Richard Albertine The Epiclesis Problem-The Roman Canon (Canon 1) in the Post-Vatican Liturgical Reform EL 99
(1985)
337-48
Abstract
Scopo dell'A. è illustrare la situazione degli studi nel versante liturgico sulla questione dell'epiclesi nel Canone Romano, la cui attuale forma è molto lontana dalla primitiva. Secondo l'A., in base soprattutto all'esame del Sacramentario Leoniano, del Sacramentario Gelasiano e del Sacramentario Gregoriano - le tre fonti principali per lo studio dei formulari eucaristici - non è provato, nonostante alcune affinità con il modello alessandrino, che l'epiclesi del Canone Romano sia derivata dalle liturgie orientali; inoltre non è ancora stato stabilito con certezza se l'epiclesi esistesse in una sua originaria specifica forma nel Canone Romano. Concludono il saggio alcuni cenni sull'epiclesi nelle liturgie gallica e paleo-ispanica, il cui sviluppo, distinto da quello del Canone Romano, è altrettanto difficile da definire.
Riduci
Argomenti e indici Scheda N: 8 - 3528
Permalink: http://www.mirabileweb.it/mel/-the-epiclesis-problem-the-roman-canon-(canon-1)-i/140595
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Arnold Angenendt Prosopographie in der Messe «Eure Namen sind im Buch des Lebens geschrieben». Antike und mittelalterliche Quellen als Grundlage moderner prosopographischer Forschung cur. Rainer Berndt , Münster, Aschendorff 2014 (Erudiri sapientia. Studien zum Mittelalter und zu seiner Rezeptionsgeschichte 11) pp. 520, 261-79
Abstract
Nell'ambito della prosopografia e specificamente dei calendari e delle liste commemorative, l'A. riflette sul particolare significato del connubio fra parola scritta e pronunciata nella liturgia romana, una consuetudine fissatasi col tempo attorno al momento cruciale dell'eucarestia, ma non dettata con precisione dal Nuovo Testamento. L'esame di diverse fonti liturgiche consente innanzi tutto di focalizzare il significato di ringraziamento della preghiera eucaristica, nato dalle parole delle epistole paoline e sviluppatosi nell'alto medioevo ad esempio nel
Missale Gothicum , quindi di approfondire il valore delle liste di nomi nella
liturgia gallicana , di cui sono testimoni significativi il
Missale Gallicanum vetus ; il
Missale Bobiense (Paris, BNF, lat. 13246, ca. 700); e il sacramentario di Rheinau Zürich, Zentralbibl., Rh. 30. Lo studio comprende una digressione storica, che prende le mosse dalle disposizioni liturgiche dell'
Admonitio generalis , basate sulle indicazioni di Innocenzo I e Ambrogio (
De sacramentis ,
De mysteriis ), e procede attraverso lo sviluppo del sacramentario gregoriano e gregoriano-adriano, illustrato dalla
Canonis Missae interpretatio e dall'
Expositio missae di Amalario di Metz, per giungere alla definizione degli
Ordines Romani , la cui origine viene motivata esplicitamente da Tommaso d'Aquino nella
Summa theologiae . (Marianna Cerno)
Riduci
Argomenti e indici Liturgia romana Capitularia regum Francorum Epistolae Pauli, Biblia sacra, FORTLEBEN Expositio missae «Dominus vobiscum» (Dominus vobiscum. Salutat sacerdos populum et orat ut Dominus sit cum illo. Et cum Spiritu tuo. Responsio populi... Christus dixit post resurrectionem suam: Ascendo ad Patrem meum et Patrem vestrum... ) Innocentius I papa, Fortleben Liturgia gallicana Missale Bobiense Missale Gallicanum vetus Missale Gothicum Missalia, Libri liturgici Ordines Romani Sacramentaria, Libri liturgici Sacramentarium Gregorianum Sacramentarium Gregorianum Hadrianum Alcuinus n. 730/735, m. 19-5-804 ,
Admonitio generalis (Regnante domino nostro Iesu Christo in perpetuum. Ego Carolus, gratia dei eiusque misericordia donante rex et rector regni Francorum Considerans pacifico piae mentis intuitu una cum sacerdotibus et consiliariis nostris abundantem in nos nostrumque populum Christi regis clementiam) Alcuinus pseudo ,
Expositio missae «Dominus vobiscum» (Dominus vobiscum. Salutat sacerdos populum et orat ut Dominus sit cum illo. Et cum Spiritu tuo. Responsio populi... Christus dixit post resurrectionem suam: Ascendo ad Patrem meum et Patrem vestrum... ) Amalarius Symphosius, Mettensis chorepiscopus n. 775 ca., m. 850/853 ,
Canonis Missae interpretatio (?) (//et mediatorem venisse ad convallem lacrimarum, cantesimam quae perierat ovem requirendo. Quod enim valent... ) Ambrosius Mediolanensis episcopus, Fortleben ,
De mysteriis Ambrosius Mediolanensis episcopus, Fortleben ,
De sacramentis Karolus Magnus rex n. 742, m. 28-1-814 ,
Capitularia Thomas de Aquino n. 1224/1225, m. 7-3-1274 ,
Summa theologiae
Luoghi: Bobbio (Piacenza) Rheinau (Svizzera)
Manoscritti
Scheda N: 38 - 6174
Permalink: http://www.mirabileweb.it/mel/-prosopographie-in-der-messe/701710
Wulf Friedrich Arlt A propos de la notation «paléofranque». Observations spécifiques et générales extraites de mon carnet d'atelier Manuscrits notés en neumes en Occident . Actes du Colloque de Royaumont. Abbaye de Royaumont, 29-31 octobre 2010 cur. Marie-Noël Colette - Catherine Massip , Solesmes, Editions de Solesmes 2012 =EGrég 39
(2012)
51-72 tavv.
Abstract
L'A. studia la notazione paleofranca nei codici: Douai, BM, 6; 1105/3 fragm. 63; Düsseldorf, UB, D 1; Leipzig, UB, Rep. I 38 (in particolare nel responsorio
Misit Herodes rex V. Arguebat Herodem ); Paris, BNF, lat. 17305; 2291; Valenciennes, BM, 399; Wolfenbüttel, HAB, Cod. Guelf. 510 Helmst (tratto
Tu es Petrus , offertorio
Constitues eos ).
Riduci
Argomenti e indici Manoscritti
Douai, Bibliothèque Marceline Desbordes-Valmore (olim Bibliothèque Municipale), 1105/3 Douai, Bibliothèque Marceline Desbordes-Valmore (olim Bibliothèque Municipale), 6 Düsseldorf, Universitäts- und Landesbibliothek, Ms. D. 1 Leipzig, Universitätsbibliothek, Rep. I. 38 Paris, Bibliothèque Nationale de France, lat. 2291 Paris, Bibliothèque Nationale de France, lat. 17305 Valenciennes, Bibliothèque Municipale, 399 (382) Wolfenbüttel, Herzog August Bibliothek, Helmst. 510 (557) Scheda N: 35 - 6039
Permalink: http://www.mirabileweb.it/mel/-a-propos-de-la-notation-paléofranque-observations/646693
Robert Gary Babcock The Luxeuil Prophets and the Gallican Liturgy Scriptorium 47
(1993)
52-5
Abstract
Depuis sa découverte en 1683 par Mabillon, le lectionnaire de Luxeuil (Paris, BNF, lat. 9427) a été reconnu comme une source fondamentale pour le rite gallican. Malheureusement le ms. est incomplet. Il n'existe aucun témoin complet; la liturgie doit être reconstruite avec des fragments. Lowe a attiré l'attention sur les marques de leçons dans les marges d'un ms. des grands prophètes écrit à Luxeuil dont 15 feuillets seulement sont connus. L'A. a trouvé dans un feuillet conservé à New Haven, Yale University, Beinecke Rare Book and Manuscript Library, MS 193, une marque de leçon; le texte est celui des Lamentations 3, 13-55 ; il en étudie les variantes, démontre les affinités des deux mss. (les Prophètes et le lectionnaire) et suggère que la leçon du 193 est le reflet de la lecture de la portion manquante du lectionnaire.
Riduci
Recensioni e segnalazioni
Argomenti e indici Manoscritti
Scheda N: 16 - 3930; 18 - 3886
Permalink: http://www.mirabileweb.it/mel/-the-luxeuil-prophets-and-the-gallican-liturgy/258078
Terence Bailey Regional Liturgies: Spanish, Beneventan, Gallican, Milanese The Cambridge History of Medieval Music cur. Mark Everist - Thomas Forrest Kelly , Cambridge, Cambridge University Press 2018 (The Cambridge History of Music) pp. XLVI-1248, 123-46.Argomenti e indici Scheda N: 42 - 5882
Permalink: http://www.mirabileweb.it/mel/-regional-liturgies-spanish-beneventan-gallican-mi/769751
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Henry Mariott Bannister (ed.) «Missale Gothicum». A Gallican Sacramentary. Ms. Vatican. Regin. Lat. 317 I Text and Introduction II Notes and Indices Woodbridge-Rochester, NY, Boydell & Brewer 2010 voll. 2 pp. LXVIII-144, VIII-121 tavv. (Henry Bradshaw Society 52, 54)
Abstract
Ristampa paperback in digitale del volume edito a Londra nel 1917. L'A. offre l'edizione diplomatica del
Missale Gothicum Vat. Reg. lat. 317, del quale si riproducono alcuni fogli. Nell'introduzione, l'A. traccia dapprima la storia degli studi sul manoscritto, in seguito presenta il proprio lavoro filologico sul testo, che si propone di colmare le lacune del testimone oltre che di sciogliere le abbreviazioni tironiane e rendere conto delle annotazioni marginali. Si procede quindi a un'accurata descrizione del manoscritto, della sua storia e delle sue caratteristiche materiali e interne, riservando particolare attenzione alla scrittura e all'alternanza di quattro mani diverse. Altrettanta cura è dimostrata verso il trattamento delle note tironiane e del sistema di abbreviazioni, dati utili alla collocazione geo-cronologica del manufatto. Questa non si stabilisce con facilità, dal momento che alla scrittura di area francese non corrisponde il relativo santorale e che il libro non presenta indicazioni di vescovi o altre personalità che agevolino il riconoscimento di una regione o di un'istituzione di riferimento. Dallo studio emerge come il codice sia stato preparato probabilmente a Luxeuil nella seconda parte del VII secolo e come esso contamini il materiale liturgico contenuto con un esemplare del
Missale Gallicanum vetus che incorpora parte della liturgia di Autun. Il secondo tomo dell'opera è riservato alle note di carattere liturgico, che agevolano il lettore nel riconoscimento dei singoli brani e delle parti delle celebrazioni. A queste note dovevano seguire quelle codicologiche, paleografiche e ortografiche relative al manoscritto, che tuttavia l'A. non riuscì ad approntare in forma pubblicabile a causa di sopraggiunti impegni a Oxford. L'impossibilità da parte di qualche collaboratore di sistemare il materiale ha fatto sì che tali corposi appunti restassero inediti. Il secondo tomo propone anche gli indici delle messe e delle forme liturgiche. (Marianna Cerno)
Riduci
Argomenti e indici Manoscritti
Scheda N: 35 - 6145
Permalink: http://www.mirabileweb.it/mel/missale-gothicum-a-gallican-sacramentary-ms-vatica/646898
Philippe Bernard A-t-on connu la psalmodie alternée à deux choeurs, en Gaule, avant l'époque carolingienne? I Examen critique des sources («à suivre») RB 114
(2004)
291-325
Abstract
L'A. nel preparare l'edizione critica di due brevi trattati liturgici, falsamente attribuiti al vescovo Germano di Parigi († 576), che sono stati in realtà redatti da un anonimo chierico, verosimilmente all'inizio del sec. VIII, è stato attirato dall'espressione
alternis vocibus usata dall'autore per qualificare il modo di cantare la
prophetia , cioè il cantico di Zaccaria (Lc. I, 68-79), che sembrerebbe sottintendere l'esistenza di un coro a due voci che si alternano cantando un versetto o un semiversetto a turno. Il proposito è quello di ricostituire non solamente le forme musicali di un canto molto originale, ma anche più in generale di misurare il grado di affidibilità del vocabolario usato dai testi tardoantichi per designare le realtà liturgiche e di cercare di sapere se esistono in questa epoca delle forme lessicali che permettono, perlomeno in modo verosimile, di reperire le differenti forme di salmodia praticate dai chierici. L'A., dunque, ricerca l'esistenza della salmodia alternata (o antifonata) nelle fonti tardoantiche: le fonti epigrafiche (l'epitaffio di Claudiano Mamerto, vescovo di Vienne morto nel 474 scritto da Sidonio Apollinare, e l'epitaffio di Nicezio vescovo di Lione nel 573), i testi normativi (gli atti dei concili che si sono tenuti in Gallia tra il concilio di Arles del 314 e il
Concilium Germanicum del 742/743), le regole monastiche (la
Regula monachorum di Colombano, la
Regula di Fruttuoso di Braga, l'
ordo officii degli
Statuta sanctarum virginum e della
Regula monachorum di Cesario di Arles e della
Regula ad monachos del suo secondo successore Aureliano di Arles) e le altre regole monastiche tardoantiche (la
Regula Magistri , la
Regula Benedicti e la
Regula Pauli et Stephani ), le fonti narrative (i
Decem libri historiarum , in particolare la celebre descrizione nel l. X cap. 1 della
septiformis letania organizzata a Roma da Gregorio Magno nel 590, il
De cursu stellarum ratio , il
Liber in gloria confessorum Gregorio di Tours; i
Dialogi di Gregorio Magno, la
Vita Columbani di Giona di Bobbio), le fonti agiografiche costituite dalle vite di 130 santi vissuti in Gallia, redatte tra la fine del IV e l'VIII secolo. Tutti i testi esaminati dimostrano che la salmodia alternata a due cori in realtà non viene pressoché menzionata nelle fonti anteriori all'epoca carolingia come nelle
Etymologiae e nel
De ecclesiasticis officiis di Isidoro di Siviglia, dove il termine
antiphona è attestato con il significato di voce alternata, sebbene tale definizione sia solo teorica. Le prime reali e chiare testimonianze sulla salmodia alternata a due cori si trovano solo in piena epoca carolingia come ad esempio nell'
Ordo Romanus XV (
paulo post 750), nell'
Istitutio de diversitate officiorum (ca. 800-811) di Angilberto, negli
Statuta Murbacensia (a. 816), nelle tre redazioni del
Liber officialis e nel
Liber de ordine antiphonarii di Amalario (†
paulo ante 852), e infine nell'
Ordo Romanus X della prima metà del sec. X (a cui si potrebbero aggiungere il
Memoriale qualiter della fine del sec. VIII e i
Capitula notitiarum redatti poco dopo l'817, in cui si parla dell'esistenza di un
sinister chorus e di un
dexter [
chorus ]). L'A. passa poi ad esaminare i trattati di teoria musicale come la
Musica disciplina redatta da Aureliano di Réome nella seconda metà del sec. IX, il cui ms. più antico (Valenciennes, BM, 148) è stato copiato nella seconda metà del sec. IX ed è appartenuto ai monaci di Saint-Amand, e la
Commemoratio brevis redatta tra la fine del sec. IX e l'inizio del X nel nord della Francia attuale. Alcune fonti carolingie tuttavia, come la
Regula canonicorum di Crodegango di Metz († 766), l'
Admonitio generalis di Carlo Magno, l'
Epistola ad Carolum Magnum imperatorem di Leidrado di Lione, l'
Epistola ad Nebridium di Helisachar, la
Vita Benedicti Anianensis di Ardo d'Aniane, il
Libellus de exordiis et incrementis di Valafrido Strabone, l'
Expositio in Regulam sancti Benedicti dell'abate Smaragdo di Saint-Mihiel, nelle anonime
expositiones missae e nei
Gesta Karoli di Notkero. Secondo l'A., pertanto, la lettura di tutta questa documentazione dimostra da una parte che l'epoca carolingia conosceva e praticava la salmodia alternata a due cori e dall'altra che il vocabolario per definirla deve ancora fissarsi. Tale pratica in seguito diviene il modo normale del canto dei salmi a Cluny nell'XI sec., come è attestato nelle
Consuetudines Cluniacenses messe a punto tra il 1079 e il 1086 dal monaco Uldarico di Ratisbona su richiesta dell'abate Ugo, preminenza confermata nel secolo successivo dagli statuti di Pietro il Venerabile (1146-1147). La salmodia alternata a due cori è dunque una pratica che comincia ad avere un'estensione significativa solo a partire dall'epoca carolingia e che s'impone alla fine divenendo a partire dal sec. XI, grazie a Cluny, il modo normale e universale di cantare i salmi in comunità.
Riduci
Argomenti e indici Musica Actuum praeliminarium synodi primae Aquisgranensis commentationes (Ad memoriam vestram, fratres karissimi, revocare scripto decrevimus ea quae verbis et capitulis proxime a sancta synodo... ) Agiografia Benedictus Anianensis abbas n. 750 ca., m. 11-2-821 Claudianus Mamertus, Fortleben Columbanus (al. Columba) Luxoviensis et Bobiensis abbas n. 543 ca., m. 23-11-615 Commemoratio brevis de tonis et psalmis modulandis Concili e sinodi Consuetudines Cluniacenses Expositio brevis antiquae liturgiae Gallicanae (Capitula patrum traditionum suscipimus... Quia fauente Domino... ) Expositio missae (Introitus missae cui convenit?... ) Karolus Magnus rex Liturgia gallicana Memoriale qualiter (In primis, nocturnis horis... ) Ordines Romani Regole, consuetudini e capitoli Regula Magistri Regula Pauli et Stephani (Imprimis ergo hortamur, ut timorem Dei et mutuam charitatem et unanimitatem omnes in bonis studiis habeamus... ) Alcuinus n. 730/735, m. 19-5-804 ,
Admonitio generalis (Regnante domino nostro Iesu Christo in perpetuum. Ego Carolus, gratia dei eiusque misericordia donante rex et rector regni Francorum Considerans pacifico piae mentis intuitu una cum sacerdotibus et consiliariis nostris abundantem in nos nostrumque populum Christi regis clementiam) Amalarius Symphosius, Mettensis chorepiscopus n. 775 ca., m. 850/853 ,
De ordine antiphonarii Amalarius Symphosius, Mettensis chorepiscopus n. 775 ca., m. 850/853 ,
Liber officialis Angilbertus Centulensis abbas n. 750 ca., m. 18-2-814 ,
Institutio de diversitate officiorum Ardo Anianensis monachus n. 783, m. 7-3-843 ca. ,
Vita sancti Benedicti abbatis Anianensis et Indensis (Dominis merito venerabilibus... Iampridem, dilectissimi fratres, vestrae ad me delatae sunt litterae... Igitur vir ven. nomine et merito Benedictus ex Getarum genere... ) Aurelianus Arelatensis episcopus n. 523, m. 16-6-551 ,
Regula ad monachos Aurelianus Reomensis monachus fl. 840/850 ,
Musica disciplina Benedictus Casinensis abbas n. 480 ca., m. post 547 ,
Regula Caesarius Arelatensis episcopus n. 470 ca., m. 27-8-542 ,
Regula monachorum Caesarius Arelatensis episcopus n. 470 ca., m. 27-8-542 ,
Statuta sanctarum virginum Chrodegangus Mettensis episcopus n. 712, m. 6-3-766 ,
Regula canonicorum Columbanus Luxoviensis et Bobiensis abbas n. 543 ca., m. 23-11-615 ,
Regula monachorum Fructuosus Bracarensis episcopus n. 600/610, m. 9-4-665 ca. ,
Regula monachorum (Post dilectionem Dei et proximi domini quod est... Primae horae observanda mensura sancita est dicente propheta... ) Germanus Parisiensis episcopus pseudo ,
Expositio brevis antiquae liturgiae Gallicanae (Capitula patrum traditionum suscipimus... Quia fauente Domino... ) Gregorius I papa n. 540 ca., m. 604 ,
Dialogorum libri IV Gregorius Turonensis episcopus n. 30-11-538/539, m. 594 ca. ,
De cursu stellarum ratio (Plerique philosophorum, dum studiis... ) Gregorius Turonensis episcopus n. 30-11-538/539, m. 594 ca. ,
Decem libri historiarum Gregorius Turonensis episcopus n. 30-11-538/539, m. 594 ca. ,
Libri VIII miraculorum [comprehenduntur: Liber in gloria martyrum, Liber de passione et virtutibus sancti Iuliani martyris, Libri I-IV de virtutibus sancti Martini episcopi, Liber vitae patrum, Liber in gloria confessorum ] Helisachar v. 808, m. post 835 ,
Epistola ad Nibridium archiepiscopum Narbonensem [aa. 819-822; de emendatione antiphonarii Gallicani agitur ] (Reverentissimo meritoque venerando Nibridio Narbonensis aecclesiae flore virtutum exornato archiepiscopo, Helisachar inutilis et omnium exiguus in Domino Deo aeternae prosperitatis salutem... Meminisse credimus sanctam paternitatem vestram, quod dudum quando apud Aquasgrani palatium... ) Ionas Bobiensis fl. 618-659, m. post 659 ,
Vita sancti Columbani (Dominis eximiis... Memini me ante hoc ferme triennium... Rutilantem atque eximio fulgore micantem ss. praesulum... Columbanus etenim, qui et Columba, ortus Hibernia insula ... Lux et occiduas pontum descendit in umbras...... ) Isidorus Hispalensis episcopus n. 560 ca., m. 4-4-636 ,
De ecclesiasticis officiis Isidorus Hispalensis episcopus n. 560 ca., m. 4-4-636 ,
Etymologiarum libri XX Karolus Magnus rex n. 742, m. 28-1-814 ,
Capitularia Leidradus Lugdunensis archiepiscopus m. 28-12-816 ,
Epistolae Notkerus Balbulus n. 840 ca., m. 6-4-912 ,
Gesta Karoli (Omnipotens rerum dispositor ordinatorque regnorum... ) Petrus Venerabilis n. 1092/1094, m. 25-12-1156 ,
Statuta Sidonius Apollinaris, Fortleben ,
Epistolae Smaragdus Sancti Michaelis Virdunensis abbas fl. 819-830 ca. ,
Expositio in Regulam sancti Benedicti Udalricus Cellensis prior n. 1029, m. 14-7-1093 ,
Antiquiores consuetudines Cluniacensis monasterii Walahfridus Strabo n. 808/809, m. 18-8-849 ,
Libellus de exordiis et incrementis quarundam in observationibus ecclesiasticis rerum
Manoscritti
Scheda N: 27 - 5258
Permalink: http://www.mirabileweb.it/mel/-a-t-on-connu-la-psalmodie-alternée-à-deux-choeurs/503622
Philippe Bernard A-t-on connu la psalmodie alternée à deux choeurs, en Gaule, avant l'époque carolingienne? II Exist-t-il des marqueurs lexicaux de ce type de psalmodie, et sont-ils-fiables? RB 115
(2005)
33-60
Abstract
Continuazione di una ricerca sui termini
chorus ,
alternatim e le espressioni
alternis vocibus e
vox reciproca nelle fonti tardoantiche e altomedievali, dove non sembrano avere un significato tecnico musicale anteriormente all'età carolingia, quando l'uso e l'accezione si diffondono in concomitanza con l'espansione della
Regula Benedicti e della teoria musicale isidoriana.
Riduci
Argomenti e indici Scheda N: 27 - 5259
Permalink: http://www.mirabileweb.it/mel/-a-t-on-connu-la-psalmodie-alternée-à-deux-choeurs/494127
Philippe Bernard La dialectique entre l'hymnodie et la psalmodie, des origines à la fin du VIe siècle: bilan des connaissances et essai d'interprétation RIMus 26, 1
(2005)
11-163
Abstract
Lo studio, che riguarda largamente l'antichità patristica, presenta molte osservazioni importanti per comprendere l'innodia tardoantica e medievale. Ripercorrendo le posizioni di J. Kroll (
Die christliche Hymnodik bis zu Klemens von Alexandreia Braunsberg 1921) e B. Fischer (
Die Psalmenfrömmigkeit der Märtyrerkirche Freiburg i.Br. 1949) l'A. individua tre fasi. Un primo periodo è quello del quale abbiamo tracce già neotestamentarie, e che si spinge sino all'epoca pre-costantiniana. Nella seconda fase, incentrata sulle grandi polemiche cristologiche del IV secolo, gli inni hanno funzione polemica, mentre nel VI, cessata tale funzione, entrano nei testi dell'Ufficio e si vengono a costituire, sia a Oriente sia a Occidente, repertori di base stabili. L'A. stabilisce una definizione di «inno» come testo inteso per l'esecuzione cantata, escludendo quindi gli «inni» di carattere solo letterario. La prima parte dello studio («L'hymnodie en l'honneur du Kyrios Jésus aux trois premiers siècles») muove dall'esame dei frammenti innici del Nuovo Testamento ed esamina le testimonianze di inni di epoca patristica perduti. Gli inni più antichi sono: (1) la Grande Dossologia (
Gloria in excelsis ), attestata sia in Oriente sia in Occidente, della quale si descrive l'uso liturgico; (2) il
Soi prépei ainos (
Te decet laus, te decet hymnus ) che la
Regula Benedicti utilizza come
post Evangelium ai Mattutini domenicali; (3) il
Phôs hilaron , già considerato antico nel IV secolo e destinato al lucernario. La seconda parte dello studio esamina il ruolo svolto dall'innodia nella polemiche tra cristiani, soprattutto nei secoli IV-V. Si esamina fra l'altro l'attività di Fulgenzio di Ruspe (? 533) che imita Agostino con il suo
Psalmus contra Vandalos Arrianos . Esiliato dalla Spagna da parte del potere politico ariano, Fulgenzio compone questo inno a sostegno della fede nicea: difficile immaginare un uso liturgico di un inno del genere dato l'atteggiamento fortemente repressivo dei Visigoti ariani contro i cattolici. Questa parte dello studio si conclude con l'esame della questione del
Sicut erat , una clausula aggiunta al
Gloria patri in funzione antiariana e attestata per la prima volta al concilio provenzale di Vaison nel 529. La terza sezione esamina il crearsi di un repertorio innologico stabile. Dopo aver esaminato i testi antichi e le fonti della liturgia e della musica greca in merito all'innodia, l'A. richiama l'attenzione sulla creazione, al più tardi nella prima metà del VI secolo, di un repertorio di inni fondato essenzialmente sui 14 inni ambrosiani (autentici o di imitazione). Il più antico testimone di questa raccolta è la
Regula benedettina; si tratta verisimilmente di un'iniziativa dello stesso Benedetto, considerato che l'Ufficio romano ignora gli inni fino al sec. XII. Probabilmente Benedetto usa la denominazione
Ambrosianum per riferirsi ai veri inni ambrosiani e
hymnum per indicare inni non riferibili direttamente all'autorità del vescovo di Milano. La diffusione della raccolta di inni dipende naturalmente dalla diffusione della regola benedettina che, come è noto, fu contrastata ancora in epoca carolingia. Tuttavia anche altre regole, come quella di Cesario e di Aureliano, ma non la
Regula Magistri , conoscono l'uso liturgico dell'innodia. Il sistema «arlesiano» conosce 12 inni, dei quali 3 certamente ambrosiani. È probabilmente attraverso questa mediazione che il sistema degli inni giunge in Inghilterra e a Beda; d'altronde è noto che la liturgia inglese ricevette presto una notevole influenza gallicana. In Francia si diffusero anche opere di Sedulio, soprattutto l'inno
A solis ortus cardine , che venne diviso in più sezioni per adattarlo a uso liturgico. Secondo Gregorio di Tours, Chilperico re di Neustria (? 584), compose un inno imitando Sedulio; ma influenza ancora maggiore ebbe l'innodia di Venanzio Fortunato (? dopo il 600). Soprattutto i suoi inni in onore della Croce ebbero fortuna liturgica, in particolare in Gallia. Altro testimone importante dell'uso degli inni è il IV concilio di Toledo (633), presieduto da Isidoro di Siviglia, che scomunica chi rifiuta di usare gli inni nella liturgia. In questa stabilizzazione liturgica va considerato anche il ruolo del
Gloria in excelsis , evidentemente considerato a Roma un cantico e non un inno, che passa dalla vigilia di Pasqua a Pasqua e poi si estende alle domeniche. In conclusione, circa il rapporto tra salmodia e inni si possono evidenziare alcuni aspetti. Nel culto giudaico-ellenistico i salmi non avevano un'importanza centrale, come invece accade nel culto cristiano; ciò si spiega per il ruolo profetico attribuito al Salterio, già nel Nuovo Testamento, per l'influenza liturgica del mondo monastico, nel quale il Salterio conosce subito uso continuo e intenso, e per la funzione etica ed educativa dei salmi: anche se fondati sull'autorità ambrosiana, gli inni non potevano certamente godere della stessa autorevolezza dei salmi quando si trattava di migliorare i costumi generali e infine di cristianizzare l'intera società.
Riduci
Argomenti e indici Hymni, Forme liturgiche Ambrosius Mediolanensis episcopus pseudo, Fortleben Ariani, Eresie e movimenti ereticali Augustinus Aurelius, Fortleben Beda Venerabilis n. 672/673 ca., m. 26-5-735 Gloria in excelsis Deo (Gloria in excelsis Deo et in terra pax hominibus bonae voluntatis... ) Hymnum laudis, Medarde, tibi (Hymnum laudis, Medarde, tibi / chorda canamus ac voce... ) Isidorus Hispalensis episcopus n. 560 ca., m. 4-4-636 Liturgia ambrosiana Liturgia gallicana Liturgia romana Psalmi, Biblia sacra, FORTLEBEN Regula Magistri Te decet laus (Te decet laus, te decet ymnus, tibi gloria Deo patri... ) Toledo IV (633), Concili e sinodi Vaison II (529), Concili e sinodi Ambrosius Mediolanensis episcopus, Fortleben ,
Hymni [4] Aurelianus Arelatensis episcopus n. 523, m. 16-6-551 ,
Regula ad monachos Benedictus Casinensis abbas n. 480 ca., m. post 547 ,
Regula Caesarius Arelatensis episcopus n. 470 ca., m. 27-8-542 ,
Regula monachorum Chilpericus I rex n. 537 ca., m. 584 ,
Hymnus alius in solemnitate sancti Medardi episcopi (?) Fulgentius Ruspensis episcopus n. 467 ca., m. 1-1-532 ,
Psalmus abecedarius (Domine redemptor noster, quod rogamus tu concede... ) Gregorius Turonensis episcopus n. 30-11-538/539, m. 594 ca. ,
Decem libri historiarum Sedulius poeta, Fortleben ,
Hymni II Venantius Fortunatus n. 530, m. 601 ,
Carmina
Luoghi: Antiochia Barcelona Costantinopoli Francia Inghilterra Roma Spagna Toledo Vaison
Scheda N: 30 - 6665
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Philippe Bernard La «schola cantorum» romaine et les échanges liturgiques avec la Gaule au VIe siècle EGrég 27
(1999)
61-120
Abstract
L'introduzione della modalità in RE nel repertorio romano della messa, voluta dai maestri della
Schola cantorum su influenza della liturgia franca, rientra nel processo di scambio culturale e di contatto politico religioso tra Roma e la Gallia che troverà il suo totale compimento nell'VIII sec.
Riduci
Argomenti e indici Scheda N: 23 - 5401
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