L'A. esamina la miscellanea medica München, BSB, Cgm 415, un codice fattizio del primo XV secolo appartenuto ai Francescani della capitale bavarese. La seconda unità codicologica (ff. 279-348) contiene indicazioni e annotazioni sul corretto impiego delle informazioni contenute nella prima parte (ff. 1-278). Quest'ultima è formata da quattro opere in tedesco, le prime due delle quali sono traduzioni dal latino del
Liber de ferculis et condimentis di Zambonino da Cremona (ff. 1r-20v) e del
De vendemiis di Burgundione da Pisa (ff. 20v-37r); i restanti due scritti sono ricette culinarie (ff. 37v-98r) e rimedi di farmacopea (ff. 98r-278v). Dopo aver descritto il codice, l'A. si sofferma sui contenuti. Innanzi tutto considera la traduzione dell'opera di Zambonino, a sua volta basata sul modello arabo di Ibn Gazla (secolo XI), del quale si evidenziano le conoscenze mediche. Viene quindi esaminata la traduzione del
De vendemiis di Burgundione, un'opera strettamente legata al trattato greco
Geoponica, del quale costituisce un dettagliato e ricco compendio, ma che include anche spunti tratti dall'
Opus agriculturae di Palladio e dal
De re rustica di Columella. Il libro di cucina sembra invece ispirato a una raccolta italiana, ma la terminologia impiegata rivela un tramite latino giunto oltralpe e quindi tradotto in tedesco. Fra le ricette spiccano due prescrizioni dietetiche tratte dal
Liber ad Almansorem di Razi e citazioni dal
Canon di Avicenna, dal
De diaetis universalibus et particularibus di Isacco Giudeo tradotto in latino da Costantino Africano, dall'
Antidotarium di Nicola Salernitano e dal
Regimen sanitatis Salernitanum, quest'ultimo riportato in latino (f. 53v). Infine, la sezione di farmacopea rivela un compilatore formato all'università di Parigi e buon conoscitore degli aforismi di Ippocrate, del
Tegni di Galeno e del
Pantegni, della già menzionata traduzione latina di Costantino Africano del
De diaetis universalibus et particularibus di Isacco Giudeo, e del
Viaticus dello stesso autore, e ancora del
Regimen sanitatis Salernitanum. Illustrando i contenuti del codice, che viene descritto anche nella decorazione, l'A. opera confronti con opere coeve o precedenti e con altri manoscritti al fine di ricercare le tracce più antiche di alcuni rimedi o argomenti medici: cita pertanto i codici medici Vat. Pal. lat. 1158; Padova, Bibl. del Seminario, 173 e Augsburg, UB, III.1.2° 43. Si segnala che di altri testimoni l'A. non riporta la segnatura ma solamente riferimenti a bibliografia secondaria. (Marianna Cerno)
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