Il volume si compone di quattro sezioni, la prima delle quali dedicata all'inquadramento istituzionale e generale: l'A. prende avvio dall'esame degli statuti della scuola di medicina, con particolare attenzione alla prima carta di fondazione del 1220 e alle aggiunte successive (1239, 1240), per poi delineare le peculiarità della scuola stessa (come l'attenzione dedicata alla filosofia naturale e all'anatomia), fornire un prospetto geografico della provenienza degli allievi e dare prime notizie sulla presenza ebraica. Nel prosieguo lo sguardo dell'A., ancora attraverso l'analisi di statuti e documentazione notarile, si sposta sulla chirurgia, considerata sia sotto il profilo dell'insegnamento sia della pratica nel contesto cittadino, e sulla figura del chirurgo-barbiere, riconosciuto per statuto solo dal 1430 e sottoposto, come il medico, a una specifica formazione con relativo esame. La prima parte si chiude con una sezione sugli apotecari e gli speziali, due figure spesso confuse tra loro, che, regolamentate da uno statuto solo dalla metà del XIV secolo, già dal precedente agivano di fatto da tramite tra il mondo della sanità e quello del commercio.
Cursus studiorum e carriere sono al centro della seconda parte, che inizia, appunto, con il delineare i contorni del mentorato e, più in generale, dell'insegnamento, mostrando così una differenza con l'apprendimento dei medici ebrei, spesso basato sulla trasmissione delle competenze da padre a figlio, e prosegue con il mostrare le attività dei medici già formati: dalla docenza alla pratica dell'arte, dalla funzione di traduttori e commentatori di testi (si ricordano le traduzioni dall'arabo del
De viribus cordis et medicinis cordialibus di Avicenna a opera di Arnaldo di Villanova e quelle dei
Cantica di Avicenna con il commento di Averroè e del
De medicinis contra venena di Maimonide realizzate da Armengaud Blaise) all'impiego presso le grandi corti, come quelle aragonese, francese e papale. Conclude la sezione un capitolo dedicato all'apprendistato e alla pratica di barbieri, chirurghi e apotecari, le cui officine erano diffuse in tutti i quartieri cittadini. Nella terza parte l'A. scende più decisamente nel tessuto urbano e per farlo pone in evidenza lo stretto rapporto esistente tra la medicina e la salute pubblica: da una breve introduzione passa a illustrare le vicende dei diversi ospedali di Montpellier, fondati in momenti successivi (a partire dalla nascita del centro nel XII secolo) e operanti in contemporanea secondo varie specializzazioni, per poi interessarsi della vera e propria organizzazione della sanità, con particolare riferimento alla funzione di patroni delle strutture ospedaliere riservata ai consoli cittadini, nonché all'operato dell'associazione di beneficenza delle «Dames du dimecre», e prendere così in esame gli interventi approntati dalla scuola medica e dalla città per far fronte a due malattie largamente diffuse: la lebbra e la peste. Grazie all'analisi delle fonti pubbliche, in special modo relative alla tassazione, e private, nella quarta parte l'A. prende in esame gli aspetti economici e sociali della presenza dei medici a Montpellier: se da un lato la valutazione dei patrimoni permette di immaginare l'impatto economico da essi avuto sulla città, dall'altro la ricostruzione della vita dei nuclei parentali consente di portare alla luce le varie strategie familiari e di gruppo delle diverse categorie di medici, di barbieri-chirurghi e di apotecari, nonché tutta una serie di occasioni di socialità extra-lavorative, volte a favorire il loro inserimento nel contesto cittadino. A conclusione un capitolo che ha per protagoniste le figure di professionisti operanti ai margini dell'ufficialità, o perché rifiutati in quanto non conformi alle regole stabilite dagli statuti o perché ritenuti legati alla sfera della magia e della negromanzia. Il volume presenta, in chiusura, un'appendice contenente la trascrizione e la traduzione dal latino al francese di parte delle carte del processo istruito dai
magistri in medicina di Montpellier contro Gaulcem Gracie, accusato di pratica illecita della medicina nel 1439, e tre annessi contenenti rispettivamente: la rotazione delle letture all'università dal 1488 al 1550, l'elenco dei registri notarili dal XIV al XVI secolo e la lista dei consoli dei barbieri dal 1353 al 1422. Precede la bibliografia una ricognizione ragionata delle fonti d'archivio, edite e inedite, utilizzate. Recensione di Emily E. Graham in «The Medieval Review» (2016) 16.04.10. (Mafalda Toniazzi)
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