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Véronique Abbruzzetti La codification du genre épistolaire au Moyen Age. Un exemple italien: Boncompagno da Signa in Epistulae antiquae II . Actes du IIe Colloque «Le genre épistolaire antique et ses prolongements européens» (Université François-Rabelais, Tours, 28-30 septembre 2000) cur. Elisabeth Gavoille - Léon Nadjo , Louvain-Paris, Peeters 2002 pp. 439, II 367-77
Abstract
L'intervento è suddiviso in due sezioni, precedute da un'introduzione in cui si traccia il profilo biografico e si accenna alla produzione giuridica, retorica, storica e morale di Boncompagno da Signa. Nella prima sezione («La codification de la lettre administrative») si analizza la teorizzazione dell'arte epistolare nel trattato
Palma , ritenuto, fra i sei trattati dedicati dal magister a tale argomento, «l'ouvrage le plus complet sur la lettre administrative», in parallelo con il
Candelabrum di Bene da Firenze. Nella seconda sezione («De la codification au code... amoureux: la
Rota Veneris de Boncompagno da Signa») l'analisi s'incentra sul trattato
Rota Veneris , «divertissement» col quale Boncompagno offre al suo pubblico, molto probabilmente i colleghi dello
Studium di Bologna,
dictamina resi
delectabilia dal gioco di citazioni sia scritturali (con effetto ironico-parodico), sia tratte dal codice amoroso della poesia cortese. (Elisabetta Guerrieri)
Riduci
Argomenti e indici Scheda N: 25 - 864
Permalink: http://www.mirabileweb.it/mel/-la-codification-du-genre-épistolaire-au-moyen-age/459727
Suzanne Louise Abram Brevity in Early Medieval Letters Florilegium 15 (1998) 23-35
Abstract
Discusses the topos of
brevitas in medieval letter collections, treating (briefly) patristic authors such as Jerome and Augustine, and late antique authors such as Sidonius and Avitus, Braulio, Taio and Gregory the Great. It is argued that brevity is especially important in personal letters; for that reason letter-writers are anxious not to arouse the
fastidium of their close friends (a topos much discussed by E.R. Curtius, and rehearsed again here).
Riduci
Argomenti e indici Scheda N: 21 - 6011
Permalink: http://www.mirabileweb.it/mel/-brevity-in-early-medieval-letters/362170
Suzanne Louise Abram Latin Letters and Their Commonplaces in Late Antiquity and the Early Middle Ages Bloomington, IN, Indiana University 1994 pp. 361
Abstract
Diss. Microfiches disponibili presso University Microfilms International, Ann Arbor, Mich., N° DA 9518497
Riduci
Recensioni e segnalazioni
DissA 56 (1995-96) 539 A
APh 66 (1998) 455
Argomenti e indici Scheda N: 20 - 5801
Permalink: http://www.mirabileweb.it/mel/-latin-letters-and-their-commonplaces-in-late-anti/348081
Gerard Achten Die theologischen lateinischen Handschriften in Quarto der Staatsbibliothek Preußischer Kulturbesitz Berlin I Ms. theol. lat. qu. 141-266 Wiesbaden, Harrassowitz 1979 pp. 250 (Staatsbibliothek zu Berlin - Preussischer Kulturbesitz. Kataloge der Handschriftenabteilung. 1. Handschriften 1. Die theologischen lateinischen Handschriften in Quarto 1)
Abstract
La catalogazione riprende ora là dove l'aveva lasciata V. Rose nel 1905; si seguono le norme della Deutsche Forschungsgemeinschaft. I 126 mss. sono di varia provenienza: biblioteche secolarizzate in territorio polacco, la certosa di Salvatorberg a Erfurt, il monastero benedettino dei SS. Pietro e Paolo a Erfurt, etc. Altri sono di provenienza privata (il domenicano Jakob von Soest; Andreas di Escobar). Il contenuto è in prevalenza di carattere ascetico. Il ms. 169 contiene due lettere dell'arcivescovo Adalberto I di Magonza; il ms. 172 due
artes dictaminis Riduci
Recensioni e segnalazioni
Argomenti e indici Manoscritti
Scheda N: 3 - 3477; 4 - 5639; 6 - 6410
Permalink: http://www.mirabileweb.it/mel/-die-theologischen-lateinischen-handschriften-in-q/250652
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Anna Adamska L'«ars dictaminis» a-t-elle été possible en langue vernaculaire? Quelques sondages in Le «dictamen» dans tous ses états. Perspectives de recherche sur la théorie et la pratique de l'«ars dictaminis» (XIe-XVe siècles) cur. Benoît Grévin - Anne-Marie Turcan-Verkerk , Turnhout, Brepols 2015 (Bibliothèque d'histoire culturelle du Moyen Age 16) pp. 610, 389-414
Abstract
Lo studio si apre trattando della progressiva sostituzione delle lingue volgari al latino nella «pragmatische Schriftlichkeit». L'A. si domanda se in questo processo la presenza di una nuova lingua implichi qualche mutamento nella teoria del
dictamen . La risposta è affermativa. La sostituzione del latino nella redazione dei documenti è più tarda rispetto all'uso del volgare in altri ambiti e avviene, a seconda delle zone, tra il 1180 e il 1340; solo successivamente si assiste alla stesura di testi teorici specifici nelle lingue volgari. Nelle cancellerie, prima della sostituzione del latino, si assiste a una fase di convivenza delle due lingue, come accade in Francia nel XIV secolo. Vi sono molti fattori che influiscono sul passaggio, come la maturità linguistica del volgare, la presenza di più volgari nello stesso luogo o la fedeltà portata al latino come lingua ufficiale e/o della chiesa. La redazione di documenti in volgare, o la loro traduzione dal latino, rappresenta una forma di democratizzazione nell'accesso al documento, anche se il registro tecnico impiegato comporta la necessità di un'alfabetizzazione di medio livello. Viceversa il latino formulare dei documenti sembra rappresentare di per sé una garanzia di veridicità del testo: Corrado di Mure, nella
Summa de arte prosandi , propone per questo motivo di accompagnare sempre il testo volgare (ma anche ebraico e greco) con la traduzione latina. Molte di queste doppie redazioni sono state conservate (dal tedesco, dal francese e dall'olandese) e mostrano difformità nelle strutturazione, più complessa in latino, più semplice e breve in volgare. I dettatori come Guido Faba, Pietro Boattieri, Ranieri di Perugia cominciano a trattare il problema della redazione di atti in volgare, descrivendo nelle loro
artes le teniche di solito usate dai notai municipali. Nel secolo XV si assiste invece alla stesura di testi retorici, come la
Tutsche rethorica di Friederich di Norimberga (metà del secolo XV) o la
Ceska ars dictandi di Procopio (1467), in cui viene elaborata una teoria del
dictamen in volgare con una terminolgia tecnica non mutuata dal latino e un
ornatus ormai indipendente. L'apertura del
dictamen alle lingue vogari avrebbe determinato - secondo l'A.- un mutamento sostanziale nella sua percezione: da «arte dello scrivere bene» a «scrittura efficace e chiara per lettere d'affari». (Elisabetta Bartoli)
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Argomenti e indici Scheda N: 37 - 6009
Permalink: http://www.mirabileweb.it/mel/-l-ars-dictaminis-a-t-elle-été-possible-en-langue-/685514
Adressat und Adressant in antiken Briefen. Rollenkonfigurationen und kommunikative Strategien in griechischer und römischer Epistolographie cur. Gernot Michael Müller - Sabine Retsch - Johanna Schenk , Berlin-Boston, MA, W. de Gruyter 2020 pp. VIII-558 tavv. 2 carte 2 (Beiträge zur Altertumskunde 382)
Abstract
Der Aufsatz von G.M. Müller wird gesondert angezeigt
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Argomenti e indici Scheda N: 43 - 11117
Permalink: http://www.mirabileweb.it/mel/adressat-und-adressant-in-antiken-briefen-rollenko/785765
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Denise Aigle Rédaction, transmission, modalités d'archivage des correspondances diplomatiques entre Orient et Occident (XIIIe-début XVIe siècle) in La correspondance entre souverains, princes et cités-états. Approches croisées entre l'Orient musulman, l'Occident latin et Byzance (XIIIe-début XVIe siècle) cur. Denise Aigle - Stéphane Péquignot , Turnhout, Brepols 2013 (Miroir de l'Orient musulman 2) pp. 238, 9-26
Abstract
Introducendo i singoli saggi del volume, l'A. offre un quadro complessivo dei modelli di lettere diplomatiche in uso nei secoli basso medievali nell'Occidente latino, a Bisanzio e nel mondo musulmano. In Europa si devono distinguere le cancellerie dei sovrani da quella pontificia, e si riscontrano diversi tipi di epistole a seconda degli interlocutori (ambasciate, lettere di mandanti ai propri rappresentanti, comunicazioni dirette fra autorità). Ciascuno di questi casi vive una specifica evoluzione nel corso dei secoli e ha lasciato numerosissime testimonianze a disposizione degli studiosi. Diverso è il caso arabo-islamico, poiché i primi documenti originali non sono anteriori al XVI secolo (sono esclusi da questo conteggio i documenti musulmani occidentali) e l'esame deve essere condotto sulle fonti indirette, in particolare le opere storiografiche e i manuali a uso dei diplomatici. L'A. si sofferma in particolare sulle realtà mongola e mamelucca, considerando l'importanza della componente orale dei messaggi diplomatici. (Marianna Cerno)
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Argomenti e indici Scheda N: 36 - 5974
Permalink: http://www.mirabileweb.it/mel/-rédaction-transmission-modalités-d-archivage-des-/669456
Gabriella Albanese «La fabula Zapelleti» di Antonio Loschi in Filologia umanistica. Per Gianvito Resta cur. Vincenzo Fera - Giacomo Ferraù , Padova, Antenore 1997 (Medioevo e Umanesimo 94) pp. XX-765, I 3-59
Abstract
Il formulario della cancelleria conservata alla Biblioteca Ambrosiana di Milano (ms. C. 141 inf.), compilato alla corte milanese dei Visconti Sforza, costituisce uno dei modelli dell'arte epistolare umanistica. Adattato alle esigenze dei duchi milanesi, il formulario presenta degli esempi oratori classici restituiti ad una sorta di modernità. La traduzione sotto forma epistolare del Loschi della prima novella del
Decameron svela significativamente la preoccupazione squisitamente retorica della raccolta milanese. Il testo è compreso nella sezione riservata ai molteplici modelli stilistici di prosa narrativa. Opera giovanile del Loschi la lettera richiama il genere narrativo del Boccaccio, ma adotta la struttura della
Griselda petrarchesca
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Argomenti e indici Manoscritti
Scheda N: 22 - 463
Permalink: http://www.mirabileweb.it/mel/-la-fabula-zapelleti-di-antonio-loschi/392849
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Antonio Alberte González Las artes dictaminum y poéticas medievales en las artes predicatorias in Poesía Medieval. Historia literaria y transmisión de textos cur. Vitalino Valcárcel Martínez - Carlos Pérez González , Burgos, Fundación Instituto castellano y leonés de la lengua 2005 (Beltenebros 12) pp. 483, 461-83
Abstract
Indaga su due tipologie di fonti di grande importanza per le
artes praedicandi medievali: le
artes dictaminum e le
artes poetriae . La base della ricerca è un
corpus di
artes praedicandi , messo insieme dallo stesso A. e costituito da una quarantina di
artes , tra cui alcuni testi inediti: l'anonimo
Ad notitiam artis praedicandi (sec. XV), l'
Ars praedicandi di Giovanni di Chalons (sec. XIV) e il
De modo predicandi di Egidio (sec. XV). (Corinna Bottiglieri)
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Argomenti e indici Scheda N: 28 - 6266
Permalink: http://www.mirabileweb.it/mel/-las-artes-dictaminum-y-poéticas-medievales-en-las/504887
Gian Carlo Alessio Cicerone retore e l'ars dictaminis medievale in Dante, Cicerone e i classici latini cur. Edoardo D'Angelo - Giovanni Polara , Napoli, Il Girasole 2010 pp. 101, 13-34
Abstract
L'A. traccia un quadro delle selezioni effettuate dall'
ars dictaminis medievale nel suo periodo «maturo» (tardo XII e XIII secolo, con riferimenti ad Alberico di Montecassino, Bene da Firenze, Arsegino e Bernardo da Bologna) rispetto al corrispondente materiale classico, in particolare la ritenuta ciceroniana
Rhetorica ad Herennium , e le opere retoriche dello stesso Arpinate. (Edoardo D'Angelo)
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Argomenti e indici Scheda N: 33 - 5811
Permalink: http://www.mirabileweb.it/mel/-cicerone-retore-e-l-ars-dictaminis-medievale/608331