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La base de este trabajo es una Tesis Doctoral defendida en el marco del Departamento de Filología Latina de la Universidad de Valladolid en enero del año 2000, realizada bajo la dirección de los Profs. K. Herbers y J.A. Izquierdo Izquierdo, que la habían asumido tras la muerte de su primer impulsor, el Prof. M. Bravo Lozano (? 1997). Como el propio A. indica en la presentación de la obra, su planteamiento no responde a lo que se pueda esperar a priori de una investigación toponomástica al uso, por cuanto no realiza un estudio de los topónimos per se, sino en función de la obra que los acoge, el Liber sancti Iacobi, verdadero objeto final de la investigación. El cuerpo central del libro consiste en 148 artículos dedicados a sendos términos de Toponimia Mayor hispana mencionados en el Liber sancti Iacobi, especialmente en sus dos últimos libros, el Pseudo-Turpín y el Liber peregrinationis. Cada uno de los artículos consta de dos secciones principales, una dedicada a la «Documentación» en otros textos contemporáneos del topónimo estudiado; y otra al «Estudio» del mismo. Cada «Estudio», a su vez, está estructurado en tres partes, correspondientes a cada uno de los tres niveles de análisis a que se somete a cada término: «Identificación», en el que se trata de responder a qué realidad corresponden los topónimos estudiados; «Forma», en el que se realiza un análisis de la representación grafemático-fonética en que se presentan los mismos en el Liber sancti Iacobi del Codex Calixtinus, comparándola con las que se pueden leer tanto en otras versiones del mismo, como en otras obras latinas medievales, preferentemente hispanas; y «Contexto», en el que se acomete un análisis de contenido de todo aquello que, en el texto de la obra, enmarca a los topónimos estudiados. Entre las aportaciones de este trabajo pueden destacarse la identificación de algunos de los topónimos mencionados, o las correcciones a varios pasajes del Codex Calixtinus, en los que queda patente que éste manuscrito, el más antiguo y completo de los que contienen el Liber sancti Iacobi, es una copia. Aparte de esto, el A. pone al descubierto algunas de las fuentes literarias hispanas, de tipo geográfico o histórico - el Provinciale Visigothicum y algunas crónicas cristianas arcaicas, como la Albeldense, la de Alfonso III o la mixtificación del Obispo Pelayo de Oviedo - de las que se sirvió el autor del Liber sancti Iacobi, y que lo ligan indefectiblemente a un scriptorium del Norte de España. (Carlos Pérez González)
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Seminario di specializzazione dedicato al rapporto tra agiografia e storiografia. La relazione introduttiva affidata a U. Swinarski (Herrschen mit den Heiligen. Zum Verhältnis von Politik und Religion im Mittelalter) ha evidenziato l'intreccio tra politica e religione tra alto e basso Medioevo, tema precisato da K. Görich (Politik und Heiligenverehrung: Otto III. öffnet das Karlsgrab in Aachen) che, analizzando l'episodio dell'apertura della tomba di Carlo Magno nella Pentecoste dell'anno 1000, è intervenuto sul tentativo di Ottone III di fondare un'idea di signoria politica sul culto dei santi. H. Röckelein (Sächsische und friesische Translations- und Mirakelberichte des 9. Jahrhunderts), sulla base della Vita Willehadi, delle Virtutes et miracula Willehadi di Anscario e della Translatio s. Pusinnae, dopo essersi soffermata sulle vicende della loro tradizione testuale, ha evidenziato l'interdipendenza letteraria dell'agiografia del IX secolo e il valore storiografico di quei testi. A. Wenz-Haubfleisch (Arbeitsweise und Selbstverständnis hochmittelalterlicher Mirakelautoren) ha preso in esame il modo di descrizione dei miracoli da parte dei monaci e dei canonici del basso Medioevo, la cui produzione letteraria è soprattutto finalizzata allo sviluppo dei pellegrinaggi ai vari luoghi di culto. Infine G. Signori (Die «Wunderkuchen» und ihre Zutaten) si è soffermata sulla mentalità che emerge dalle raccolte di miracoli di Maria Vergine diffuse nella Francia nord-occidentale.
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Il regesto si apre con un «Elenchus pontificum Romanorum cardinalium iudicumque delegatorum S.R.E quorum litterae et acta in hoc volumine continentur» (pp. XIII-XXVI) e prosegue presentando i documenti raggruppati per località e luoghi di culto. Ogni sezione è preceduta dalla bibliografia di riferimento e da un'introduzione storica. Chiudono il volume le abbreviazioni e un «Conspectus operum in regestis laudatorum» (pp. 191-209). Di seguito la suddivisione dei documenti presentati: «Episcopatus Vetulae Castellae sive Vallis Positae» (pp. 1-5); Burgos («Episcopatus Aucensis dein Burgensis, Ecclesia cathedralis s. Mariae, San Juan Bautista de Burgos, Santa María la Real de Las Huelgas, Clerus et populus Burgenses, San Pedro de Cardeña, San Pedro de Arlanza, San Salvador de Oña, Santo Domingo de Silos, San Cristóbal de Ibeas de Juarros, Santa María de Bujedo de Campajares, San Miguel de Villamayor de Treviño, Santa María de Aguilar de Campóo, San Cosme y San Damián de Covarrubias, Santa Eugenia de Cordovilla, San Juan de Ortega, Laici dioceseos Burgensis»). (Francesca Bongiovanni)
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Il volume delinea i processi storici del Portogallo fino ai giorni nostri (2011); vengono messi in luce gli sviluppi storici, economici, sociali e culturali, ponendo particolare attenzione alle questioni storiografiche più dibattute. Nella premessa gli A. precisano che la storia del Portogallo va esaminata nel contesto della Penisola Iberica considerando dunque con attenzione le dinamiche storiche della Spagna. Il vol. è costituito da due parti che rispecchiano la divisione cronologica. La prima parte si deve a K. Herbers e va dall'antichità fino al XV secolo (pp. 15-132). L'A., dunque, tratteggia la storia della regione portoghese prima della nascita del regno del Portogallo, dando notizie relative alla preistoria, all'occupazione e influenza romane, alla cristianizzazione, ai regni svevo e visigoto, al dominio musulmano, per poi discutere la genesi e le specificità del nuovo regno. Il regno del Portogallo viene esaminato alla luce della Reconquista; si dedica poi ampio spazio agli sviluppi politici, dalla prima dinastia (casato di Borgogna 1139-1385) fino alla crisi del 1383-1385 e all'ascesa di una nuova casa regnante (Casato di Aviz 1385-1580); si dà inoltre notizia dell'espansionismo portoghese degli inizi dell'impero coloniale e dei suoi effetti economici. Per il periodo medievale vengono citate numerose fonti latine tra cui il De correctione rusticorum di Martino di Braga, il Parochiale Suevorum, gli Annales Portugalenses veteres, il Liber sancti Iacobi, la Chronica Adefonsi imperatoris, l'Historia Compostellana, la Chronica Gothorum e diversi documenti legali. La seconda parte è opera di W.L. Bernecker e va dai primordi dell'età moderna fino al presente. L'A. prende in esame l'età dell'espansione coloniale (XVI sec.); l'unione iberica (1580-1640) e la successiva lotta per l'indipendenza dalla Spagna. Vengono poi illustrati assolutismo e mercantilismo (XVII e XVIII sec.) fino all'approdo al costituzionalismo liberale (1777-1850), la prima repubblica (1910-1926), l'«estado novo» della dittatura di Salazar e la democratizzazione ed europeizzazione che seguirono alla Rivoluzione dei garofani che nel 1974 rovesciò il regime salazarista, fino alla crisi economica globale dell'inizio di questo secolo. Il vol. è corredato di bibliografia, indici e tavole genealogiche. (Marusca Francini)
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