Relativamente al dossier della
Visio, pubblicato recentemente da R. Gamberini (Firenze 2008; cfr. MEL XXXV 324), costituito da un testo in versi ritmici, dalla sua versione in prosa, da una lettera dedicatoria e dal racconto che Rodolfo il Glabro ne fa nelle
Historiae, l'A. segnala un quinto elemento finora ignoto: si tratta di una lettera dell'abate Odone con la quale egli richiede la composizione dell'opera ad Ansello e alla quale quest'ultimo risponde con la dedicatoria che accompagna il testo della
Visio. L'epistola è conservata in una trascrizione secentesca nel ms. Paris, BNF, lat. 12771 p. 134 (contiene materiale raccolto da Claude Estiennot in Linguadoca e nel Contado Venassino; vi si afferma che il testo di Odone è copiato da un codice appartenuto all'abbazia di St.-André a Villeneuve-lès-Avignon). Alla p. 1272 la trascrizione dell'epistola, cui segue una traduzione francese. La scoperta di questo testo permette di dare alcune risposte alle questioni sollevate dal dossier di Ansello: 1) Odone è solo il committente del testo, il visionario è un anonimo monaco (quindi i titoli con cui è stato designato - visione di Odone o visione di Ansello - devono essere scartati a favore di un titolo come «Visione remense di un monaco pellegrino»); 2) relativamente al milieu culturale del redattore, la lettera conferma che Ansello è allievo di Abbone di Fleury e maestro di Odone; 3) per quanto riguarda la localizzazione di Odone e Ansello, l'ipotesi che colloca i due personaggi a St.-Germain di Auxerre, sebbene si fondi sulle rubriche di tre testimoni, a parere dell'A., resta incerta.
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