L'A. identifica due aspetti peculiari del monachesimo irlandese. In primo luogo la rigidissima disciplina imposta dalla
Regola e dal
Poenitentiale di Colombano che, nell'interpretazione della vita monastica come forma di quotidiano martirio, riecheggiano alcune affermazioni contenute nelle
Epistole di Girolamo ed in quelle di Sulpicio Severo. In secondo luogo il peculiare interesse verso la cultura latina precristiana: si ricordano a questo riguardo il carme
Ad Fedolium, le citazioni virgiliane presenti nel
De excidio et conquestu Britanniae di Gilda, i raffinati impasti linguistici di parole latine e greche individuabili tanto nel poema intitolato
Lorica, dello stessa Gilda, quanto nell'
Altus prosator di Columcille. Sul versante della cultura cristiana, l'alto impegno dei monaci irlandesi si manifesta nella possente produzione esegetica alla quale sono ascrivibili lo pseudo isidoriano
Liber de numeris, lo pseudo agostiniano
De mirabilibus Sacrae Scripturae e l'
Interpretatio mystica et moralis progenitorum Christi di Aileran il Saggio. L'esperienza culturale irlandese, grazie all'impegno di evangelizzazione del continente, non restò confinata nel territorio insulare: anche in Europa gli irlandesi divennero baluardo della conservazione della cultura latina: a Bobbio furono conservati gli
Epigrammata Bobiensia, il
De reditu di Rutilio Namaziano, le
Res gestae divi Alexandri di Giulio Valerio, il
De laude Anastasii imperatoris di Prisciano, il
Carmen de Iona propheta ed i
Romulea di Draconzio. A conferma dell'elevatissimo livello culturale dei monaci irlandesi l'attribuzione da parte di Ludovico il Pio a Dungal, autore dei
Responsa, dell'incarico di confutare le posizioni iconoclaste. (Gabriele Taddei)
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