Il poeta veronese, certo figura di minore statura rispetto ai grandi umanisti del tempo, viene tratteggiato dall'A. come espressione ideale della capacità di attrazione della cultura umanistica anche su uomini che non facevano professione di lettere. Familiare e protetto dell'arcivescovo di Spalato Lorenzo Zane, Leonardo lo seguì nei suoi incarichi nelle Marche, nel viterbese e a Perugia. Si presenta qui l'edizione critica e il commento della terza raccolta di epigrammi dedicata dal Montagna al cardinale Bartolomeo Roverella, trasmessa dal ms. Roma, Casanatense, 276 (secc. XIV-XV, ff. 49r-69v), parte dei quattro libri di epigrammi dedicati a personalità del tempo: il primo a Paolo II (Cesena, Malatestiana, S.XXIX.8), il secondo al cardinale Battista Zeno (Paris, Bibl. de l'Institut de France, 806), il quarto al cardinale Ammannati (Vat. lat. 5156). Ogni libro deve comunque essere considerato come un'unità autonoma, sia pure in relazione ideale con gli altri. L'A. affida all'ampia «Introduzione» (pp. XXIII-LVIII) l'esame dei tratti biografici di Leonardo Montagna, i riferimenti alla sua produzione lirica latina e volgare, l'analisi delle sue principali ispirazioni culturali, per poi addentrarsi nella descrizione del ms. Casanatense. Il codice composito contiene il
De mortalium felicitate di Nicola di Cattaro (ff. 1-21), un poemetto in terza rima di Pietro de' Natali (ff. 26-48) relativo alla pace di Venezia tra Alessandro III e il Barbarossa, il terzo libro degli epigrammi del Montagna (ff. 49r-69v) con firma e sottoscrizione autografe, un breve di Paolo II al doge veneziano Cristoforo Moro (ff. 72-87) e il
Liber de mirabilibus mundi di Odorico da Pordenone (ff. 90-117). L'opera del Montagna (edita alle pp. 3-61) è costituita dal distico iniziale e da 74 epigrammi, con il codice Casanatense che ne rappresenta l'unico testimone; il solo epigramma XLI, dedicato ad Alfano Alfani, è conservato anche nei mss. Perugia, Bibl. Comunale Augusta, C 61 (f. 17v) e Vat. Ottob. lat. 2860 (f. 51v). Al seguito dello Zane, Leonardo ebbe modo di entrare in contatto con prestigiosi ambienti culturali e politici, come ben testimoniato da alcuni suoi epigrammi indirizzati a Caterina di Bosnia, al cardinale Giovanni Michiel, a Giovanni Mario Filelfo, a Giulio Cesare Varano, ai cardinali Francesco Gonzaga e Marco Balbo, a Niccolò Perotti, a Pomponio Leto, oltre agli epitafi per Bianca Maria Visconti, Sigismondo Malatesta e Piero di Cosimo de' Medici. Nell'analisi dell'attività letteraria del Montagna si fa riferimento ad alcuni dei suoi scritti latini: due libelli di poesie latine (1469-1470) raccolte nel ms. Vat. De Marinis 7; la raccolta di poesie e prose volgari e latine
Zampolina, stesa in memoria della moglie Bartolomea e trasmessa dai mss. Rieti, Bibl. Paroniana, I.2.40 e Venezia, Marciana, it. IX. 147; il
Breviarium de vaticiniis o
Consolatio podagrae, trasmesso dal ms. Firenze, Laurenziana, Ashb. 269; due epigrammi latini per Antonio Venier (dal ms. Firenze, Laurenziana, Acquisti e doni 405, f. 189v); un epigramma e due distici a Niccolò Donato (dal ms. Venezia, Museo Civico Correr, P.D. c 606; il
De pacis opinione tempore Sixti (dal ms. Venezia, Marciana, lat. XIV. 117 (f. 136v). Scheda bibliografica (pp. XV-XXII). (Luca Mantelli)
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