Quest'opera è stata comunemente attribuita a Nicola della Rosa Nera, noto come Nicola di Dresda, ma l'A. esclude questa possibilità sulla base della mancanza di richiami in questo testo ad altre opere precedenti dello stesso Nicola e ai temi caratteristici della sua teologia; ne propone, invece, l'attribuzione a Pietro di Ancarano. Il testo del
De simonia è contenuto ai ff. 104r-129v del ms. Praha, Národní Knihovna, V.E.28., ma non sembra essere stato scritto in area boema, in quanto risulta immune dal wyclifismo e dalle agitazioni dottrinarie antisimoniache presenti nel
Tractatus de simonia di John Wycliff. L'A. suppone che Nicola Della Rosa Nera debba aver avuto la possibilità di leggere il
De simonia di Pietro di Ancarano e, influenzato da questo e interessato anche lui all'argomento, debba essere entrato a far parte di un gruppo di canonisti, dalle cui riflessioni nasceranno lo
Speculum aureum (di Pietro Wysz), il
De praxi Romanae curiae (di Matteo di Cracovia) e i
Puncta (dello stesso Nicola della Rosa Nera). L'A., infine, si sofferma sulla dottrina di san Tommaso sulla simonia e sulla
plenitudo potestatis del papa contenute nella
Summa theologica. Viene riportato integralmente il testo del
Tractatus de simonia. L'indicazione del ms. nel titolo non corrisponde alla segnatura del codice utilizzato per l'edizione che è Praha, Národní Knihovna, V.E.28, come viene indicato nel testo stesso dell'articolo.
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