P. Lang 2006 (Medieval to Early Modern Culture. Kultureller Wandel vom Mittelalter zur frühen Neuzeit 7) pp. 313, 187-211
Abstract
Nel processo di rivalutazione culturale ed etnica nell'Europa nord-occidentale tra XVI e XVII secolo il passato germanico antico ebbe un ruolo importante nella definizione delle identità culturali. La ricerca umanistica sul passato germanico si incentra su due aspetti: da una parte vi è l'interesse antiquario per i documenti, dall'altra quello per la lingua volgare. In questo quadro si inserisce l'interesse per le
Leges barbarorum , le leggi germaniche antiche, scritte in latino ma ricche di termini giuridici germanici, tra cui la
Lex Salica , che contiene un considerevole
corpus di terminologia legale in lingua volgare, le cosiddette glosse malbergiche. Diversi gruppi nazionali e regionali si appropriano di questo testo: la
Lex Salica viene pubblicata e studiata in Francia, Germania, Olanda e Belgio. Il saggio si concentra sull'attenzione verso la
Lex Salica da parte degli studiosi dei Paesi Bassi, interessati soprattutto alla terminologia in lingua germanica. F. Lindenbrog fu il primo ad analizzare con rigore la terminologia in volgare delle
Leges . La sua prima edizione della
Lex Salica risale al 1602; la seconda, del 1613 (
Codex legum antiquarum ) contiene, per la prima volta, un glossario, sia delle parole latine sia di quelle germaniche. G. Wendelen, limburghese, noto come Wendelinus, produsse una nuova edizione nel 1649,
Leges Salicae illustratae . Nel suo metodo i termini in volgare e i toponimi vengono utilizzati per dimostrare che l'origine della
Lex Salica era da situare nel Brabante. Infine O. de Wree, o Olivarius Uredius, nell'
Historia comitum Flandriae (1650) cerca di stabilire le origini etniche dei Fiamminghi, collegandole al Franchi; in questo tentativo è essenziale il ruolo della
Lex Salica e dei suoi termini in lingua volgare, di cui venne fornito un glossario di 80 pagine. (Marusca Francini)
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Argomenti e indici Scheda N: 29 - 7300
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