L'A. indaga la percezione della ricchezza e della povertà in alcune città svizzere bassomedievali, con particolare riferimento alla contrapposizione nella ricezione degli aspetti positivi e negativi di entrambe le situazioni economiche veicolati dalla chiesa. L'A. dunque prende le mosse dalla presentazione del messaggio ecclesiastico sul tema della ricchezza e della povertà, promosso in particolare dai Mendicanti (si ricordano Tommaso d'Aquino, la
Summa confessorum di Giovanni di Friburgo e il
De periculis di Guglielmo di Saint-Amour), quindi illustra la rete delle strutture di accoglienza e ricovero gestite dalla chiesa, discutendo dell'azione caritativa ecclesiastica nel contesto cittadino di realtà come Basilea, Berna, Friburgo e Zurigo. Dalle note presenti nei libri di conti di alcuni commercianti l'A. tratteggia i rapporti fra le famiglie degli affaristi svizzeri e il tessuto sociale urbano, in cui svolgevano un ruolo regolatore tanto le istituzioni secolari quanto quelle religiose. Oltre alle fonti contabili e municipali, l'A. inquadra il contesto storico e culturale del tempo menzionando il
De contractibus di Enrico di Hassia, il
De novorum officiorum divinorum institutione di Felix Hemmerlin, i documenti papali del codice Basel, UB, C.V.36 e la
Continuatio chronicorum Carthusiae in Basilea minori di Giorgio Carpentario. (Marianna Cerno)
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