Testo rimaneggiato della tesi di dottorato discussa all'Università del País Vasco nel 2012. L'A. considera in primis lo stato degli studi relativi alle glosse e ai commenti a Terenzio, segnalando in particolare la rilevanza delle edizioni di P.J. Bruns del 1811 (lo studioso pubblica il commento contenuto in Halle a.d. Saale, Bibl. der Marienkirche, Ms. 65, che nella critica seguente prende il nome di
Commentum Brunsianum), di F. Schlee del 1893, che asserisce l'esistenza di tre strati redazionali di glosse (particolare attenzione è riservata al manoscritto München, BSB, Clm 14420, considerato significativo per il secondo stadio del commento; l'edizione è tuttavia considerata metodologicamente inattendibile dalla critica), e gli studi di E.K. Rand (il quale predilige il Firenze, Laurenziana, Pl. 38.24, confrontandolo tuttavia con il codice monacense). L'A. pubblica l'
accessus e le glosse in forma continua ai ff. 79r-144v del ms. Clm 14420: oggetto di commento sono la
praefatio, rielaborazione dell'
accessus al
Commentum Brunsianum, l'
Andria, l'
Eunuchus, l'
Heautontimorumenos, gli
Adelphoe, l'
Hecyra, il
Phormio, commentati secondo il modello tradizionale tardoantico ispirato a Servio e Donato. L'A. considera la natura delle glosse monacensi continue, dipendenti però da un antigrafo con glosse interlineari/marginali, e ne ricorda l'occorrenza in numerosi testimoni segnalati da C. Villa. Discute inoltre la possibile origine bresciana del manoscritto conservato a Monaco (alla luce della descrizione e del contenuto del codice, del quale considera in particolare l'attribuzione a Ildemaro di un
Carmen al f. 144; il manoscritto è esaminato nel dettaglio alle pp. 31-8), l'integrità dell'
accessus nei soli monacense e Paris, BNF, lat. 7900 A, la presenza di una fonte comune a questi due testimoni (da porsi in stretta relazione con Milano, Ambrosiana, A 33 inf., London, BL, Egerton 2909, Reggio Emilia, Bibl. Municipale, Turri C 17, Roma, Accademia Nazionale dei Lincei, 43.G.21, manoscritti dipendenti dai
Commentaria in comoedias Terentii di Pietro da Moglio), e il ramo della tradizione del testo terenziano cui i testimoni potrebbero afferire. L'A. sostiene la presenza di tre strati compositivi nell'insieme delle glosse a Terenzio: il primo costituito da glosse parzialmente ereditate dalla tarda Antichità, il secondo riferibile alla metà del IX secolo, con
accessus e commento in forma di glosse, e un terzo strato, contenente scoli del primo, rielaborazioni del secondo e scoli addizionali, realizzato nel Nord Italia nella seconda metà del IX secolo e del quale il
Commentum Monacense rappresenta solo una delle versioni. Il testo è corredato da un apparato critico e da un apparato delle fonti commentato. Completano il volume la bibliografia (pp. 43-59) e l'indice dei lemmi (pp. 521-71). Recensione di Adráan López in «Cuadernos de filología clásica. Estudios latinos» 36 (2016) 186-8. (Valeria Mattaloni)
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