L'A. ricostruisce le circostanze di redazione del ... Leggi tutto

L'A. ricostruisce le circostanze di redazione del trattato Adversus dogma Felicis e inquadra l'antiadozionismo di Agobardo nel contesto del dibattito carolingio sul dogma trinitario. Riguardo alla genesi dell'opera, l'A. discute la tesi - suggerita dallo stesso Agobardo - che il trattato abbia preso forma a seguito del rinvenimento, nella cella che aveva ospitato Felice fino alla morte (a. 818), di una serie di appunti che testimoniavano il suo persistere nell'eresia. A favore di questo perduto avantesto parlerebbero alcuni errori riscontrabili nell'opera di Agobardo (ms. Paris, BNF, lat. 2853), imputabili alle condizioni materiali di una fonte non perfettamente rifinita. L'A. presenta poi le strategie retoriche e la struttura argomentativa dell'Adversus dogma Felicis: il parallelo tra Felice e Nestorio; l'impiego (non sempre corretto) di citazioni tratte dai Padri della chiesa quali Girolamo (Epistolae), Agostino (Enchiridion ad Laurentium, Epistolae), Gregorio Magno (Moralia) e Ilario (De trinitate); il meccanismo alla base della demolizione dell'avversario, basata sul presupposto che l'errore di Felice derivi da un difetto di conoscenza e dall'attitudine a pervertire la verità del dato scritturale. (Vera Fravventura)
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