Nel XIII sec. si riscontra un aumento notevole nella quantità di sermoni, prodotti sull'onda della rinnovata spinta pastorale e diffusi in tre tipi di collezioni: 1) raccolte di testi su cui fare affidamento nell'attivtà predicatoria, 2) manuali contenenti modelli di sermoni e 3) raccolte ad uso privato, che potevano essere ispirate a sermoni che circolavano in quel momento o versioni personali di sermoni uditi. Per quanto riguarda la terminologia compaiono
concio, per descrivere un sermone, e
processus, ad indicare un canovaccio più ricco di un semplice schema. Questa è anche l'epoca in cui le
artes praedicandi si sviluppano attorno ai metodi di schematizzare e costruire un sermone; in pratica si trattava di applicare all'arte oratoria le nuove tecniche dell'esegesi biblica. Rispetto ai testi del precedente periodo, infatti, si riscontra una maggiore rigidità, conforme allo schema consigliato, e una minore ampiezza e libertà di argomentazioni. In particolare la struttura del nuovo sermone è debitrice all'insegnamento teologico delle
scholae per quanto riguarda i due modi di interpretare la scrittura, ovvero le divisioni e suddivisioni esplicite e la ricerca di similitudini; mentre si noterà che l'
exemplum, pur presente, non fa parte della stuttura dei sermoni, così come indicata dalle
artes. L'A. descrive lo sviluppo del genere, che manterrà nella forma scritta l'uso del latino sorpendentemente il più a lungo possibile, non tanto per volontà di escludere dalla lettura ambienti non istruiti, bensì perché il latino era la lingua d'uso più naturale tra chi copiava o scriveva
reportationes di sermoni predicati magari in volgare. Mentre la predicazione fino al XIII è stata indagata a fondo dagli studiosi, per quella dei secoli successivi, soprattutto il XIV e il XV, si può solo formulare qualche ipotesi di lettura e di approfondimento: rimangono immutati i modi di trasmissione, in raccolte di modelli, e l'organizzazione delle collezioni, principalmente
per annum o seguendo l'ordine delle feste liturgiche; mentre si notano due fenomeni nuovi, ovvero da una parte l'esposizione in forma di
quaestio disputata, sotto l'influenza del pensiero scolastico, dall'altra il ritorno della retorica antica, dovuta alla nascita della corrente umanistica degli studi. Per quanto riguarda i problemi di interpretazione l'A. ne individua alcuni, a partire dall'identificazione dei testi, problematica, in quanto spesso anche i sermoni di autori noti circolano in raccolte anonime; la determinazione, sempre più complessa anche in presenza di rubriche o titoli, dell'uditorio e delle occasioni in cui si predicava; la datazione, resa complicata anche dalla libertà con cui i
reportatores aggiungevano testi o li ridistribuivano in nuovi ordini rispetto agli orginali; infine la
vexata quaestio del rapporto tra oralità e scrittura. Di un certo interesse il paragrafo sulle norme di edizione dei sermoni tardomedievali, aggiunto a quello in cui si enumerano le edizioni dei seguenti autori: Odo di Canterbury, Stefano Langton, Antonio da Padova (
Sermones dominicales et festivi), Tommaso di Chobham, Guglielmo di Bourges (
Homilia in Matheum;
Homilia in Iohannem), Riccardo Fishacre, Giovanni de la Rochelle (
Sermones de sanctis), Urbano IV, Paio di Coimbra, Eude Rigaud, Alberto Magno, Bartolomeo di Breganze (
Sermones de beata Virgine), Eude di Chateauroux, Bonaventura (
Sermones dominicales;
Sermones de tempore;
Sermones de diversis), Tommaso d'Aquino (
Collationes in decem praecepta;
Homo quidam fecit cenam magnam), Federico Visconti, Ranulfo de la Houblonnière, Matteo d'Acquasparta, Umiltà da Faenza, Egidio Romano (
Sermones;
Sermones de tribus quae sunt in mundo), Raimondo Lullo (
Liber de praedicatione;
Summa sermonum in civitate Maioricensi annis 1312-1313 composita), Meister Eckhart, Pellegrino di Oppeln (
Sermones de sanctis;
Sermones de tempore), Riccardo Fitzralph, Tommaso Brinton, Milic di Kromeriz (
Sermones tres synodales), Matteo di Cracovia (
Sermones de sanctis), Giovanni Gerson, Stanislao di Scarbimiria (
Sermones sapientiales;
Sermones super «Gloria in excelsis»), Bernardino da Siena, Nicola Cusano, Giacomo della Marca (
Sermones dominicales), Roberto Caracciolo. Infine l'A. pubblica un passo del sermone
Surrexit Helias di Guiberto di Tournai e un passo dell'
Unde ememus panes (IV domenica di Quaresima, 3 aprile 1261) nella versione di Roberto dalla Sorbona e in quella di Pietro di Limoges. (Silvia Nocentini)
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